di ALBERTO BRUZZONE
C’è anche una bella ‘quota’ di Levante genovese, all’interno del ricco programma dell’edizione 2021 del Festival della Scienza, che si svolge a Genova, in svariate location e con altrettanti appuntamenti in streaming, sino al 1° novembre.
La presenza è non solo prestigiosa, ma anche molto interessante: perché si parla di come si orientavano un tempo gli antichi navigatori, osservando il cielo e senza altri tipi di supporti che non fossero assolutamente ‘naturali’.
Il tema portante di quest’anno, per l’intera manifestazione, è ‘Mappe’, quindi calza a pennello la proposta che è stata portata dall’associazione PhysicalPub, un gruppo di ragazze e di ragazzi che si dilettano a fare divulgazione scientifica su quello che amano maggiormente: le stelle.
“Ci piace raccontare ciò che ci affascina – raccontano – Ciò che ci ha fatto stupire e che ci fa sognare: le meraviglie dell’astronomia, le frontiere dell’astronautica e tutti i fenomeni astrofisici che avvengono in natura. Così organizziamo corsi, conferenze e serate osservative presso scuole, osservatori, planetari, comuni, biblioteche, prati fioriti, notti d’estate, bar di provincia, e ovunque ci siano persone innamorate, come noi, delle stelle”.
Al Festival della Scienza 2021 l’associazione PhysicalPub si trova, fisicamente per l’appunto, presso la Biblioteca Universitaria, in via Balbi 40, di fronte alla stazione ferroviaria di Genova Principe. Qui, sino a lunedì prossimo, è allestito il laboratorio ‘Seconda stella a destra. Stelle, bussole e orologi per non perdere la rotta’, che è consigliato dagli 11 anni in su e che ha questi orari: giorni feriali dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; sabato e festivi dalle 10 alle 19.
Oltre a PhysicalPub, organizzano anche alcuni dipartimenti dell’Università di Genova e il MuSel – Sistema Museale Integrato di Sestri Levante e Castiglione Chiavarese, in collaborazione con l’Officina del Planetario di Milano e con il supporto di Lega Navale Italiana, Cus Milano Vela Asd e Reinventore.
La proposta è ideata da una brillante ragazza di Leivi: si chiama Gaia Verna e, al momento, è dottoranda presso il Centre de Physique de Particules de Marseille. “Il laboratorio – racconta – è dedicato al tema dell’orientamento e, in particolare, all’orientamento in mare grazie all’osservazione delle stelle. Del Tigullio è anche il referente scientifico, il professor Silvano Tosi del Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova. Ha partecipato, inoltre, all’ideazione del laboratorio anche la dottoressa Marzia Dentone, monegliese, direttrice del Museo Archeologico e della città di Sestri Levante (MuSel)”.
Il progetto è nato dalla collaborazione con l’associazione culturale PhysicalPub il cui presidente, Simone Iovenitti, è dottorando presso l’Università degli Studi di Milano e condivide con Gaia Verna l’indirizzo di ricerca in astrofisica.
Tutti noi utilizziamo costantemente, e spesso inconsapevolmente, tecnologie satellitari avanzate che ci permettono di ottenere la nostra posizione in qualsiasi momento, con pochi click. Tuttavia, soltanto pochi decenni fa, determinare la propria posizione sul globo era un’operazione tutt’altro che scontata, che richiedeva solide nozioni scientifiche e abilità di calcolo. E se improvvisamente la nostra tecnologia venisse meno, saremmo ancora in grado di orientarci come si faceva in passato? Quali strumenti potremmo utilizzare se ci trovassimo, ad esempio, su un’imbarcazione in mare aperto?
I partecipanti a ‘Seconda stella a destra. Stelle, bussole e orologi per non perdere la rotta’ possono qui imparare le nozioni fondamentali per risalire alle proprie coordinate sul globo terrestre, a partire dalle tipiche osservazioni e misure che venivano fatte a bordo delle navi prima dell’avvento del Gps. Vengono inoltre introdotti concetti chiave quali latitudine/longitudine, paralleli/meridiani (terrestri e celesti), e nozioni di base di geografia astronomica, con particolare attenzione agli strumenti più semplici per stimare le proprie coordinate: l’orologio, il sestante e la bussola.
Le attività pratiche sono accompagnate da un percorso multidisciplinare legato al tema dell’orientamento: si citano abilità di orientamento ‘innato’ tipiche del mondo animale, si introducono nozioni storiche legate alle tecniche e alle strategie attuate dall’uomo in epoche passate e si illustrano, infine, i principi di funzionamento di base del moderno Gps.
Ed ecco che bambini, ragazzi e tutti i visitatori possono scoprire come i marinai calcolavano il ‘punto nave’ (ossia le proprie coordinate) attraverso strumenti come il sestante e i cronometri marini.
PhysicalPub ha anche sviluppato una web-app gratuita in cui i visitatori si possono sfidare per testare l’abilità di riconoscimento delle costellazioni e la ricostruzione delle proprie coordinate. I premi in palio sono un’uscita in barca a vela organizzata dal Cus Milano Vela, un ingresso gratuito presso il MuSel e dei sestanti da costruire offerti da Reinventore, un e-shop di materiali e kit per l’insegnamento della scienza.
Proprio il MuSel e un gruppo di dottorandi e docenti dei dipartimenti Difi (Dipartimento di Fisica), Dcci (Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale) e Distav (Dipartimento di scienze della terra, dell’ambiente e della vita) dell’Università di Genova e ricercatori dell’Istituto Nazionale Fisica Nucleare, Sezione di Genova, hanno contribuito al progetto, creando un percorso multidisciplinare legato al tema dell’orientamento.
Vengono proposti un esempio tratto dal mondo animale (‘l’occhio quantistico del pettirosso’), nozioni storiche e curiosità sulle strategie adottate in passato (‘la stella Fenicia e la pietra del Sole’) fino alla descrizione del Gps (‘la navigazione moderna’).
Racconta Gaia Verna: “L’idea è nata durante i mesi del primo lookdown a Marsiglia, dove sto concludendo il mio dottorato in fisica delle astroparticelle. Il professor Silvano Tosi e Simone Iovenitti hanno creduto in questo progetto attorno al quale si è creato un gruppo eterogeneo di ricercatori che hanno contribuito con conoscenze e competenze in diversi ambiti disciplinari. Una delle tematiche che più ho voluto sottolineare è il legame profondo e antico tra l’osservazione del cielo e l’esigenza estremamente pratica di orientarsi, e in particolare di definire la propria rotta in mare”.
E Simone Iovenitti aggiunge: “Ai giorni nostri quasi nessuno utilizza più il cielo per orientarsi o per muoversi. Questo è naturale che accada, perché abbiamo strumenti tecnologici molto più accurati e pratici, ma è anche un peccato perché si perde un’occasione per osservare le stelle e ricordarci che siamo a bordo di un pianeta che si muove nello spazio. Ecco, in ultima analisi lo scopo del laboratorio è proprio questo: dimostrare che l’astronomia è una scienza con dei risvolti estremamente pratici, sia per i fini più concreti che per ricordarci chi siamo”.
‘Seconda stella a destra. Stelle, bussole e orologi per non perdere la rotta’ è stato inizialmente sviluppato per il Festival della Scienza di Genova 2021, ma quest’attività si presta per essere proposta in varie forme: come attività didattica, come conferenza, come lezione di approfondimento presso centri culturali, circoli nautici, associazioni di astrofili e tutti quei luoghi dove ci siano persone interessate a non perdere il contatto con la volta celeste che ci circonda.