di DANILO SANGUINETI
Tokyo si colloca a distanza siderale da Recco eppure Matteo e Lorenzo sono convinti che sia un percorso copribile in meno di un anno. I due campioni in erba della Pro Recco Judo hanno studiato la rotta nel corso del collegiale tenutosi a Ostia nelle settimane centrali di dicembre. Essere nel gruppo degli azzurrabili, i 44 judoka individuati dai tecnici federali, è importante in assoluto. Non è decisivo, servono ancora controprove e tanto, tantissimo lavoro per restare nel gruppo di punta.
È comunque un primo passo, è un riconoscimento anche alla loro società che li ha seguiti e aiutati con incessante attenzione. La crescita atletica, tecnica e anche psicologica dei due è ancora più sorprendente se si considera che è avvenuta in mesi dove trovare spazio e tempo era di per se stesso un’impresa.
Il maestro, direttore tecnico e ‘anima’ della società recchelina Rudy Figari ha fatto il possibile e pure l’inaspettato perché potessero prepararsi come si deve all’appuntamento con l’azzurro. L’ora X è scattata nei giorni scorsi: è iniziato il raduno collegiale della nazionale di judo presso il Centro Olimpico FIJLKAM ‘Matteo Pellicone’. Sotto la supervisione della Direzione Tecnica Nazionale sono confluiti a Ostia i migliori judoka italiani, da Odette Giuffrida a Fabio Basile, da Manuel Lombardo ai fratelli Esposito. Accanto a loro sono stati convocati molti giovani, per testarli in vista dei prossimi impegni internazionali e soprattutto per saggiarli in un confronto con i migliori.
Matteo Rovegno (cat. 90 kg) e Lorenzo Parodi (cat. 81 kg) erano in questo secondo gruppo ed hanno fatto tesoro di quanto imparato nei dieci giorni di ‘bolla’. I 44 convocati infatti hanno effettuato un tampone molecolare preliminare e poi sono rimasti all’interno del centro olimpico di Ostia senza mai uscire o avere contatti con l’esterno, nel rispetto della normativa anti contagio e del protocollo stilato dalla loro federazione.
Oltre all’esperienza formativa, Rovegno e Parodi avevano bisogno di questo riconoscimento che li ripaga di tanti sacrifici e tante rinunce. Un meritato guiderdone anche per la società: “La convocazione è stata per tutti i nostri tecnici una conferma che avevamo lavorato nella direzione giusta. Le tante restrizioni che abbiamo dovuto accettare da marzo a oggi hanno reso incredibilmente complicato programmare gli allenamenti, seguire un’adeguata preparazione atletica e tecnica. Pensare che Matteo e Lorenzo erano partiti fortissimo lo scorso febbraio: nel prestigioso Trofeo ‘International Judo Trophy Vittorio Veneto’ al Palasport ‘Zoppas Arena’ di Conegliano, un meeting con 300 società sportive provenienti da 18 nazioni avevano conquistato una medaglia d’oro (Rovegno) e una di bronzo (Parodi) contribuendo a portare la Pro Recco al primo posto nella classifica generale davanti al Centro Sportivo Carabinieri e alla società Dojo Equipe Bologna”.
Da quel momento e sino a oggi i ragazzi di Recco, così come nel resto d’Italia, hanno dovuto dire addio alle competizioni, rimanendo bloccati a marzo e aprile, lavorando da soli a maggio, e riprendendo gli allenamenti collegiali solo in estate, sempre con alcune limitazioni dovute alle norme sanitarie vigenti. Poi a fine ottobre la nuova chiusura della palestra di piazzale Olimpia ai praticanti non agonisti.
“È facile immaginare che cosa sia costato in termini umani ancor prima che economici. Niente confronto tra generazioni, niente soddisfazione di lavorare gomito a gomito con gli amici, i più giovani e i più anziani di te. Per questo non possiamo che dire bravi a Lorenzo Parodi e Matteo Rovegno, entrati nel giro olimpico”.
Ai complimenti a Lorenzo e Matteo vanno accostate le lodi per tutti i tecnici e per gli altri atleti che ogni giorno li hanno aiutati a raggiungere questo importante traguardo. L’auspicio è che il collegiale romano non sia stato un punto di arrivo ma solo un trampolino di lancio verso qualcosa di grande. Forse per le Olimpiadi giapponesi è presto. Ci saranno altre occasioni per Parodi e Rovegno che escono da questo anno anomalo con maggiori certezze. Aumentano i Dan sulle loro cinture, chissà che non si possano appendere anche i Cinque Cerchi.