di ALBERTO BRUZZONE
La difficile convivenza tra uomini e cinghiali nei contesti urbani è diventata ancor più complicata da quando, a inizio anno, si sono verificati i primissimi casi di peste suina. A quel punto, da quel momento in poi, la situazione è diventata sempre più critica: siamo passati dal lockdown di boschi e sentieri alla posa delle prime reti di recinzione, con tutto il dibattito in piedi circa l’abbattimento dei capi, la difesa degli allevamenti di maiali, i ristori per le categorie di lavoratori colpite.
Un argomento vastissimo, insomma, del quale si parla sempre più e dove è sempre più necessario che vengano accesi i riflettori in maniera chiara e diretta da parte delle persone di competenza. Per questo motivo, è molto interessante l’iniziativa in programma per oggi, 30 giugno, a Zoagli. Con il patrocinio del Comune di Zoagli, presso la sala consiliare, ecco un incontro su ‘Peste suina e gestione del cinghiale nelle aree antropizzate’. Inizio alle 18, a ingresso libero, organizzazione a cura del Circolo Legambiente Cantiere Verde.
“Come circolo – afferma Massimo Maugeri, esponente di spicco di Legambiente nel Tigullio – abbiamo due obiettivi: il primo, far capire la complessità sulla gestione della peste suina e presentare, attraverso l’intervento dell’esperto Maurizio Gubbiotti, presidente di Roma Natura, la situazione della Capitale con le relative azioni intraprese; il secondo è quello di ragionare su strumenti di risarcimento sia dei privati che per gli agricoltori sui danni da cinghiale. Non possiamo immaginare ogni volta di attendere il piano di sviluppo rurale per richiedere i danni per i muretti a secco. La Regione deve prevedere azioni di ripristino del territorio, agevolazioni per le recinzioni, azioni di allontanamento degli ungulati dai centri urbanizzati. Stiamo pertanto raccogliendo le quantità di danni prodotti dalla mancata gestione degli ungulati. Sicuramente un tema complesso per il quale non sarà un solo incontro a darci risposte adeguate”.
Oltre a Gubbiotti, interverranno Sofia Bacigalupi, tecnico faunistico, Francesco Bruzzo, presidente della Società Economica di Chiavari, Alessandra Raffo della Asl 4 Chiavarese. Coordina Massimo Maugeri.
Intanto, proprio ieri in Liguria, nella zona di Mignanego, entroterra di Genova, un nuovo caso di peste suina africana è stato accertato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Si tratta del nono caso nel comune da quando è iniziata l’emergenza, ovvero dal 27 dicembre 2021 al 28 giugno 2022. Il totale dei positivi sale, pertanto, a 157, di cui 99 in Piemonte e 58 in Liguria. Campo Ligure e Rossiglione restano i comuni dove si sono registrate finora più positività, ben tredici.
È uno scenario che preoccupa, infatti tre giorni fa anche nella nostra regione è iniziata la posa delle recinzioni anti ungulati, a partire dal Comune di Tiglieto. A coordinare le attività per contrastare la peste suina c’è il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che è ligure (originario di La Spezia): “Siamo di fronte a una doppia emergenza, che siamo in tempo per affrontare. Subito però e in modo integrato: da una parte c’è la peste suina e dall’altra l’aumento della presenza dei cinghiali, problema nazionale e in particolare della Liguria, frutto di un approccio ideologico e protezionistico che ora ci presenta il conto”. Secondo Costa, “bisogna mettere in campo la più grande campagna di abbattimenti mai realizzata. È stato approvato un piano di eradicazione della peste suina, per cui, oltre la zona recintata, realizzeremo una sorta di fascia cuscinetto, larga 20 chilometri, in cui non dovrà essere presente neppure un capo, con abbattimento totale della popolazione di cinghiali. Realizzeremo una fascia ‘sterile’ che impedisca all’epidemia di uscire dall’area e contagiare capi sani”.
Quanto ai ristori, secondo il ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Stefano Patuanelli, “abbiamo attivato misure da cinquanta milioni di euro per interventi di biosicurezza di sostegno alla filiera suinicola. A fine aprile ho firmato il provvedimento che libera i primi 15 milioni di euro per interventi strutturali, mentre è completato il testo relativo agli indennizzi volti a sostenere gli operatori della filiera colpiti dalle restrizioni della movimentazione animali, che ha avuto un po’ di complessità perché calcolare il danno non è stato semplice. Questo secondo provvedimento lo trasmetteremo alla Conferenza Stato Regioni e sarà sancita l’intesa auspicabilmente nella riunione del 6 luglio”.
Patuanelli ha parlato in audizione alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato riunite. “Parte delle risorse inizialmente stanziate – ha precisato il ministro – sono state assegnate al commissario per ulteriori interventi straordinari, riducendo quindi lo stanziamento per indennizzi perché al momento non necessari. In particolare 10 milioni di euro sono stati stornati al commissario per la spesa in recinzioni e contenimento. Siamo ovviamente in contatto con il Ministero della Salute che ha la competenza primaria rispetto al tema e teniamo conto del monitoraggio che Ispra svolge quotidianamente. In occasione dell’ultima riunione dell’unità di crisi, è stato annunciato peraltro l’avvio degli abbattimenti preventivi negli allevamenti previsti nelle zone di restrizione, 10 Km a partire dal focolaio riscontrato nel Lazio. In questi giorni stiamo finalizzando per il Consiglio dei Ministri un testo che prevede le modifiche all’art. 19, la norma sulla fauna selvatica. Credo che si debbano rafforzare le competenze regionali. Seguendo poi le indicazioni che Ispra dà rispetto alle selezioni che le Regioni dovranno fare”. Il problema, comunque, è molto lontano dal potersi dire risolto.