di MATTEO GERBONI
Mimmo Angeli ci ha lasciati con un sorriso. Quel suo tipico sorriso ironico, misto di timidezza e di sfida. E dopo averlo salutato per l’ultima volta abbiamo subito pensato a come poter ricordare a tutti che il suo stile, fatto di rigoroso rispetto della notizia, di curiosità e ricerca dell’autorevolezza, era ancora l’unità di misura di un giornalismo possibile.
Per questo ‘Piazza Levante’, a un anno esatto dalla sua morte, ha deciso di organizzare la prima edizione del Premio giornalistico Mimmo Angeli.
Un riconoscimento alla carriera per quei colleghi che, attraverso la propria attività professionale, abbiano trattato con efficacia i temi della libertà di stampa, della dignità dei cittadini, dell’integrità dell’informazione, tutti molto cari allo storico direttore del ‘Corriere Mercantile’.
Per questo la scelta è caduta su Fiorenza Sarzanini, vice direttore del ‘Corriere della Sera’, e Xavier Jacobelli, già direttore di ‘Tuttosport’ e ‘Corriere dello Sport’. Due figure di massimo rilievo del giornalismo italiano, due persone perbene capaci anche di interpretare il mestiere come prezioso servizio alla collettività.
Angeli, con il suo sorriso, ha sempre reagito agli attacchi di quei poteri che hanno cercato per anni, con nomi diversi, di rimetterlo in riga. Lui in riga non è mai stato. Ha raccontato ciò che ha visto. Ha detto quel che pensava, opponendosi a chiunque volesse impartirgli ordini, magari sotto forma di consigli suadenti.
Esattamente come i due colleghi che saranno intervistati dalla nostra redazione prima di ricevere il premio, il prossimo 27 maggio alle 18 nella sede di Wylab a Chiavari, dalle mani del nostro editore Antonio Gozzi che ha sostenuto con entusiasmo e partecipazione l’iniziativa.
Mimmo Angeli aveva una elevatissima considerazione per il suo mestiere.
Scriveva in modo semplice, usava parole facili, evitava ogni struttura sintattica complessa. Aveva un modo suo di intervistare, che faceva apparire immenso l’interlocutore. Sdraiato? Niente affatto: gli interessava far emergere tutto quel che la ‘vittima’ poteva dire, cogliere tutto quel che poteva essere.
Una delle tante doti di Fiorenza Sarzanini, che premieremo per la sezione cronaca. Giornalista attenta e scrupolosa, brillante cronista, profonda conoscitrice della realtà italiana.
Ha saputo rilanciare con grinta e determinazione quel giornalismo d’inchiesta che da tempo sembrava essersi sbiadito nel panorama dei media italiani.
Come inviata ha seguito con un linguaggio fluido e comprensibile a tutti i principali casi giudiziari degli ultimi anni, dal G8 di Genova al delitto di Novi Ligure, dalla morte della contessa Vacca Agusta fino alle inchieste su politici e corruzione. Negli ultimi anni si è occupata della strategia del governo per affrontare la pandemia da Covid-19.
Mimmo Angeli è stato un maestro di giornalismo. Per molti di noi era anche un secondo padre. Aveva il giornale nel sangue e non hai mai smesso di essere giornalista, neppure quando è stato molto di più. Lui, capace di diventare all’occorrenza un imprenditore illuminato e lungimirante, ha tenuto in vita, nei suoi 36 anni di direzione, quel foglio che profumava di storia, il mitico ‘Corriere Mercantile’. Prima unico giornale del pomeriggio, poi un quotidiano del mattino in edicola in accoppiata con un’importante testata nazionale.
Ha dato tutto se stesso per quel manipolo di colleghi e poligrafici che componevano una cooperativa con mille anime, senza mai concedersi un giorno di festa, senza mai guardare l’orologio, impegnandosi per rendere libero, autorevole e indipendente quel prestigioso pezzo di carta.
Onesto e rigoroso il Dire, come lo abbiamo chiamato sino all’ultimo, ha saputo creare un’eccellente ‘scuola’, e tutti lo hanno riconosciuto a cominciare da quei giornalisti diventati famosi a livello nazionale che hanno sempre raccontato di aver iniziato al ‘Mercante’.
Sapeva scrivere e nel suo ufficio, sempre con la porta aperta, buttava giù in pochi minuti pezzi meditati, approfonditi, senza cedere mai all’euforia di un titolo o di uno scoop.
Non a caso abbiamo scelto Xavier Jacobelli per la sezione sport, un direttore che appartiene a quella generazione di giornalisti che, come Angeli, lotta affinché questo mestiere non si snaturi nella sua componente più importante: quella del rigore e dell’entusiasmo.
Jacobelli nutre una grande passione per le notizie, una voglia di raccontare il mondo sportivo con ottimismo e attenzione al futuro, rivolgendo nel contempo uno sguardo profondo ai temi della solidarietà e del sociale. La sua scrittura è attenta e allo stesso tempo moderna, umile nell’atteggiamento ma ferma nella consapevolezza.
Volto televisivo, ama farsi apprezzare per la capacità dialettica, per il suo equilibrio, la pacatezza nell’esposizione e l’analisi sempre pertinente e ispirata da competenza e buon senso.
Credo che oggi Mimmo Angeli sarebbe contento. Lui che ci ha insegnato la passione per questo mestiere, la libertà che qualche volta ha anche un costo. Lui che è rimasto sino alla fine cronista di razza, mantenendo quel sorriso intelligente, umile e intransigente.
Lui che probabilmente avrà già tra le mani un blocchetto per prendere appunti e raccontare la prima edizione del Premio giornalistico Mimmo Angeli con un pezzo dei suoi, prendendosi pure in giro come sapeva fare ogni giorno seduto alla sua scrivania, dopo aver chiuso l’ultima pagina del giornale.