di ALBERTO BRUZZONE
Ennesima puntata della vicenda del Parco di Portofino e del suo passaggio da regionale a nazionale. Questa volta, non è a favore della Regione Liguria, perché l’Ispra, ovvero l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che è legato al Ministero della Transizione Ecologica (già Ministero dell’Ambiente), ha bocciato i confini proposti dalla Regione stessa, secondo quanto riferito dal sindaco di Zoagli, Fabio De Ponti.
L’amministrazione Toti, scontentando parecchi comuni che volevano entrare, aveva indicato al Ministero gli attuali tre comuni, ovvero Camogli, Portofino e Santa Margherita, e in aggiunta l’Area Marina Protetta, con l’indicazione di creare un sistema parco terra-mare. Rigettata, invece, la proposta di Anci Liguria, quella a sette comuni che prevedeva l’inserimento di Zoagli, Rapallo, Chiavari e Coreglia.
A raccontare questo retroscena è stato lo stesso De Ponti, in un incontro pubblico. Il parere di Ispra, comunque, non è vincolante. Spiega De Ponti: “Per farmi trovare pronto alla riunione, ho chiesto aggiornamenti sull’iter e ho avuto in visione un documento di Ispra, datato 24 febbraio 2022, in cui l’istituto di ricerca che fa capo proprio al Ministero della Transizione Ecologica, ha giudicato inammissibile la proposta di Regione Liguria del parco esteso ai comuni attuali, Camogli, Santa Margherita Ligure e Portofino più l’Area Marina Protetta, per alcune ragioni tra cui l’iter di annessione dell’Area Marina che deve avere un percorso separato”.
De Ponti, che non nasconde il rammarico per come sia stata gestita la vicenda, rivela anche che la proposta di mediazione a cui era arrivata Anci, tra la prima perimetrazione a undici comuni e quella attuale a tre, con il coinvolgimento di sette comuni, “non è mai stata presenta da Regione Liguria al ministro Cingolani”.
Sono 1056 gli ettari di estensione del Parco Regionale di Portofino, diventerebbero 5363 con la proposta del Ministero con undici comuni e il passaggio a Parco Nazionale. La perimetrazione a sette comuni più l’Area Marina proposta da Anci lo porterebbe a 2940 ettari, mentre la superficie terrestre proposta dalla Regione è di 1700 ettari con i soli tre comuni a cui aggiungere l’Area Marina, che raddoppierebbe la superficie.
Per l’amministrazione di Giovanni Toti è una bocciatura piuttosto consistente, ma il vice presidente della Regione, Alessandro Piana, che è anche assessore all’Ambiente, precisa: “La proposta di Anci per un allargamento del Parco Nazionale di Portofino a sette comuni (Portofino, Camogli, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Zoagli, Chiavari, Coreglia) è stata presentata da Regione Liguria al ministro Cingolani ma non è stata ritenuta adeguata dal Ministero. Il parere di Ispra non è vincolante, lo è di più quello del ministro Cingolani che dovrà decidere con quali perimetri far partire il Parco Nazionale di Portofino tenendo conto da una parte della disponibilità degli attuali comuni di aumentare i rispettivi territori e l’annessione dell’Area Marina Protetta di Portofino, soluzione caldeggiata anche da Wwf e da Regione Liguria, dall’altra la richiesta degli altri comuni rimasti fuori, vedi Zoagli, che invece vorrebbero farne parte”.
Il consigliere regionale del Partito Democratico, Luca Garibaldi, osserva: “La bocciatura di Ispra è una conferma della scelta perdente della Regione. Ora si riapra il confronto sul territorio per un parco condiviso. Il fatto che la proposta del Parco francobollo, a tre comuni, non reggesse era noto dal 2018, ma la Regione Liguria, ottusamente, ha insistito su una strada perdente. La bocciatura da parte dell’Ispra della proposta regionale conferma l’errore. Per costruire il Parco Nazionale di Portofino bisogna ripartire dall’ascolto del territorio e delle associazioni e costruire un percorso insieme ai comuni che hanno chiesto di entrare nel perimetro. Il tentativo della Regione di lasciare fuori dei territori per scelte politiche si è dimostrato, com’era ovvio, una proposta irricevibile e fallimentare, perché incoerente con le caratteristiche scientifiche collegate alla realizzazione di un Parco Nazionale. Adesso bisogna aprire un tavolo politico per far partire realmente il Parco Nazionale. Nel frattempo, depositeremo un’interrogazione sul tema, per sapere come s’intende operare, dopo che la Regione si è infilata in un vicolo cieco”.
Critico anche il Movimento 5 Stelle: “Brutta figura di Regione Liguria, che non solo si è vista bocciare la perimetrazione a tre, evitando di proporre l’inserimento a sette come indicato invece da Anci, ma ha volutamente ignorato il territorio portando avanti la sua ‘idea’ che chiaramente accontenta la Lega, con cui la compagine totiana sta cercando di ricucire dopo l’imbarazzante sceneggiata del post Quirinale. Ora, il no chiaro di Ispra, che di fatto boccia la perimetrazione indicata dalla Regione, pur non vincolando il Ministero, ha un peso importante e auspichiamo che prevalgano gli interessi del territorio. Quelli cioè che guardano al futuro in termini di rilancio turistico ed economico del comprensorio, di destagionalizzazione dei flussi turistici, di protezione ambientale, di sviluppo delle attività green. Se invece dovesse prevalere la perimetrazione regionale a tre, avremmo un Parco francobollo, l’avrebbero vinta cacciatori e cementificatori e perderebbero i nostri giovani, che vedono tramontare in tal modo l’opportunità concreta verso una transizione ecologica reale e verso uno sviluppo occupazionale”, commenta il capogruppo regionale Fabio Tosi.
Sono passate altre settimane, ma nessun passo in avanti è stato compiuto. Sarà il ministro Cingolani a disegnare questi confini ‘de imperio’? Qui la soluzione democratica sembra difficilmente applicabile, ogni giorno di più.