di ANTONIO GOZZI
Sulla vicenda del possibile ritorno a Chiavari del Tribunale negli ultimi giorni si sono registrate prese di posizione e polemiche da varie parti dello schieramento politico; prima i partiti del centro destra (FdI, Lega, FI) poi il Pd, infine Avanti Chiavari, il movimento che sostiene l’Amministrazione Comunale di Chiavari.
Lunedi scorso vi è stato anche un Consiglio Comunale dove su richiesta delle opposizioni si è sviluppata la discussione sul tema.
La tendenza della Civica amministrazione chiavarese è di scaricare sugli altri la responsabilità dell’azione o non azione al riguardo. Niente di più sbagliato.
Invece di pensare a quali sono le iniziative da intraprendere, in maniera un po’ surreale, il Sindaco Messuti intervenendo nel dibattito in Consiglio Comunale ha detto che non ha “ricevuto telefonate dagli altri sindaci del Tigullio” e che “il Ministro Nordio non ha risposto alle nostre email”. Francamente sia ha l’impressione che all’Amministrazione Messuti e ai suoi danti causa di riportare a Chiavari il Tribunale e la Procura della Repubblica non interessi molto.
Bisogna cambiare registro.
Se c’è una speranza di riportare il Tribunale a Chiavari, facendolo diventare il Tribunale del Levante, allargando quindi la circoscrizione rispetto a quella del passato, è che, a partire dal Comune di Chiavari, Amministrazioni centrali e periferiche, Istituzioni e forze politiche, forze economiche, sociali, culturali e cittadini lavorino tutti insieme con grande spirito di concordia e di unità su un programma definito.
Ciò ovviamente non significa disconoscere che esistano precise responsabilità di soggetti istituzionali che se, come dicono, credono nel progetto devono intraprendere azioni concrete e coerenti.
Esiste innanzitutto un Governo nazionale e un Ministro di Grazia e Giustizia a cui si deve la riflessione che ha innescato il processo. Il Ministro Nordio in Parlamento ha detto che in taluni casi è stato un errore sopprimere i piccoli tribunali.
L’obiettivo della riforma del Governo Monti, che portò alla sciagurata soppressione del tribunale di Chiavari, era quello di risparmiare 80 milioni di euro, ma la soppressione dei tribunali cosiddetti minori e periferici non ha sortito gli effetti sperati e, invece, ha scaricato ulteriori costi e disagi sulla collettività.
Che il risparmio sarebbe stato di molto inferiore a quello previsto l’aveva già detto nel 2013 uno studio dell’Ordine nazionale forense (Cnf), guidato dall’allora presidente Guido Alpa. Quel documento contestava le cifre fornite dall’allora Governo Monti e indicava con forza il diritto dei cittadini ad una giustizia di prossimità efficiente e razionale la cui geografia doveva essere determinata da tutti i numeri e dati utili e non fondata su presunzioni.
A tutt’oggi, incredibilmente, non esiste una relazione che ci dice quale sia stato il risultato in termini di efficienza e risparmio di costi diretti e indiretti per la cittadinanza e per l’amministrazione della giustizia della soppressione del Tribunale di Chiavari e del suo accorpamento su Genova.
Il Ministero di Grazia e Giustizia dovrebbe rendere noti dati che sicuramente possiede al riguardo, e indicare una road map per il ripristino di quei tribunali che è stato sbagliato sopprimere.
Il sottosegretario Del Mastro nella sua recente visita a Chiavari ha dato qualche indicazione al riguardo: l’allargamento della circoscrizione appunto, l’immediata disponibilità di spazi, il concerto con tutti i soggetti interessati. A oggi però non è ancora chiaro quale sia il percorso che il Ministero di Grazia e Giustizia ha in testa per la riapertura di alcuni dei tribunali a suo tempo soppressi: tempistiche, passaggi amministrativi, confronto con gli organi giudiziari ecc. Sarebbe opportuno ottenere chiarimenti in merito.
Poi esistono il ruolo e i compiti del Comune che si candida a ospitare il Tribunale che ritorna. Parliamo naturalmente del Comune di Chiavari, che deve rapidamente fare due cose:
- Promuovere l’iniziativa e il consenso sulla stessa del più ampio fronte possibile: e questo non si fa attendendo le telefonate dagli altri Sindaci ma facendo telefonate agli altri Sindaci.
- Reperire rapidamente gli spazi per collocare il nuovo servizio.
La situazione da questo punto di vista è persino paradossale.
C’è un nuovo Palazzo di Giustizia costruito a suo tempo e voluto con forza da tutta la comunità chiavarese guidata dall’allora Presidente dell’Ordine degli Avvocati, l’indimenticato Antonio Griffi, per difendere la funzione e l’esistenza del Tribunale a Chiavari. Il nuovo edificio è stato realizzato grazie agli stanziamenti di uno dei Governi Berlusconi e all’assunzione dei costi di bonifica dell’area ex Italgas che l’Amministrazione Comunale chiavarese guidata allora da Vittorio Agostino si assunse.
Oggi l’edificio ospita vari servizi pubblici con contratti che, purtroppo, sono stati stipulati senza una clausola di recesso nel caso in cui si potesse riavere il Tribunale. Il Comune deve, in conseguenza di ciò, trovare spazi alternativi per questi servizi e la cosa risulta tutt’altro che facile. L’Amministrazione Messuti paga la colpa di non essersi mai occupata di spazi direzionali, fondamentali per rilanciare il ruolo di capoluogo della città, nonostante da più parti e da tempo siano arrivate sollecitazioni in tal senso, comprese quelle di ‘Piazza Levante’. Anzi si è andati nella direzione opposta, eliminando il vincolo privatistico del Palazzo Ferden su cui però, a nostra conoscenza, esiste ancora un vincolo di Puc a servizi pubblici nazionali. Oggi gli spazi residui del Ferden sarebbero preziosissimi.
Da salutare al riguardo del problema degli spazi un gesto di grande intelligenza e responsabilità fatto recentemente dal Sindaco di Lavagna Alberto Mangiante, che si è detto disponibile a mettere spazi a disposizione per i servizi che se ne devono andare dal palazzo del Tribunale. Questo approccio è quello giusto.
Bisogna agire con rapidità tutti uniti e in concordia di intenti.
Noi torniamo sulla proposta fatta un po’ di tempo fa.
Occorre una chiara espressione di consenso e sostegno da parte di tutti i soggetti interessati al ripristino del Tribunale del Levante; un’espressione corale di forze politiche, dei parlamentari liguri, dei consiglieri regionali, del presidente della Regione, del sindaco della Città Metropolitana, di tutti i sindaci dei comuni della vecchia circoscrizione e dei comuni a cui si pensa di allargare il perimetro, delle forze economiche, sociali, culturali, degli organismi giudiziari ecc. Tutti insieme devono solennemente riaffermare, sulla base dell’esperienza effettuata e dei numeri che il Ministero di Grazia e Giustizia deve fornire, la necessità di istituire un nuovo Tribunale del Levante a Chiavari con sede nel nuovo edificio a suo tempo costruito per la bisogna.
Tale sottoscrizione solenne costituirebbe la base su cui costruire il programma attuativo.
Ho scritto e ribadisco che potrebbe essere la Società Economica di Chiavari per la sua storia, la sua missione, le sue funzioni di istituto e il suo prestigio a rendersi protagonista di questa iniziativa di chiamata di tutti per il Tribunale. Sarebbe veramente un momento di svolta.