[vc_row][vc_column][vc_column_text]
di ALBERTO BRUZZONE
Fanno ‘parlare’ le pietre perché le fanno rivivere. Insieme a boschi, sentieri, antiche vie di montagna. Insieme allo splendore del nostro entroterra.
L’Associazione Pietre Parlanti lo sta strappando a poco a poco, pezzo dopo pezzo, fatica dopo fatica, goccia di sudore dopo goccia di sudore, al degrado, all’abbandono, all’oblio. Un’attività benemerita, sulle alture di Lavagna, che va a intersecarsi con quanto fanno altre realtà sul Monte di Portofino o nelle immediate colline di Chiavari e Sestri Levante. Con l’obiettivo, comune e condiviso, di ricostruire un intero sistema viario dei monti, rendendolo praticabile sia per gli escursionisti che per i semplici appassionati. Anche questa è cultura, coniugata a rispetto e salvaguardia dell’ambiente.
Con tutti questi obiettivi è nata, nel 2017, Pietre Parlanti, una realtà che raduna oggi una ventina di associati e che ha preso vita da tre donne attivissime e da sempre impegnate sul territorio, anche se non ne sono natie. Ma l’amore verso la Liguria è il medesimo e fortissimo per l’inglese Oenone Lloyd, la piemontese Ilaria Mazzini e l’umbra Paola Giostrella, che hanno scelto la Riviera di Levante come loro terra d’elezione.
Tutto ruota intorno allo splendido rustico di proprietà di Oenone Lloyd. Si trova sulle colline di Santa Giulia, a dieci minuti di macchina dal centro di Lavagna. Un tempo brevissimo per passare dal caos e dallo smog al paradiso più assoluto.
Dalla sua abitazione, che ospita la sede di Pietre Parlanti, Oenone vede il promontorio di Sestri Levante a sinistra, quello di Portofino a destra. Sotto, Cavi, Lavagna e Chiavari. Di spalle, la prima cinta dell’appennino ligure. Si respira aria freschissima sotto al pergolato. Lo stress e le ansie restano fuori dal cancello. L’ideale per far lavorare la mente e concepire uno splendido progetto legato alla tutela del territorio.
Oenone vive qui da moltissimi anni. Professione restauratrice, ha girato l’Italia (ma prima ancora l’Europa) in lungo e in largo. “Ma alla fine era normale che mi stabilissi qui, il paese per antonomasia dell’arte”.
Siamo negli anni Ottanta, quando questa fiera e appassionata inglese arriva per la prima volta a Santa Giulia. Quasi tutti i rustici delle vicinanze sono ormai ridotti a cumuli di pietre, completamente diroccati. Anche quello in questione, risalente al 1400.
Ma Oenone sente dentro di sé che sarebbe un delitto lasciarlo così. Che ne vale la pena. Che può metterci la sua esperienza e riportarlo a splendere come un tempo. “Era una vecchia torre di difesa, ai tempi di guerra. Tutta esclusivamente in pietra. Io l’ho lasciata così, facendo un restauro il più conservativo possibile”.
L’edificio ‘dialogava’ con le altre torri della zona: Sant’Anna, Punta Manara, le Grazie, San Michele di Pagana. “Una posizione assolutamente strategica. Le altre sono tutte crollate. Questa l’ho salvata. Ho iniziato i lavori nel 1984, poi ricominciato una quindicina di anni fa”. E’ una storia dove la protagonista è proprio la nuda pietra, e non poteva essere altrimenti. Sembra di entrare nella macchina del tempo, ed è una sensazione bellissima. Insieme alla pace che si avverte.
“Era la sede più ovvia per Pietre Parlanti”, afferma Ilaria Mazzini, vice presidente dell’associazione. Ha un sorriso coinvolgente, racconta con entusiasmo la storia del gruppo, mentre il suo cane Navarre scodinzola dappertutto. Anche lui è più felice rispetto alla media, abituato com’è a questi posti.
“Oenone, Paola ed io siamo entrate in contatto qualche anno fa, scoprendo questa nostra passione comune grazie alle iniziative del Fai e ad altre occasioni. Quella decisiva è stata nell’ottobre del 2016, quando Lavagna ha ospitato la terza edizione del Convegno mondiale sui paesaggi terrazzati. Le prime due erano state in Cina e in Perù, mentre la quarta sarà alle Canarie. La Liguria è uno dei centri principali per quanto riguarda i muri a secco e i terrazzamenti. Sono state giornate bellissime, al termine delle quali ci siamo rese conto che sarebbe stato bello, oltre che utile, continuare la nostra esperienza in maniera attiva. Ed ecco che è scoccata la scintilla: a marzo 2017 abbiamo dato vita a Pietre Parlanti, ponendoci come principale obiettivo la cura, la tutela e la pulizia dei sentieri del nostro entroterra. A poco a poco, da tre siamo diventati una ventina, vincendo anche l’iniziale ritrosia, tipicamente ligure, degli abitanti del posto. Hanno visto le cose belle che facciamo, e ora tutti ci sostengono e tanti ci seguono”.
Anche a livello istituzionale. Il Comune di Lavagna, infatti, ha stipulato nei mesi scorsi una convenzione ufficiale con Pietre Parlanti: “Con il contratto – precisa Palazzo Franzoni – redatto a seguito dell’interesse manifestato dall’associazione, impegnata nella tutela e promozione del territorio nei suoi aspetti culturali, storici, geografici, artistici, turistici, naturalistici, ambientali, rurali e paesaggistici, Pietre Parlanti s’impegna a monitorare, valorizzare e realizzare interventi di manutenzione ordinaria sulla rete sentieristica lavagnese, e in particolare sul tratto del Sentiero Liguria. Il Comune è aperto ad accogliere e valutare eventuali ulteriori forme di sponsorizzazione volontaria al fine di gestire e valorizzare il territorio comunale”.
“Una bella soddisfazione per noi – osserva Ilaria Mazzini – che praticamente ogni week end ci diamo appuntamento per portare avanti il nostro lavoro. Le cose da fare sono moltissime e, per fortuna, possiamo contare su un grande aiuto, anche da parte di persone dai comuni vicini, come la mitica squadra 39 dei cacciatori di Sestri Levante”.
Per arruolare volontari, Pietre Parlanti si affida a volantini e alla pagina Facebook: l’invito è quello di portare, a ogni appuntamento, attrezzi utili quali cesoie, forbici, motoseghe, zappe. Al termine, c’è sempre un momento conviviale, per stare insieme e fare amicizia, contemplando il lavoro svolto. Dove c’erano rovi e tronchi, ricompaiono le tracciature dei sentieri, e una pietra sta a indicare la via. Una pietra parlante, per l’appunto. Il marchio dell’associazione, come a dire: qui siamo passati noi. I più recenti obiettivi centrati sono la riapertura del sentiero sulla Selva e sul Capenardo, dove si trova quella via che le fondatrici hanno ribattezzato ‘dei nerboruti’, perché è stata liberata grazie a un durissimo lavoro da parte di uomini molto… di stazza.
“A poco a poco – racconta Oenone Lloyd – ci stiamo facendo conoscere anche fuori dalla Liguria. Abbiamo stretto dei ‘gemellaggi’ con l’associazione veneta Vaghe Stelle e con quella molisana Sassinoro Paese dell’Acqua. Sono occasioni di scambio e di visite di cortesia. E, quando vengono, facciamo lavorare anche loro, così abbiamo braccia in più. Ma sempre molto entusiaste”.
L’ottima nomea di Pietre Parlanti sta anche valicando i confini delle montagne. Ultimamente, infatti, c’è anche un interesse da parte del Comune di Cogorno, per un’eventuale convenzione. Tutto, pur sempre, a titolo di volontariato. “Stiamo in piedi – dice Ilaria Mazzini – grazie alle quote associative e alle donazioni che riceviamo. Una delle offerte era finalizzata alla creazione di un sito Internet di Pietre Parlanti, che a questo punto realizzeremo e andrà ad aggiungersi alla nostra pagina Facebook. Abbiamo inoltre intenzione di partecipare a bandi indetti dalla Compagnia di San Paolo. La cosa che ci sembra importante rimarcare è che noi non chiediamo nulla alle amministrazioni, a parte il riconoscimento ufficiale del nostro ruolo”.
Tra i prossimi progetti, c’è la pulizia di altri sentieri, ma pure la pubblicazione di un libro dedicato al territorio. “Vogliamo inoltre porre sui sentieri dei cartelli culturali sulla storia dei vari luoghi, da affiancare a quelli del Cai con le indicazioni”.
Una delle future iniziative, inoltre, vedrà coinvolta la sezione Ibo di Ferrara, che starà a Lavagna una settimana in primavera per studiare i muretti a secco. “Faremo lavorare anche loro”, annuncia Oenone, con una bella risata. In cambio di vitto e alloggio. Come si faceva una volta.
Anche da fuori Liguria potranno entrare in questa straordinaria macchina del tempo. Magari ripensando a quello che diceva San Bernardo: “Troverai di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre ti insegneranno ciò che non si può imparare da maestri”.
LE INTERVISTE DI MARISA SPINA A OENONE LLOYD E ILARIA MAZZINI
[/vc_column_text][vc_video link=”https://youtu.be/yCnlUykHv4k” align=”center”][/vc_column][/vc_row]