di DANILO SANGUINETI
C’era una volta la Pro Recco che vinceva tutto in Italia come nel mondo e che aveva nei ragazzi cresciuti in casa il punto di forza da cui trarre una apparentemente inesauribile linfa. Anni, anzi decenni di predominio tra Allievi e Juniores. Poi, a fine del secolo scorso, le cose cambiarono. La fine di un’era, quella del ‘fai da te’ e della squadra espressione di una città, al massimo di un comprensorio, quello del Levante. Inizia il periodo dei mecenati, provenienti dalla ‘madre-matrigna’, da Genova la Superba o di ritorno, con idee chiare e mezzi illimitati – leggi Gabriele Volpi – che creò una prima squadra da mille e una meraviglia, dai costi astronomici, con il desiderio vincere tutto e subito: un desiderio che in oltre 15 anni è stato coronato da un successo quasi costante.
Poi venne il momento di un presidente giovane e con idee rivoluzionarie come Maurizio Felugo. Sotto l’ala del patron Volpi ma con ampio potere decisionale. L’ex campione mondiale e vicecampione olimpico sei anni or sono impostò un programma ad ampio respiro: la vittoria subito e ad ogni costo cedette il posto a una crescita lenta e costante, e come corollario il contenimento dei costi e la rinascita del prodotto ‘locale’. Molti sorrisero, qualche débâcle in campo internazionale venne presa come un fallimento dell’intero progetto, invece si stava gettando il seme per il rinascimento biancoceleste.
In questo periodo si è continuato a vincere nelle competizioni nazionali, quest’anno è stata riacciuffata la Champions League che sfuggiva da un quinquennio e, soprattutto, sono tornati i trionfi a livello giovanile. Va tenuto bene a mente che la Pro Recco era letteralmente sparita dall’agone degli Under. In una sola estate, quella in corso, la società ha messo in bacheca due scudetti, ossia più di quanto vinto nell’intero ventennio precedente.
Le due categorie chiave del settore maschile, Under 16 e Under 18, un bis di importanza strategica. Questo ritorno all’età dell’oro corrisponde al recupero della vasca di casa a Sant’Anna, da sempre culla del virgulti bianco celesti. Non può essere un caso.
Il primo acuto è stato quello degli U18, in trasferta a Monterotondo dove un mese fa si tenne la Final Four. Nella finalissima battuta la Roma Nuoto: partita tiratissima, trascinati da Pietro Faraglia (poi premiato come Mvp e capocannoniere del torneo) i giallorossi capitolini conducevano anche di quattro lunghezze e a 45’’ dalla sirena erano avanti 10-8, prima di subire una clamorosa rimonta, culminata con il 10-10 di Nuzzo praticamente sulla sirena. Ai rigori i biancocelesti si dimostravano più freddi: la Roma Nuoto ne sbagliava tre, la Pro Recco solo uno e si laureava campione d’Italia.
Nessun caso fortunato. Un successo nato dalla ricostruzione del settore giovanile avviata negli scorsi anni con la Pro Recco Youth Academy, progetto con cui la società biancoceleste aveva affiancato a giocatori nati in casa altri talenti cresciuti in diverse società liguri -ad esempio Nuzzo che s’è formato nel Savona, Marini nel Bogliasco – affidandoli poi alle cure dei coach Milos Ciric, Giacomo Pastorino e Jonathan Del Galdo, passato da un mese alla guida del Quinto prima squadra.
Il presidente Felugo, presente in tribuna a Monterotondo, esultava: “Complimenti a tutti: giocatori, staff tecnico e dirigenti. Ho tifato e mi sono emozionato come per i grandi trofei della prima squadra. Questa vittoria per noi ha un significato enorme: è il segnale che stiamo iniziando a raccogliere tutto il lavoro fatto negli anni scorsi per far tornare la Pro Recco protagonista anche a livello giovanile. Per noi questo settore ha anche un valore enorme, operando in un Comune e un territorio che con la pallanuoto ha sempre avuto un legame molto stretto. Avere finalmente a disposizione la piscina di Punta Sant’Anna ci ha permesso di fare un grandissimo salto di qualità”.
In semifinale, la Pro Recco aveva sconfitto di misura (8-7) il Posillipo allenato da Gennaro Mattiello.
I nomi dei campioni d’Italia U18 della Pro Recco: Luca Perrone, Filippo Pelliccia, Emanuele Trovò, Pietro Mangiante, Giglio Rossi, Tommaso Grasso, Andrea Nuzzo, Nicola Taramasco, Emanuele Marini, Timothy Biallo, Francesco Camolada, Enrico Sciallero e Tommaso Capurro.
Era tanto, diventa tantissimo un paio di settimane dopo, quando nella piscina di casa si disputa la Final Four degli Under 16. Ancora un successo combattuto, ancora una vittoria su una squadra della capitale. Alla ‘Antonio Ferro’ a Punta Sant’Anna i biancocelesti prevalgono sulla Roma Vis Nova. La Pro Recco in vantaggio dall’inizio alla fine e vincere 10-8 contro la Roma Vis Nova, la finale per il 3° e 4° posto è stata vinta ai rigori dalla Roma Nuoto con il punteggio di 7-6 contro la San Mauro. Nella finalissima triplette di Josipovic e Marini, doppietta di Nuzzo e gol di Rollandi e del capitano Capurro.
Premi speciali a Filip Josipovic (Pro Recco) come miglior marcatore con 6 reti, a Tommaso Peluso (Roma Nuoto) miglior portiere e Luca Provenzani (Roma Vis Nova) miglior giocatore. Felugo è al settimo cielo. “Una stagione indimenticabile. Nona Champions League della storia, Coppa Italia, titoli giovanili Under 18 e Under 16. In merito a quest’ultimo scudetto vincere a Punta S. Anna non è solo una gioia, ma qualcosa di emblematico. Il nostro sogno è vincere con una squadra con molti ragazzi costruiti in casa. Complimenti a Brasiliano e Ciric, sono la nostra fortuna e quella dei ragazzi e delle famiglie che scelgono la Pro Recco”. Che non dimentica di ringraziare il patron Volpi, “il primo tifoso dei nostri fantastici ragazzi”.
I nomi dei campioni d’Italia U16 della Pro Recco: Andrea Rossi, Riccardo Rollandi, Lorenzo Demarchi, Tommaso Repetto, Roberto Thomas Carbone, Davide Piovani, Tommaso Capurro, Andrea Nuzzo, Emanuele Marini, Leonardo Pennafort, Emanuele Trovò, Alessandro Rignanese, Matteo Garbarino, Filip Josipovic, Filippo Lombardo, Federico Monfregola e Federico Bertani. Allenatore: Elio Brasiliano.
Impossibile non riconoscere una menzione speciale a Milos Ciric, campionissimo serbo, già braccio destro di Vujasinovic, rimasto a Recco quando l’head coach è tornato a casa. Che parlando con Waterpolo People ha spiegato i segreti di una simile ascesa. “Sono i risultati di un gran lavoro fatto dal 2016 a oggi insieme a Elio Brasiliano. Abbiamo iniziato da zero, con tante difficoltà per gli spazi acqua, fino a quando siamo tornati a Punta Sant’Anna. Abbiamo avuto un grande supporto dalla società, ma i titoli sono solo il primo passo, il mio compito principale, il traguardo al quale la società tende, è mandare un giocatore delle giovanili nella prima squadra. Manca da anni, son convinto che presto ci riusciremo”. E la parabola sarà completa, come una perfetta palombella.