di ALBERTO BRUZZONE
Se ne parla ormai da moltissimi anni, tra speranze, sussulti, idee, progetti, programmi elettorali ma assolutamente poca concretezza. Se ne parla e, tutte le volte, l’interesse suscitato è enorme. Perché la piscina del Lido manca moltissimo ai chiavaresi, perché quel sito alla foce del fiume Entella è un vero ‘buco nero’ nella città, perché dopo l’ampia e importante riqualificazione del waterfront di Ponente, ora sarebbe veramente anche l’ora che un qualcosa di analogo accadesse anche a Levante.
Togliere la piscina del Lido dall’abbandono e dal degrado e riportarla al suo antico splendore: è il sogno di tanti, l’obiettivo di almeno tre delle ultime amministrazioni comunali che si sono succedute. Sarebbe bellissimo per lo sport, ma anche per la città in generale. Sarebbe, il condizionale è d’obbligo, ma da tempo si è al lavoro per trasformare il sogno in realtà.
E, come filtra da alcune indiscrezioni, mai si sarebbe arrivati così vicini all’obiettivo. Nel senso che, al momento, esiste un progetto su carta ed esiste pure una cordata di persone che sarebbero pronte a finanziarlo, il tutto di concerto con l’attuale amministrazione comunale.
Il sindaco Marco Di Capua non dice molto, per mantenere il giusto riserbo, ma si limita a confermare l’esistenza di un percorso avviato. Da fonti esterne a Palazzo Bianco, invece, emerge molto di più.
C’è un progetto, è vero, e sarebbe pronto a essere presentato in Comune nel mese di settembre. La firma è quella dell’architetto Enrico De Carlo, già autore di alcuni altri progetti di edilizia in città. Nella cordata di imprenditori, invece, figurano, tra gli altri, il Consorzio Ercole, una realtà specializzata in riqualificazioni anche di impianti sportivi, l’azienda Piscine Castiglione, che è tra le principali al mondo nella costruzione di vasche interrate, e una banca che sarebbe già pronta a finanziare l’intera operazione. Altri soggetti privati starebbero alla finestra, ma pronti a intervenire con capitali propri.
Il progetto dell’architetto Enrico De Carlo prevede la completa risistemazione della vasca olimpionica all’aperto, da cinquanta metri di lunghezza, con la sola gradinata laterale riservata agli spettatori. Inoltre, è prevista la demolizione della gradinata a sud per far posto a una vasca più piccola, destinata al riscaldamento degli atleti e ad altre attività, da svolgersi nell’arco di tutta la stagione.
C’è anche già un’ipotesi di gestione: è da parte della Chiavari Nuoto, che si troverebbe quindi a mantenere questo impianto ma anche, contemporaneamente, quello di largo Pessagno, destinato a rimanere operativo, pure questo con importanti interventi di ammodernamento.
Le modalità sono quelle del project financing, ovvero l’operazione adottata, per esempio, qualche anno fa, con la riqualificazione delle storiche piscine di Albaro a Genova: l’intero intervento sarebbe sostenuto dai privati, e solo al termine di tutti i lavori il Comune di Chiavari inizierebbe a pagare la quota di restituzione, concedendo in cambio la gestione. Uno schema ormai consolidato e spesso applicato quando si tratta di recuperare il patrimonio pubblico, ad esempio anche quando ciò riguarda scuole ed ospedali.
Il percorso pare avviato e, se confermate le date, a settembre il progetto firmato da De Carlo è prossimo ad arrivare in Comune. A quel punto, ci saranno novanta giorni di tempo per vederlo approvato o meno in sede di Consiglio Comunale, con l’eventuale inserimento nel Piano delle Opere Pubbliche. Per quanto riguarda il Piano Urbanistico Comunale, invece, tutte le carte sono già in regola, in quanto la riqualificazione del complesso del Lido è già stata inserita all’interno della documentazione, recentemente approvata dalla Regione Liguria.
È chiaro che, arrivati a questo punto, il progetto andrà poi messo a gara, per stabilire a chi effettivamente spetteranno i lavori. Ma se questa tabella di marcia dovesse essere rispettata, si arriverebbe davvero nel giro di pochi anni a una definitiva riqualificazione di tutto il fronte mare chiavarese. Uno scenario che, forse, farebbe digerire anche meglio la collocazione del depuratore di vallata nell’area di Colmata, altro grande tema quando si parla di progettualità a Chiavari.
È evidente che, una volta realizzato l’impianto del Lido, si dovrà affrontare la complessa partita della gestione. Perché la vasca olimpionica rimarrà aperta per quattro mesi all’anno, ma i suoi costi di manutenzione andranno calcolati per dodici. Basterà la piscina da venticinque metri, adiacente, a supportare tutto quanto? Oppure la Chiavari Nuoto dovrà per forza avvalersi di qualche partner? La prima ipotesi, ovvero quella di affidare la gestione della piscina e, contemporaneamente, quella dello stabilimento balneare allo stesso soggetto sembra non sia praticabile.
Ma sono tutti temi da affrontare da settembre in poi, al momento della presentazione del progetto. Una sola cosa è certa, per il momento: cioè che l’attesa è fortissima e che, davvero, sembra proprio arrivato il momento di passare dai sogni alla realtà.