di ANTONIO GOZZI
Giovedì 29 luglio il Consiglio Comunale di Chiavari ha approvato all’unanimità la delibera con la quale il Comune recede dall’accordo di programma, a suo tempo approvato, per la realizzazione della cosiddetta diga Perfigli.
Da notare l’uscita al momento del voto del consigliere Cama del Pd, così come già avevano fatto i consiglieri di Lavagna dello stesso partito al momento del voto a Lavagna. Ciò conferma che il Pd, anche se non ha il coraggio di dirlo apertamente, resta l’unica forza politica favorevole alla diga Perfigli. Che tristezza!
La delibera approvata a Chiavari è sostanzialmente conforme a quelle approvate dai Comuni di Lavagna, Cogorno, Carasco e Leivi, contiene motivazioni giuridiche di rilievo e consente di ricostruire un’unità di visione e di atti concreti dei Comuni della piana dell’Entella che negli ultimi mesi, a causa della posizione incerta e a tratti ambigua dell’Amministrazione chiavarese, era mancata.
Al di là dei proclami propagandistici di esponenti della maggioranza che regge il Comune di Chiavari, in cui si sostiene che la posizione è sempre stata senza tentennamenti contro la diga Perfigli, e che quindi il recesso era scontato, le cose non stanno esattamente così.
L’essere arrivati in Consiglio Comunale a Chiavari con un voto unanime su una delibera di recesso dall’accordo di programma, migliorata da importanti integrazioni proposte dalla minoranza, non è stata esattamente una passeggiata di salute ma il frutto di una battaglia e un impegno civici che ha coinvolto vasti settori dell’opinione pubblica e della cittadinanza e varie associazioni, e che ha visto l’intelligenza e la tenacia creativa del Sindaco di Lavagna, Gian Alberto Mangiante, indirizzare e sostenere questo movimento fino ad allineare tutti i Comuni della Piana.
Le incertezze e le ambiguità iniziali dell’Amministrazione Comunale chiavarese, di cui ancora non si comprendono le ragioni (forse non far incazzare un’altra volta Bucci dopo il già difficile passaggio sulla rumenta? O forse dimostrare che Chiavari aveva il potere di bloccare tutto?) sono sotto gli occhi di tutti anche grazie al fatto che ‘Piazza Levante’ le ha per lungo tempo individuate e segnalate.
Alla riunione convocata sull’argomento qualche mese fa in Regione, a fronte della posizione netta degli altri Comuni sul recesso dall’accordo di programma l’ineffabile consigliere Giorgio Canepa, in rappresentanza della Civica Amministrazione chiavarese se ne era uscito, come da verbale da noi citato, affermando: “…il Comune di Chiavari è contrario alla realizzazione del secondo lotto, mentre per quello che riguarda il primo lotto farà una verifica con gli altri Comuni per decidere”.
Ricordiamo, ancora una volta, che il primo lotto è quello tra il ponte della Maddalena e il mare, quello su cui dovrebbe sorgere l’obbrobrio della diga Perfigli.
Definimmo quell’atteggiamento di Canepa a nome del Comune di Chiavari ‘sfumato e interlocutorio’ rispetto a quello molto più chiaro e determinato espresso dagli altri Comuni della Piana.
Sulla stessa lunghezza d’onda e sostanzialmente allineato con la posizione interlocutoria assunta in Regione il Presidente del Consiglio Comunale Antonio Segalerba, il quale rispondendo a un mio “sermone del giovedì” (il copyright è suo ma ha portato fortuna) teorizzò con argomenti giuridici, per la verità traballanti, che il Comune di Chiavari non essendo destinatario dell’opera non poteva recedere dall’accordo di programma “…non lo può certo fare Chiavari sul cui territorio [il progetto n.d.r] ha aspetti minimi da rivedere in un’eventuale fase esecutiva”. La tesi non sembra aver convinto la maggioranza di Chiavari che ha ritenuto non esistere questa impossibilità giuridica e ha votato il recesso dall’accordo di programma.
Quando parte una petizione popolare lanciata da Legambiente, Italia Nostra, Il Bandolo, la Lipu, l’Associazione famiglie del Tigullio, i Promotori del Comitato contro la cementificazione dell’area ex Italgas in via Trieste, Medici per l’ambiente, Cittadinanza Attiva, Arcobaleno, Associazione Consumatori e ‘Piazza Levante’ per chiedere al Comune di Chiavari di recedere senza indugio dall’accordo di programma , il Sindaco Marco Di Capua sbrocca e oltre a insultare gratuitamente il sottoscritto definisce le associazioni proponenti la petizione “ambientalisti da salotto e cortigiani”. Forse è anche grazie a questi insulti che in pochi giorni la petizione raggiunge le 1700 firme.
Nonostante il Sindaco abbia attaccato violentemente la raccolta di firme e insultato i proponenti (ma perché lo fa? Essendo stato da sempre contro la diga Perfigli bastava che dicesse: ‘vado in Consiglio Comunale per recedere dall’accordo di programma come da voi richiesto’) un pezzo importante della sua maggioranza, il gruppo Vola Chiavari con i suoi esponenti e consiglieri comunali Alberto Corticelli, David Cesaretti, Luca Ghiggeri e Giuseppe Corticelli, aderisce alla petizione degli “ambientalisti da salotto e cortigiani” e pubblicizza sui social il fatto di aver firmato, così dimostrando al mondo di non essere per nulla d’accordo con il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale.
A quel punto i giochi sono fatti e anche Avanti Chiavari, la lista di Antonio Segalerba, alla fine cede e annuncia l’ok al recesso dall’accordo di programma. Anche qui il comportamento è incomprensibile: perché prima si dice che giuridicamente non si può fare e d’improvviso si cambia idea? Boh.
Dopo qualche tentennamento residuo (“i tecnici non firmano, non c’è più tempo per convocare il Consiglio Comunale prima delle vacanze”, ecc.) l’Amministrazione decide di andare in Consiglio comunale dando alla pratica un profilo quasi routinario; meglio non scontrarsi con l’opinione pubblica e la cittadinanza alla vigilia di una campagna elettorale, specie su un tema così delicato come l’ambiente.
L’unico fuori dal tempo e dallo spazio è ancora una volta l’ineffabile consigliere partecipattivo Canepa il quale non capisce che l’aria è cambiata e nel suo intervento continua a insultare “gli ambientalisti da salotto” i quali questa volta si incazzano di brutto e lo mandano a quel paese, anche perché il Canepa in campagna elettorale è andato da molti di loro a cercare il voto. Gli dicono che le sue parole sono inqualificabili e gravemente offensive e lo invitano a scusarsi con le oltre 1700 persone che hanno firmato la petizione.
La questione Partecip@ttiva meriterebbe un approfondimento a parte, per cercare di comprendere come e perché un movimento di cattolici di base pieni delle migliori intenzioni di partecipazione alla vita pubblica e alla democrazia sia finito a farsi rappresentare in consiglio da ‘un gerarca minore’ come il signor Canepa, manager internazionale, famoso da noi soltanto per aver realizzato le piste ciclabili sui marciapiedi riservati ai pedoni.
In conclusione, una battaglia vinta per ora solo sulla carta. Bisogna riuscire a fermare i lavori che sono stati già assegnati e che potrebbero partire a giorni. Sarebbe bene che tutti i Sindaci della Piana aiutassero il Sindaco di Lavagna Mangiante nella sua interlocuzione con il Presidente della Regione Toti e il Sindaco metropolitano Bucci.
La vicenda della diga Perfigli e del recesso dell’accordo di programma è stata inoltre la cartina di tornasole del malessere profondo e delle tensioni fortissime ormai quotidiane che da mesi covano nella maggioranza ed ha, per la prima volta, mostrato che vi sono temi sui quali il consenso della cittadinanza nei confronti di questa Amministrazione è tutt’altro che bulgaro.
La consigliera di minoranza Silvia Garibaldi è ritornata poche ore fa su un argomento delicatissimo quale quello dell’area ex-Italgas, dove di nuovo migliaia di cittadini protestano per le parole (del Sindaco e di esponenti dell’Amministrazione) a cui non sono seguiti fatti, tanto da non riuscire neanche a comprare dall’Italgas l’area in questione, venduta per quattro soldi dall’azienda torinese a un privato. L’acquisto da parte del Comune avrebbe consentito senza tanti problemi di trasformare l’area in verde e parcheggi.
La consigliera di opposizione Silvia Garibaldi, partendo dall’enorme avanzo di amministrazione (oltre 18 milioni di euro) e dal fatto che la Civica Amministrazione non sembra intenzionata a utilizzare lo strumento principe e cioè quello della destinazione urbanistica con una variante apposita al PUC che imponga verde e parcheggi, torna a chiedere al Comune di provare a comprare quell’area, questa volta non più da Italgas ma dai privati che l’hanno acquistata per poco e niente. L’area è talmente strategica che i soldi sarebbero ben spesi.
Il Comune potrebbe sfruttare il fatto che i costi di bonifica per fare parcheggi e verde sarebbero certamente più contenuti rispetto a quelli che i privati dovrebbero sostenere per farci 3000 mq di edificato a destinazione ancora incerta.
Vediamo come reagirà Palazzo Bianco alla proposta della consigliera Silvia Garibaldi. Stay tuned.