di ALBERTO BRUZZONE
Rendere operativo il percorso degli psicologi a scuola, attuando il protocollo già esistente. È la strada per prevenire e affrontare fenomeni di bullismo, ansia sociale e disagio adolescenziale. A sostenerlo, lanciando un appello in questo senso, è Claretta Femia, presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Liguria, che ha chiesto nei giorni scorsi “la piena attuazione del protocollo sottoscritto a marzo dello scorso anno tra Ministero dell’Istruzione e del merito e Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi”.
Secondo la presidente, “la psicologia scolastica è una fondamentale risorsa di prevenzione che può contribuire ad abbattere i fattori di rischio legati a fenomeni come il bullismo, l’ansia sociale, il disagio adolescenziale e problemi correlati all’abuso di sostanze, alcol e altre dipendenze, ma anche ad intercettare precocemente disagi legati alla paura del fallimento e alle difficoltà di apprendimento e di rendimento. Ad oggi, non è ancora adeguatamente presente nelle scuole italiane e liguri”.
Sulla scorta di tale protocollo, la legge di bilancio di dicembre 2024 ha istituito un Fondo per il servizio di sostegno psicologico nella scuola che ha come obiettivo la prevenzione dei disagi psico-comportamentali di studentesse e studenti, il potenziamento di percorsi progettuali per l’acquisizione di competenze personali per la vita e la promozione del benessere psico-relazionale nei confronti di tutti i soggetti della scuola. “Tuttavia – sottolinea Claretta Femia – ad oggi le somme disponibili per il Fondo non consentono la piena strutturazione della figura dello psicologo scolastico e sarà perciò necessario uno sforzo per una messa a terra razionale e funzionale delle attività”.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha rilevato che in Italia tra il 2020 e il 2022 nel 70% delle scuole si è attivato un servizio di consulenza psicologica che ha superato le esperienze di sportello scolastico. Una presenza capillare degli psicologi negli istituti sarebbe utile a potenziare la capacità di ascolto e di dialogo della scuola, aumentando la possibilità di intercettare precocemente situazioni di disagio che potrebbero avere evoluzioni critiche: “Grazie alle sue competenze specialistiche – sottolinea la presidente dell’Ordine – a differenza del counselor, lo psicologo scolastico è in grado di supportare gli studenti durante le fasi più critiche della loro crescita, come l’adolescenza, quando sono particolarmente vulnerabili a disturbi emotivi e comportamentali. È necessario passare da una presenza emergenziale dello psicologo a scuola ad una sua presenza strutturale”.
Lo psicologo scolastico non lavora in isolamento, ma collabora strettamente con insegnanti, dirigenti scolastici e famiglie. Fornisce supporto nella gestione delle dinamiche di classe, nella gestione dei conflitti tra pari e nell’individuazione di segnali precoci di disagio psicologico. Inoltre, offre consulenze agli insegnanti e ai genitori per affrontare situazioni che potrebbero influire sul rendimento scolastico e sul benessere emotivo del bambino o dell’adolescente.
“Investire nella figura dello psicologo scolastico significherebbe, dunque, investire nel benessere futuro degli studenti, rendendoli capaci di affrontare le sfide della vita adulta con maggiore resilienza e consapevolezza. Per questo – conclude Femia – è fondamentale che le istituzioni scolastiche riconoscano e promuovano il ruolo dello psicologo scolastico come parte integrante e irrinunciabile dell’organizzazione scolastica, per il bene di tutti gli studenti, oggi e nel futuro”.