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Giovedì, 1 giugno 2023 - Numero 272

‘Plastic Free’: la Bocconi regala al Parco di Portofino un suo studio

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di ALBERTO BRUZZONE

Plastic Free è ormai uno degli obiettivi improrogabili, a livello mondiale. Ovvero: cercare di contenere il più possibile l’utilizzo della plastica, il cui smaltimento e gestione stanno diventando sempre più un complesso problema globale.

Quale punto di partenza migliore, per una politica improntata alle buone abitudini, se non un parco protetto? Mentre si parla, per quanto riguarda Portofino, di confini, di status regionale e nazionale, di occasioni per il turismo e finanziamenti (con molte polemiche e divisioni), è arrivata in questi giorni presso gli uffici dell’Ente Parco un’approfondita e assai completa documentazione in materia di buone pratiche ecologiche.

Lo studio, denominato ‘Il Cerchio da chiudere – L’economia circolare nei parchi e nelle isole minori – Progetto pilota per il parco di Portofino’ è stato realizzato dalla School of Management della Bocconi e intende “sviluppare un modello di inquadramento e fattibilità sul tema dell’economia circolare, finalizzato alla successiva implementazione all’interno del Parco Naturale Regionale di Portofino tramite la predisposizione di un protocollo d’intesa tra i soggetti interessati a promuoverne gli obiettivi”.

Paolo Donadoni, sindaco di Santa Margherita Ligure e attuale presidente del Parco di Portofino, lo sta prendendo in esame in questi giorni, insieme al direttore del Parco Alberto Girani. “Il progetto della Bocconi – afferma Donadoni – vuole attivare un percorso locale di riduzione dell’utilizzo della plastica e, più in generale, del rilascio della stessa nell’ambiente. In questa fase, la finalità è quella di raggiungere un’intesa tra le realtà locali, ovvero Parco, Comuni, operatori economici, ma anche associazioni e cittadini, per analizzare le buone pratiche di altre realtà e per lanciare campagne informative (nel nostro caso, ad esempio, sulle deiezioni canine lanciate con i sacchetti nel bosco), per attivare ecobonus o concedere marchi a seguito di comportamenti virtuosi, per proposte quali la diffusione di borracce metalliche per l’acqua, compostaggi comprensoriali, tour in barca per la raccolta della plastica e così via”.

Secondo Donadoni, “da un’analisi della realtà locale e delle buone pratiche in essere, il documento giunge all’analisi delle disponibilità comportamentali di un campione di operatori locali per sfociare in una serie di idee sulle quali riflettere. Noi stiamo puntando molto sull’ecosostenibilità e sulle buone pratiche, sia come Ente sia come Comuni del Parco. L’impegno per la differenziata a Santa Margherita Ligure, ad esempio, ha portato a risultati eccellenti. La corretta gestione dei rifiuti è una delle più importanti sfide dell’attualità”.

Lo studio della Bocconi, individua il Parco di Portofino come “contesto privilegiato di sperimentazione di un progetto pilota: in virtù della limitata estensione territoriale; per la presenza contemporanea di una rete sentieristica e di un’area marina protetta, che consentono di sperimentare iniziative legate sia al marine litter che al mountain litter; per la gestione dell’area di San Fruttuoso, dove la produzione di rifiuti è legata quasi esclusivamente alla presenza turistica, assimilabile a quella di un’isola: i rifiuti sono raccolti giornalmente/settimanalmente a seconda del periodo dell’anno attraverso un’imbarcazione che li trasporta a Camogli”.

Tutto è partito da un questionario che è stato inviato alle strutture che offrono servizi di pernottamento e ristorazione nell’area parco e nelle aree contigue. Secondo i risultati emersi, quasi l’80% del campione utilizza bottiglie in plastica, prevalentemente da mezzo litro. Solo tre strutture utilizzano esclusivamente acqua di rete o in vetro. Sulla base dei questionari si evidenzia, per il campione considerato, “un consumo pari a oltre 45 mila bottigliette di plastica da mezzo litro (le bottiglie da un litro e mezzo risultano minoritarie, inferiori ai 2000 pezzi) per le circa 120 mila presenze registrate dal campione. Si evidenzia quindi un consumo di bottigliette da mezzo litro pari a 0,375 per presenza registrata. Anche per quanto riguarda l’offerta di prodotti monodose a colazione, considerando solo le strutture che offrono pernottamento, oltre il 70% delle strutture utilizza e offre prodotti di cortesia per il bagno monodose per un totale di circa 150 mila pezzi l’anno tra creme viso corpo/shampoo/bagnoschiuma e saponette per un totale stimato di oltre 1000 kg di packaging plastico. Il consumo di salviette di carta nei bagni risulta poco diffuso. Per le strutture che ne fanno uso, il consumo di prodotti da bagno è di circa 1,3 pezzi a presenza”.

Ora, siccome “solo il campione considerato ha contribuito all’immissione di 45.000 bottigliette di plastica da mezzo litro, l’equivalente di 445 kg di plastica all’anno, applicando il dato ai 4 milioni di visitatori annuali, il potenziale consumo di bottigliette da mezzo litro è di un 1,2 milioni, pari a circa 12 tonnellate di plastica”.

Numeri che diventano importanti e sui quali è necessario avviare un ragionamento. Tra le proposte per migliorare la situazione ci sono le seguenti: creazione di un marchio di qualità ambientale del parco come strumento di promozione delle buone pratiche per incentivare le strutture ricettive all’applicazione di buone pratiche; maggiore informazione per i turisti relativamente alla corretta differenziazione dei rifiuti attraverso materiale informativo e cartellonistica; promozione dell’acqua in vetro o di sistemi riutilizzabili per l’acqua (acqua di rete, borracce); identificazione di servizi specifici per le strutture turistiche per consentire una migliore gestione del rifiuto (ad esempio raccolta di oli esausti, compostiere in loco, raccolta dei fondi di caffe); sostituzione dei prodotti monodose legati ai prodotti di cortesia (ad esempio con dispenser); sostituzione dei prodotti usa e getta e monodose legati ai consumi alimentari.

Ma dai questionari sono emerse pure altre interessanti proposte: monitorare le più impattanti fonti di inquinamento (come il traffico marino) e studiare forme di mitigazione; incremento dei servizi a sostegno delle buone pratiche; introduzione di una tassa di passaggio calibrata sulla tassa di soggiorno nominando come agenti contabili le imprese di trasporti marittimi per sostenere i comuni di Camogli e Portofino; sensibilizzare sul corretto uso della biancheria bagno/letto e sui consumi energetici (illuminazione); maggiori servizi per la fruizione del parco quali punti belvedere, panchette, tavolini, un secondo punto ristoro dopo il Gassetta, collegamento bus con due corse al giorno; incentivazione dei portasigarette portatili, per evitare che le cicche di sigaretta restino in spiaggia o finiscano a mare; per i bar e gli esercizi con cibo da asporto, obbligo o comunque incentivazione all’utilizzo di stoviglie biodegradabili; raccolta porta a porta alle barche attraccate lungo la costa tra Camogli – Punta Chiappa – San Fruttuoso – Portofino per evitare che vengano buttati i rifiuti in mare e/o non differenziati per mancanza di spazio sulle barche.

Tante idee, insomma, alcune di veloce applicazione, altre più complesse, ma l’importante è che siano state enunciate. Insieme a un impegno concreto da parte degli amministratori. Regionale o nazionale che sia, comunque andrà a finire, il Parco di Portofino rimane una perla da tutelare.

Stesso discorso per il Parco delle Cinque Terre, nei giorni scorsi al centro, pure questo, di un’iniziativa ‘plastic free’. Il progetto si chiama #PelagosPlasticFree e impegnerà comuni, esercizi commerciali, stabilimenti balneari e chi ne farà richiesta a intraprendere un percorso per ridurre la plastica monouso all’interno del Santuario dei mammiferi marini di cui anche la Liguria è parte.Bogliasco, Camogli, Sori, Pieve Ligure, Zoagli, Sestri Levante, Moneglia, Bonassola, Framura, Vernazza, Riomaggiore sono i comuni che hanno partecipato al workshop dove è stata presentata anche la Carta delle Buone Pratiche, con l’intenzione di proseguire l’impegno per limitare l’utilizzo della plastica, soprattutto del monouso, ed evitare che questa finisca in mare.

“Quella della plastica è una storia tutta italiana: è italiana l’invenzione della plastica per imballaggio, è italiano pure l’uso scellerato che si è fatto dell’usa e getta per molti anni – dichiara il Responsabile Mare di Legambiente Sebastiano Venneri – Sempre nel nostro Paese, però, sono nate le prime forme di contrasto concreto al problema della plastica nell’ambiente poi adottate anche da altri paesi europei. Per primi abbiamo vietato l’uso e la vendita delle shopper non compostabili, le microplastiche nei prodotti cosmetici e la vendita dei cotton fioc non biodegradabili. E anche a Manarola sperimentiamo un’iniziativa che ci caratterizza in Europa e nel Mediterraneo: quella dei Comuni Plastic Free, comuni virtuosi che assumono impegni concreti contro il dilagare della plastica nell’ambiente. Una pratica che questo progetto ci permette di replicare e diffondere con successo, a beneficio della biodiversità custodita nel Santuario Pelagos ma anche delle comunità costiere che lo circondano”.

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