di DANILO SANGUINETI
Persino la Pesistica, una delle discipline tra le più antiche e nello stesso tempo meno duttili del panorama sportivo, ha sentito la necessità di mettersi al passo con i tempi. Ecco perché al fianco delle classiche prove di ‘lifting’ o sollevamento – quelle di slancio e di strappo – assistiamo all’avanzare di gare dalle regole e dallo stile innovativi, sicuramente diverse rispetto al codice di gara affinato nel tempo e forse più spettacolari.
Prende sempre più campo tra i forzuti della pedana la specialità di alzare i pesi stando su una panca, la cosiddetta panca piana (dalla posizione assunta dall’atleta) oppure utilizzare pesi differenti dal classico bilanciere, tipo il kettlebell una palla pesantissima che va sollevata con una maniglia e che presenta notevoli difficoltà di presa. Sono derivazioni americane che si stanno imponendo anche in Italia e che hanno portato la società capofila del Levante, la Pesistica Chiavari, ad accogliere tra le sue file una acclamata campionessa del powerlifting, ossia dell’alzata di potenza che prevede tre esercizi: lo squat, la panca piana e lo stacco da terra.
Molto gettonata in particolare la ‘distensione su panca piana’, o più semplicemente panca (in inglese bench press). L’atleta si distende supino su una panca per mantenere la testa, le spalle e le natiche a contatto con la panca; i piedi devono rimanere piatti a terra ma è anche consentito usare dei blocchi al fine di ottenere una posizione stabile; le mani devono impugnare il bilanciere serrando la presa. Non appena ricevuto il segnale dal giudice l’atleta abbassa il bilanciere fino al torace in prossimità dello sterno, lo mantiene fermo sul torace, l’arbitro dopo aver verificato la posizione dirà ‘press’, una volta ricevuto tale comando l’atleta solleverà il bilanciere ritornando a braccia distese e gomiti serrati, raggiunta questa posizione l’arbitro dirà ‘giù’, consentendo al concorrente di posizionare il bilanciere sul rack.
Va da sé che bisogna avere oltre a braccia di ferro anche una schiena d’acciaio per riuscire a tirare su pesi che superano nettamente il proprio peso corporeo. Ebbene la Pesistica Chiavari ha da un solo anno inserito questa disciplina tra quelle praticate nella sua palestra di corso Gastaldi e può già vantarsi di avere una campionessa e recordwoman nazionale.
Sabato 27 maggio Jasmine Ciarlone si è classificata come migliore atleta italiana con un oro assoluto nella panca piana per la categoria 50 kg. Il risultato è arrivato nella gara Open tenutasi a Calenzano, in provincia di Firenze. L’atleta allenata da Fabio Riccobaldi ha sollevato 85 chili, segnando il nuovo record italiano di categoria e sbaragliando la concorrenza.
Il direttore tecnico del team chiavarese, Fabio Cogorno, spiega le nuove strategie societarie: “A inizio anno sono venuti a trovarci il coach e l’atleta e hanno chiesto di potersi tesserare per il nostro club in modo da poter prendere parte alle gare federali. Proprio da questa stagione la nostra Federazione ha deciso di inserire il Powerlifting tra le discipline praticate e di organizzare tornei e classifiche ad hoc. Con il presidente Luciano Brighenti abbiamo concordato di accoglierli in modo che potessero confrontarsi con i migliori a livello nazionale. Siamo ancora in una fase preliminare, le regole dell’esercizio sono in divenire, Riccobaldi e Jasmine ci hanno fatto vedere la loro tecnica, l’abbiamo messa a punto in modo che potesse corrispondere al regolamento federale. Jasmine è andata un mese prima alla prova di qualificazione a Calenzano e ha ottenuto il pass per la finalissima con facilità. Stessa cosa nella gara di Calenzano: riesce a fare misure incredibili, pesa 49 kg…”.
Jasmine ha 29 anni, eppure sembra avere ancora margine di miglioramento. Il Powerlifting spopola anche se fa storcere il naso ai puristi. “È vero perché la tecnica usata da Jasmine come dalle altre ragazze è particolare, la stessa presa del bilanciere è assai diversa da quella che si usa per slancio e strappo. Indiscutibile che sia un modo diverso di avvicinarsi alla pesistica ma che è altrettanto innegabile che riscuota un grande successo presso i giovani. Abbiamo tantissimi ragazzi che si sono venuti in palestra e hanno chiesto di provare, essendo affascinati dal Powerlifting. E tutto questo non può che fare bene al nostro sport, ‘povero’ per definizione”.