C’è il modo progressista un po’ giustificatorio e un po’ iettatorio, vedasi la canzone ‘Per un’Amica’ di Guccini, c’è quello conservatore molto macho e un filo sprezzante, riassunto nell’immaginifico ‘funerale vichingo’ visibile in molti film.
E poi, per commemorare una persona cara a tanti, troppo presto scomparsa, c’è il modo scelto dalla Pro Recco Rugby. Ed è una gran bella idea, una maniera di elaborare il lutto collettiva e malinconica, carica di rimpianto e allo stesso tempo propositiva per chi è rimasto e deve elaborare il lutto.
Matteo Costa, 27 anni trascorsi con serenità, volontario della pubblica assistenza di Ruta di Camogli dove viveva con la famiglia, laureato in ingegneria, ha incontrato il destino, senza alcun dubbio cinico e baro, dietro una curva dell’Aurelia, in prossimità di Sori. La moto che scivola, il ragazzo che va a finire sotto le ruote di un’auto che viaggiava in senso contrario. Niente da fare anche per un fisico forte e allenato come il suo.
Perché Matteo era il capitano della ‘Cadetta’ della Pro Recco rugby, la formazione dei giovani che funziona da serbatoio e da riserva della prima squadra. A funerali di Matteo svoltisi a Ruta di Camogli c’era l’intera società con insegne e bandiera. Niente fiori perché la famiglia aveva chiesto d’inviare le offerte alternative ai Volontari del Soccorso di Ruta dove Matteo prestava opera.
Questo, seppure ammirevole, non poteva bastare ai suoi compagni, a quelli che con lui erano cresciuti e che lo seguivano nella Cadetta, a quelli della prima squadra con la quale divideva il campo di allenamento e che lo stimavano. Si sono riuniti, ne hanno discusso con i dirigenti della Pro Recco e alla fine hanno trovato come ricordarlo ‘alla loro maniera’.
Emy Forlani, p.r. della Pro Recco Rugby, descrive le varie fasi della preparazione: “I ragazzi di Cadetta e prima squadra si sono messi al lavoro per preparare al meglio lo spogliatoio dove si cambiavano con Matteo. Giornate strappate alle vacanze, al lavoro, in modo che tutto fosse pronto per venerdì 3 agosto, per la serata in memoria di ‘Costino’. Così’ lo chiamavamo, così l’abbiamo voluto ricordare”.
Il programma prevedeva alle ore 19 una partita di ‘Touch Rugby’, alle ore 20,30 l’inaugurazione della targa sul muro dello spogliatoio e poi una festa aperta a tutti con focaccia, carne alla brace e birra, in sintesi il tipico menù del rugbista recchelino. Parte del ricavato dei biglietti sarebbe andato alla P.A. di Ruta di Camogli. Una serata magnifica, perfetta nella sua tristezza, illuminata da un atto di coraggio, non c’è altro modo per definirlo, della famiglia Costa.
La stessa Emy Forlani ne fu sorpresa. “Nei giorni precedenti avevamo chiesto alla sorella di Matteo se se la sentiva di partecipare, naturalmente avremmo capito se avesse declinato l’invito. Invece ha accettato e ha detto che anche i suoi genitori e il fratello sarebbe venuti volentieri. Sono persone splendide, sapevano quanto ‘Costino’ amasse il rugby, erano sicuri che questo era il modo con il quale avrebbe voluto essere ricordato”.
Hanno potuto constatare quante persone erano accorse al campo ‘Androne’. Ed erano lì per loro figlio. Una visita allo spogliatoio, con lo scoprimento della targa che conferma come lo spogliatoio da oggi in poi è intitolato al suo ricordo. “Profonda commozione da parte loro e da parte nostra. Il rimpianto misto alla fierezza per l’omaggio al loro sfortunato ragazzo. Li abbiamo salutati con un’assicurazione: lui sarà sempre con noi”.
Il pianto antico continuerà, forse solo un po’ meno disperato. Matteo avrà tra quelle quattro mura intrise di sudore e coraggio, preambolo di tante battaglie, la sua urna ideale. Che sia di auspicio per altre imprese, di esempio per altri ‘forti animi’. Tra i rugbisti non mancano di certo.
(d.s.)