di ROSA CAPPATO
“Negli obiettivi del Piano mancano quelli di ‘benessere ambientale’: accessibilità, usabilità, sicurezza, riconoscibilità, orientamento, confortevolezza e piacevolezza. La finalità trasversale dovrebbe essere quella di mettere ognuno nella condizione di muoversi e usare qualsivoglia ambiente in autonomia, di sentirsi a casa nel proprio Comune e accolto come visitatore”.
Nuovo Puc di Recco, ecco il sunto delle osservazioni già presentate da associazioni e singoli cittadini. In primo piano anche i polmoni verdi della città, l’abbattimento delle barriere architettoniche, il no al Parco di Portofino. Il Puc è in dirittura di arrivo e ha già ricevuto il nulla osta da parte di Città Metropolitana, ora è il turno dei cittadini, che vogliono contribuire al progetto che cambierà il volto di Recco.
Per Città Metropolitana il Piano già rispetta la normativa di settore e le linee di indirizzo degli strumenti di pianificazione definiti dagli enti sovraordinati. Ma per molti recchelini creerà disagi e presenta carenze significative. Le loro osservazioni dovranno essere discusse, votate o respinte in Consiglio Comunale entro il 19 giugno, secondo l’iter previsto, dopodiché finiranno in Regione per il nulla osta definitivo, salvo prescrizioni. In merito, in Consiglio Comunale si è già espresso negativamente Gian Luca Buccilli, consigliere capogruppo di ‘Civica’: “Il Piano urbanistico comunale non affronta alcuni temi sensibili – evidenzia – L’edilizia popolare, quella scolastica, la mobilità sostenibile, l’impiantistica sportiva, il riuso degli spazi urbani disponibili (area ex Iml) e il recupero funzionale del patrimonio immobiliare dismesso (ex fabbrica degli orologi, villino di Mulinetti). Più in generale lo strumento di pianificazione urbanistica predisposto dall’amministrazione comunale in carica è privo di soluzioni innovative che possano soddisfare i bisogni emergenti di una comunità il cui profilo, negli anni, ha subito profondi cambiamenti. Ribadisco poi la mia netta e motivata contrarietà alla realizzazione di un posteggio in struttura metallica, distribuito su tre piani, in via Roma. Non ne individuo l’utilità e contesto lo strumento individuato per finanziare l’opera (il leasing in costruendo) che farà lievitare il costo finale da tre milioni e mezzo a cinque milioni di euro”.
Sabato scorso, legata al nuovo Puc, si è svolta una manifestazione nel posteggio adiacente all’ex area Enel, dove si sono raccolte altre 70 firme contro la creazione di un autosilo da 120 posti a pagamento la cui costruzione alienerebbe gli attuali 35 stalli iberi, evento organizzato dal ‘Gruppo I Cittadini Volenterosi’ che il 14 dicembre scorso ha presentato al Comune le proprie osservazioni al Piano urbanistico, sottoscritte da un centinaio di recchelini, per lo più residenti. Essi propongono al Comune di abbandonare l’idea dell’autosilo e acquisire la ex fabbrica d’orologi, predisporre un progetto di rigenerazione urbana di tutta l’area attigua per realizzare anche a Recco uno spazio per le attività culturali e sportive, che sia un luogo di incontro per i giovani e le famiglie.
La quasi totalità dei partecipanti, 150 almeno compresi gli organizzatori, si è mostrata contraria al progetto, in particolare per la distanza tra questa idea e le esigenze degli abitanti. Gli aderenti al fronte del no trovano inoltre incomprensibile il rifiuto di far parte del Parco Nazionale, una posizione “distante dalla generale sensibilità, non solo ambientale, che dalle prospettive di sviluppo ed economiche di Recco”.
Nel corposo il documento redatto da chi intende essere coinvolto nel piano urbanistico ci sono 7 punti chiari che accendono i riflettori su criticità e carenze. Al primo punto si trattano i ‘contributi ricevuti nella fase di ascolto del Territorio’. Si ritiene doveroso integrare gli obiettivi con la necessità di inserimento di vegetazione arbustiva e arborea, sia per il miglioramento della qualità urbana, sia per il raggiungimento della riqualificazione ambientale, anche tenendo conto di benefici determinanti dati dal verde in città. Sull’Area ‘ex-Enel’ e dotazioni comunali confinanti tra via Roma e via Vecchia Vastato, si ritiene che il Puc non prenda in considerazione questa zona così vasta e centrale “che necessita un totale riordino: è l’unica di Recco rimasta libera su cui poter intervenire avviando uno studio di rigenerazione urbana. Fondamentale in questo percorso sarebbe unire l’acquisto del manufatto ex-Fabbrica Orologi, così si avrebbero in totale oltre 6400 m2”, dove fare musica, cultura, sport.
Sul Progetto autosilo di interscambio nell’area ex-Enel, via Vastato, la proposta di collocazione di un posteggio di interscambio così lontano dal centro, ferrovia e autobus è ritenuta irrazionale per la mobilità dei cittadini. Inoltre si sottolinea che la zona è esondabile: in caso di piena del fiume, il piano interrato sarebbe invaso dalle acque della falda. L’area è anche a meno di 200 metri da 7 sette pozzi degli acquedotti di Recco e di Camogli, in parte ancora in uso. Inoltre serve un indispensabile studio sulla mobilità di tutta la zona, situata allo sbocco dello svincolo autostradale, senza contare la spesa pubblica che arriverebbe ai 6,5 milioni e i rischi del finanziamento previsto.
Sul progetto autosilo in via Liceti si osserva che l’area parrocchiale è sul lato mare, su terreno di proprietà dell’Istituto di Sostentamento del Clero, scosceso ma alberato con piante di pregio e “rimasto l’unico polmone verde per la zona densamente popolata del centro città. Nonostante questo, nel Puc ne è prevista l’eliminazione per realizzare un altro autosilo, in parte a rotazione e in parte di box privati, una, dimenticanza contraria a tutte le norme del Piano”.
Si arriva infine alla questione Parco di Portofino, ricordando la petizione con 150 firme del 2021, consegnata in Comune dall’Associazione Tutti per il Parco, con una lettera aperta e oltre 1000 questionari favorevoli all’adesione del Comune di Recco al Parco Nazionale di Portofino. Nel Puc invece la declinazione dell’obiettivo di far parte del Parco è disattesa, con: “Un’idea di Porta del Parco illusoria”.
La sesta osservazione riguarda le piscine private. Si evidenzia che il nuovo piano “consentirebbe deroghe alla norma penalizzando il paesaggio”. L’ultima osservazione riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche. Si rammenta che il Consiglio Comunale di Recco ha votato alcune deliberazioni, a partire dal 2017, che impegnano il sindaco e la giunta ad adottare le linee di indirizzo, durante la predisposizione del Puc, per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Invece: “Nella proposta si parla di accessibilità solo in termini viari, richiamando, pertanto, i parcheggi come soluzione principale al problema: “Vanno inseritigli obiettivi che di eliminazione di barriere architettoniche su tutto il territorio; il collegamento della fermata bus alla stazione ferroviaria; la creazione di un accesso ai binari fruibile anche dalle carrozzelle; la realizzazione di un accesso alla spiaggia per disabili”.