di DANILO SANGUINETI
Sono matti questi pesisti perché la vera Fatica di Ercole per i risoluti forzuti è quella di riuscire a sopravvivere nel 2022 con una disciplina che era il fiore all’occhiello dell’antico di quel gruppo che un tempo era noto come Atletica Pesante, che era il giardino incantato per la raccolta di medaglie iridate e a cinque cerchi e che dagli anni Ottanta in poi è stato prima affiancato e poi fagocitato dall’uragano arrivato dall’Oriente, l’irrompere delle arti marziali e le varie derivazioni a stelle e strisce. Oggi i combattimenti e gli atti di forza ‘superpompati’ la fanno da padrone; la vecchia antica parte del tirare su pesi senza fronzoli o senza complicazioni ulteriori – solamente la forza non bruta ma applicata con intelligenza grazie a una tecnica per niente semplice dell’atleta in piedi contro la legge di gravità – fa ancora la sua figura, e potrebbe fare proseliti, attirare giovani che vogliono padroneggiare il corpo e la mente, se solo riuscisse a guadagnarsi un po’ di spazio sui media.
I pesisti sono matti e anche un po’ orsi, faticano a uscire come personaggi su una scena che anche nello sport privilegia i tipi piuttosto che i campioni. Fabio Cogorno, allenatore della Pesistica Chiavari, sa bene di cosa si sta parlando. “Un po’ è colpa nostra, che fatichiamo a ‘uscire alla luce del sole’, preferiamo restare nella penombra della nostra palestra dove fatichiamo per diverse ore al giorno, sei giorni a settimana e non sette solo perché abbiamo la gara… E un po’ è per colpa della scandalosa, lasciatemelo dire, ignoranza dei media sportivi, cartacei e no. A Tokyo 2021 siamo tornati ai vertici mondiali, abbiamo un paio di campioni di livello assoluto eppure la nostra Federazione ha dovuto comprare uno spazio sui quotidiani sportivi perché la notizia arrivasse al grande pubblico”.
Impossibile negarlo. La stampa di settore se non è ‘roba’ che va in televisione prima snobbava e oggi con la crisi diffusa ignora tour court ciò che non passa per il tubo catodico. E se c’è uno sport che è poco telegenico, almeno per come viene visto e rappresentato ai giorni nostri, è il sollevamento pesi. Premesse che dovrebbero spaventare Lorenzo Parma, il golden boy della Pesistica che due domeniche fa a Camaiore ha conquistato la qualificazione ai campionati italiani giovanili, nella categoria Under 17. Invece Parma junior (il ‘senior’ è dirigente della società chiavarese) è ancora più determinato nel percorrere una strada che può portarlo lontano, molto lontano.
“Lorenzo è praticamente cresciuto in palestra, da quando era meno alto dei bilancieri era tra noi, nella vecchia sede che respirava magnesio…”. Fabio Cogorno lo ha allevato con grande pazienza e grande cura, come si conviene ai puledri di razza. “È nato il 14 aprile 2007, ha 15 anni e mezzo ed è pronto per sfidare ai tricolori tutti i big della categoria, che sono nati tutti nel 2005. E nel nostro sport, due anni tra i maschi che a questa età crescono con ritmo direi giornaliero, sono un handicap notevole. Ma Lorenzo darà battaglia. Sin da quando gareggiava negli Under 13 dava la paga a quelli che erano alti il doppio. Negli Under 15 è diventato il migliore pesando 67 kg, sollevandone 166 (76 a strappo, 90 a slancio). Oggi gareggia nei 73 kg, ed a Camaiore ha alzato 86 a strappo, 107 a slancio. Con questi numeri è attualmente quinto in graduatoria nazionale. Tra un mese, il 19-20 novembre a Biella vedremo dove arriverà”.
Sino a qui le dichiarazioni ufficiali, poi ‘off record’ il coach Cogorno si lascia sfuggire cosa ha realmente nel mirino Lorenzo: “A Camaiore era al 65-70% delle sua forma ideale. Aveva lavorato duro in primavera, in estate per un mese abbiamo deciso, io e lui in perfetto accordo, di staccare la spina. Stiamo parlando di un quindicenne impegnato da lunedì a domenica. Poi a settembre abbiamo riattaccato a lavorare forte. E da qui alla gara decisiva ci daremo dentro. Nella prova in Versilia ha fallito i 91 a strappo, che pure in allenamento riesce a fare, e la giuria gli ha annullato i 111 a slancio…”. Cogorno fa una pausa. “Le regole nel nostro sport sono severe. Nello slancio non basta portare il peso sopra la testa e tenercelo, bisogna avere i piedi paralleli e le braccia ben tese. Una decisione dura, perché il ragazzo stava tenendo la posizione e ha avuto un leggero tentennamento con un braccio un attimo prima che gli venisse dato l’ok per metterlo a terra. A volte i giudici sono comprensivi, a volte no. Vuol dire che proveremo e riproveremo. So solo che se dovesse fare quelle due misure a oggi sarebbe secondo, e per un esordiente nella Under 17 sarebbe un trionfo. Tenendo conto che il prossimo anno lui sarà ancora in questo gruppo e gli altri ‘forti’ saliranno invece di fascia”.
Insomma la strada per il titolo italiano e quindi anche la nazionale, è quantomeno tracciata. Per non sembrare troppo spaccone, coach Cogorno mette un ‘pesetto’ in più sulla pedana delle previsioni: “Sollevare in allenamento, tra amici e sostenitori è un discorso, farlo nella gara più importante della tua carriera, è un altro. Gambe e braccia possono tremare se non sono comandate dalla testa. Lorenzo sarà solo su quella pedana e vi posso assicurare, dopo 45 anni di agonismo, da atleta e da istruttore, che non c’è spazio più deserto di quello se non riesci a tenere i nervi saldi”.