(r.p.l.) Piste ciclabili e piano generale della mobilità urbana. A Chiavari il tema torna ad essere particolarmente caldo, a seguito di due recenti episodi di cronaca: una ‘bianca’ e una ‘nera’, come si direbbe in gergo.
La ‘nera’: l’incidente, purtroppo con conseguenze mortali, di qualche giorno fa in viale Millo, all’incrocio con viale Tappani, costato la vita a un cinquantaduenne di Leivi. La ‘bianca’: l’inizio dei lavori per il tracciamento di un percorso ciclabile dalla foce del fiume Entella e sino alla stazione ferroviaria. Posizioni contrastanti, mugugni sia da una parte che dall’altra, necessità di intervenire al più presto: l’amministrazione comunale, in particolare l’assessorato alla Mobilità, coordinato da Giuseppe Corticelli, vengono chiamati in causa, al fine di applicare correttivi o di fare marcia indietro su determinati punti.
L’incrocio pericoloso
Sull’incrocio pericoloso, in particolare, si cercano soluzioni da circa dieci anni: si è tentato con un potenziamento della segnaletica, poi con una riduzione della carreggiata, poi ancora con l’introduzione di un dosso (successivamente smantellato per la sua eccessiva rumorosità), ma il problema dei veicoli che, arrivando da viale Tappani, non rispettano lo stop, continua a essere piuttosto frequente.
Ora, la ‘palla’ è nuovamente nelle mani del sindaco, Marco Di Capua, e dell’assessore Corticelli. Secondo Di Capua, è necessario “un nuovo confronto con il comandante della Polizia Municipale per capire quali soluzioni adottare, nel rispetto del codice della strada. L’incidente avvenuto, però, non è riconducibile al mancato rispetto della precedenza”.
E Corticelli aggiunge che “probabilmente lo spazio non è sufficiente per costruire una rotonda e collocare un semaforo, a poche centinaia di metri da quelli esistenti, anche perché questo potrebbe avere, soprattutto nelle ore di punta, pesanti ripercussioni sul traffico. Impopolare e improponibile pure l’idea della chiusura alla circolazione o di una drastica limitazione dei veicoli autorizzati. Restano le ipotesi di una forte riduzione del limite di velocità e di un autovelox”.
Sandro Garibaldi, consigliere comunale di Chiavari Sempre al Centro – Lega, osserva: “Chiediamo all’amministrazione comunale di intervenire sulla sicurezza viaria dell’incrocio in questione. Come Lega, siamo a sottoporre al Comune come possibile soluzione l’installazione di un semaforo sincronizzato con gli altri due impianti in viale Millo, al fine di incrementare la sicurezza ma al tempo stesso non sovraccaricare il traffico che si riverserebbe a cascata sulle vie e intersezioni circostanti. Proponiamo inoltre più in generale in ambito cittadino, nei punti considerati critici, l’incremento di segnalatori luminosi che avvisino l’utente dell’incrocio o la presenza di attraversamenti pedonali”.
E Giovanni Giardini, consigliere comunale di Cambia con Me, aggiunge: “Troppi rischi in città, è il momento di cercare soluzioni urgenti. La pericolosità dell’incrocio è ormai nota da tempo”. Giardini chiede la convocazione della specifica Commissione Consiliare e un’analoga richiesta, ancor più ‘pesante’ in termini numerici, arriva dal gruppo consiliare Noi di Chiavari, che ha presentato una domanda ufficiale di convocazione a Palazzo Bianco, a firma di Roberto Levaggi, Daniela Colombo e Silvia Garibaldi.
Secondo loro, “ad oggi il piano del traffico non è stato aggiornato ed esistono vari studi, anche dell’Università di Genova, sui flussi del traffico cittadino presso gli uffici del Comune. Da qualche anno si attende l’applicazione delle nuove norme sulla mobilità urbana. Inoltre, l’approvazione delle varianti al Puc e le nuove esigenze legate allo sviluppo turistico e produttivo della città necessitano di una più moderna impostazione del traffico anche con riferimento al collegamento con i Comuni della costa ed entroterra”.
Secondo l’ex sindaco e le due consigliere di minoranza, “l’argomento traffico è un tema che deve essere affrontato sotto un prospetto generale, e non con soluzioni sporadiche. In più, deve essere affrontato con il coinvolgimento della cittadinanza e delle categorie produttive”.
Le piste ciclabili
Un discorso, quest’ultimo, che vale anche per i percorsi ciclabili. A Chiavari, negli ultimi giorni, è successo quello che è accaduto a Genova nei mesi scorsi: è stata tracciata una sezione stradale interamente di rosso, riservata alle biciclette, ed è stata definita – eufemisticamente ma anche non correttamente – pista ciclabile. È questo perché una pista ciclabile, per essere considerata tale, dovrebbe essere completamente indipendente da tutto il resto del traffico veicolare, e quindi in totale e completa sicurezza. Cosa che non sembra essere affatto per quella ‘striscia’ tracciata in corso Colombo.
Avanti Chiavari, il principale schieramento di maggioranza, difende la scelta: “Quasi completata la pista ciclabile sul lungomare. Consentirà di collegare il centro storico con il lungo Entella fino a Carasco. Per il tratto tra le Caserme di Carasco e il lungo Entella abbiamo approvato il progetto e sono in corso le gare d’appalto. Investiamo sulla vivibilità della nostra città sempre più a misura d’uomo e piacevole”.
Ma un ingente numero di cittadini non è d’accordo: c’è chi contesta la cancellazione di numerosi posti auto, chi lamenta lo ‘scempio’ delle aiuole in viale Tito Groppo, chi ritiene troppo pericoloso l’attraversamento in zona Lido. E, anche in questo caso, si chiede di dibattere la questione all’interno di Palazzo Bianco, nelle sedi ufficiali.
Secondo Sandro Garibaldi e Davide Micheli, segretario della Lega a Chiavari, “la pista ciclabile è un intervento necessario, ma chiediamo di migliorare il percorso creato in alcune vie del centro storico e del lungomare, in quanto possono creare criticità per la sicurezza dei pedoni e degli stessi fruitori della pista ciclabile. Riteniamo che coinvolgere tutte le forze politiche e coinvolgere la cittadinanza con una partecipazione attiva potrebbero migliorare un’opera considerata da tutti utile e necessaria per la nostra comunità”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Giovanni Giardini: “Si vengono a creare situazioni di criticità tra pedoni e ciclisti. Pericolosi diventano i passi carrai che interferiscono tra pista ciclabile e immissione sulla carreggiata. Le ‘Vie dell’acqua’ sta creando disagi alle attività commerciali e a tutti quei cittadini che hanno l’ingresso delle loro abitazioni prospicienti alla pista stessa. Sono sempre stato scettico sulle piste ciclabili ‘fai da te’, non avendo uno studio reale del piano del traffico. Capisco l’importanza di avere avuto dei contributi a costo zero per le casse comunali ma, a mio avviso, bisognava usarli in modo migliore, non certo come in questo caso con la regia di certi amministratori illuminati”. Nel mirino delle minoranze c’è l’assessore Corticelli, ma soprattutto il consigliere di Partecip@ttiva, Giorgio Canepa, che ha ricevuto la delega dal sindaco proprio sul discorso delle biciclette in città.
I consiglieri di Noi di Chiavari osservano: “Da vari comunicati ufficiali dell’amministrazione, abbiamo appreso che s’intendono realizzare in centro nuove piste ciclabili e zone a traffico limitato sul lungomare. Abbiamo visto i primi risultati in corso Colombo e in viale Tito Groppo e, francamente, ci paiono poco incoraggianti, come confermato dalle numerose perplessità suscitate dai cittadini. Per questo, riteniamo opportuno che su un argomento così delicato si parli nelle sedi ufficiali, in modo che sia possibile mettere a nudo tutte le criticità e analizzare le varie e giuste istanze che ci sono giunte da larga parte della cittadinanza”.
A spezzare una lancia in favore dell’amministrazione ci pensa invece il Circolo Cantiere Verde di Legambiente, associazione che, in molte altre occasioni, non è stata affatto tenera con chi governa la città. Sui percorsi ciclabili, invece, c’è approvazione.
Secondo Legambiente, “la situazione promette bene. Con i lavori ultimati in corso Colombo, prende lentamente forma la ciclabilità della città di Chiavari. Il nuovo tracciato si aggiunge alla recente ciclovia che attraversa il centro storico (che da piazza Roma conduce fino a viale Millo) e al tratto ciclopedonale a Ponente (che parte da piazza dei Pescatori/piazza Gagliardo e arriva fino alla casa di riposo del Torriglia con l’aggiunta di una ‘prolunga’ temporanea di tre mesi, dal 15 giugno al 15 settembre, fino alla piazzetta del ‘Lord Nelson’ in direzione Levante): poco meno di quattromila metri disponibili, allo stato attuale, che vanno a ridurre lo storico gap rispetto a Sestri Levante, che può vantare cinque chilometri e si fregia del marchio ‘Comuni Ciclabili’ conferito dalla Fiab, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta”.
Per il Circolo Cantiere Verde, “anche Chiavari diventerà una città bike-friendly con beneficio non solo per l’ambiente e per la salute dei suoi cittadini, ma anche rispetto a un’offerta legata ad un crescente cicloturismo. Nell’immediato, riteniamo indispensabile aumentare l’informazione alla cittadinanza: urge l’installazione di un’opportuna segnaletica verticale per segnalare maggiormente le piste ciclabili e le ciclovie (vedi, ad esempio, viale Millo) accompagnata da una larga campagna di informazione e di sensibilizzazione. Auspichiamo anche un deciso ampliamento delle zone 30 nelle strade urbane, che possono favorire una forte riduzione degli incidenti stradali a tutela di tutti gli utenti. Ci auguriamo che la progressiva definizione delle ciclovie e delle piste ciclabili possa assumere una forma reticolare e non rimanga frammentata”.
Organicità e sicurezza: sono questi i due aspetti sui quali occorre investire. Anche per evitare che il tanto atteso e decantato progetto delle ‘Vie dell’acqua’ diventi il classico esempio di una montagna che ha partorito un topolino. Per giunta un po’ troppo pericoloso.