di ALBERTO BRUZZONE
Di anziani si è fatto un grande, un grandissimo parlare, nei giorni scorsi, a seguito dell’infelice tweet del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che domenica li ha definiti “non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese”. È stato, come poi spiegato, un errore di sintesi di un pensiero più ampio, ma quella schermata ha fatto il giro d’Italia, se non anche d’Europa, ingenerando polemiche di ogni sorta. E, in questo quadro, non è mancato chi ha fatto notare come proprio la Liguria sia ormai da lungo tempo la regione più ‘anziana’ del Vecchio Continente e come, proprio qui, le politiche ‘silver’ siano state sempre considerate come centrali.
Un modo per riportare il tema nei giusti binari – scelta che appare non solo doverosa, ma pure sacrosanta, perché quando il dibattito si alza come toni, contemporaneamente si svuota sempre come contenuti – capita ‘a fagiolo’ in questi giorni: parte infatti questa mattina l’edizione 2020 del ‘Silver Economy Forum’, l’evento nazionale che affronta i temi legati alla cosiddetta ageing society (termine inglese coniato per designare la società mondiale e la sua tendenza all’invecchiamento demografico), organizzato da Ameri Communications. Il Forum, giunto alla terza edizione, si svolgerà interamente online attraverso la piattaforma Cisco Webex. Il programma prevede cinquanta autorevoli relatori nazionali e internazionali e nove sessioni tematiche, tra oggi, domani e sabato. Dopo i saluti del sindaco di Genova e sindaco metropolitano, Marco Bucci, e dell’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Liguria, Andrea Benveduti, interverrà la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa.
Primo tema, la prevenzione e la salute
Daniela Ameri, che da sempre coordina la manifestazione in veste di direttrice del Silver Economy Forum e presidente di Ameri Communications, spiega: “Il tema di quest’anno è la prevenzione: il Covid-19 ha evidenziato la necessità di sviluppare la prevenzione per la tutela e la salute della popolazione, in particolare dei silver. Verranno trattati i temi legati alla ricerca e lo sviluppo in ambito sanitario, alle nuove tecnologie compreso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, all’uso dell’e-health e alla telemedicina, allo sviluppo di startup, ai servizi e all’ecosistema economico del settore”.
Intanto, il Silver Economy Forum è recentemente entrato a far parte dell’Ufficio regionale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per l’Europa. Tra le novità della terza edizione del Silver Economy Forum, ecco la presenza di importanti network internazionali che operano nell’ambito dell’ageing population (Francia, Belgio, Gran Bretagna e Stati Uniti), che si confronteranno sulla situazione attuale della ricerca e dell’innovazione nell’ambito della silver economy e della silver care.
Un focus su tendenze e consumi
Spazio anche a tendenze e consumi, con la presentazione della nuova ricerca dell’Osservatorio Silver Trends, ideato da Ameri Communications e Lattanzio Monitoring & Evaluation, che ha lo scopo di intercettare i gusti, le tendenze e le esigenze del nuovo pubblico over 65. In questa edizione sarà presentato lo studio sull’utilizzo, dall’inizio della pandemia, lockdown compreso, sino a oggi, dei dispositivi digitali, dell’e-health e dell’e-commerce.
E qui sta proprio uno dei temi centrali. Perché se c’è una categoria che genera ‘produttività’, questa sono proprio i silver. Sono gli anziani, infatti, che muovono la microeconomia, che acquistano i beni di piccolo e di medio consumo, che vanno in vacanza, che creano indotto e occasioni di lavoro, anche grazie a una disponibilità economica normalmente e mediamente superiore rispetto a quella di altre categorie. Questo è un concetto chiave, ed è il motivo per cui la silver economy viene da sempre vista come una risorsa, altro che non indispensabile.
“L’invecchiamento della popolazione crea nuove esigenze a livello territoriale e nazionale – conferma Daniela Ameri – Il Silver Economy Forum ha aperto il confronto sullo sviluppo economico nel settore e si impegna annualmente nel divulgare e promuovere i cambiamenti in atto in Liguria e in Italia, le esigenze legate alla popolazione silver e i possibili modelli di risposta e di intervento attuali e futuri, in un settore che sta evolvendo in maniera esponenziale e che offre ottime opportunità di lavoro per i giovani”.
Per Genova e la Liguria, la Silver Economy è un asset di sviluppo
Secondo il sindaco Marco Bucci, “la silver economy, con tutte le attività ad essa collegate, costituisce, per Genova, uno degli asset di sviluppo. Per le peculiarità climatiche e ambientali, per i servizi che offre la nostra città, essa rappresenta una reale opportunità di sviluppo economico su cui l’amministrazione comunale intende continuare a puntare. Ed è giunto il momento di condividere i progetti dei singoli ambiti di competenza in un cluster genovese e ligure, ‘Silver Economy District’, con l’obiettivo di sviluppare le condizioni economiche di crescita del territorio”.
Per Bucci, questo significa “creare così un vero e proprio incubatore di innovazione grazie all’integrazione tra Università, centri di ricerca, imprese tecnologiche, sistemi sanitari e assistenziali e ricerca medica, così da rendere la Silver Economy di più ampia e forte riconoscibilità a livello nazionale e internazionale. Nonostante il periodo critico e la fase di emergenza che ci troviamo ad affrontare, pensiamo alla Genova di domani, a quando anche il Covid sarà il passato e potremmo tornare alla vita di sempre”.
E Daniela Ameri (nella foto a fianco) aggiunge: “Con quanto sta accadendo nel mondo a causa del Covid-19, non potevamo non occuparci in questa terza edizione della Silver Care, intesa come attenzione al benessere dei cittadini tutti, ma in particolar modo verso i senior. C’è bisogno di fare un passo in avanti: occorre creare un sistema multidisciplinare a sostegno della prevenzione a disposizione sempre, non solo nelle urgenze. Stiamo lavorando insieme al sindaco Bucci e alla Regione Liguria per rendere il capoluogo di Genova un centro di eccellenza nazionale e internazionale per la ricerca e l’innovazione sull’ageing society, valorizzando le grandi competenze delle diverse realtà del territorio genovese e ligure. Il progetto prenderà forma nei prossimi mesi con la programmazione di incontri e piani condivisi nei differenti ambiti: valorizzazione del patrimonio immobiliare, residenze diffuse, accessibilità, cultura e turismo a favore dello sviluppo di opportunità di lavoro per le fasce più giovani”.
I record del nostro territorio
Genova e la Liguria rappresentano i territori con il più alto indice di invecchiamento in Italia e in Europa. La Liguria è la regione più longeva d’Italia con il 28,5% degli anziani. A Genova gli over 65 sono poco più di 242mila (il 28,4% del totale).
La domanda generata direttamente dagli over 65 in Italia è rilevante: in euro correnti, il valore complessivo della spesa realizzata da questa fascia della popolazione è di circa 200 miliardi di euro, quasi un quinto dell’intero ammontare dei consumi delle famiglie residenti. Si stima che nel 2030 la quota varrà circa il 25% del totale e nel 2050 il 30%.
Il forum è fruibile interamente online grazie a Liguria Digitale, partner tecnologico della manifestazione. Per registrarsi gratuitamente all’evento e consultare il programma completo basta andare sul sito www.silvereconomyforum.it.
La Silver Economy in tempo di pandemia
Una delle tavole rotonde centrali è prevista per domani, venerdì 6 novembre, alle ore 11,30. Si parlerà di ‘Silver economy nella società post Covid-19’, con la partecipazione, tra gli altri, di Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e visiting professor all’Università Bocconi.
È anche in questo quadro che s’inserisce ‘I Silver nella nuova normalità: dieta mediatica e acquisti durante e dopo il lockdown’, ovvero una ricerca che, nel mese di maggio 2020, Ameri Communication e Lattanzio Kibs hanno deciso di condurre presso il target silver (over 50enni), con l’obiettivo di comprenderne i comportamenti in merito a dieta mediatica e consumi.
Il lockdown, come sappiamo, ha impresso un’accelerazione a fenomeni digitali già in essere, in particolare il ricorso all’e-commerce, che il sistema infrastrutturale italiano e le telecomunicazioni hanno saputo sostenere in modo adeguato e il cui accesso ai consumatori è stato garantito dalle aziende, in qualche caso dopo il superamento delle inevitabili difficoltà iniziali. Se prima dell’emergenza sanitaria, il 19% degli intervistati acquistava prodotti alimentari online, durante la quarantena questa quota è salita al 42% (+23 punti percentuali).
Ma quanta parte di questa quota di ‘new adopter’ continuerà ad utilizzare l’e-commerce? Stando alle dichiarazioni degli intervistati, circa il 10% dei silver continuerà a ricorrere agli acquisti online, mentre per gli acquisti non alimentari, l’incremento è pari a circa il 5% (dovuto ad un mercato più maturo). L’emergenza sanitaria ha quindi avuto tra i suoi innumerevoli effetti quello di ampliare la platea di nuovi consumatori silver che faranno ricorso all’e-commerce nel prossimo futuro.
In merito al processo di acquisto online, un altro dato non desumibile a priori riguarda l’indipendenza nel processo di acquisto. Ben il 75% degli intervistati dichiara di acquistare in totale autonomia, mentre la restante quota ha delegato a familiari e amici per poca praticità (18%) o per diffidenza verso i mezzi di pagamento (7%).
Ma i silver cosa hanno acquistato online? Soprattutto libri (46%), abbigliamento e accessori (39%) e prodotti di cura della persona (38%), a seguire elettrodomestici (25%), high tech (22%) e arredamento e componenti d’arredo (18%).
Il comportamento verso i media
Quanto ai media, che era l’altro argomento dell’indagine, l’isolamento domestico imposto per la sicurezza degli italiani ha accentuato, e solo in parte modificato, il modo degli over 50enni di tenersi informati e di comunicare con le persone. Nel corso del lockdown, oltre la metà degli intervistati ha dichiarato che la tv (56%), i social network (53%) e i libri (52%) sono stadi i media che hanno tenuto più compagnia.
Sono state soprattutto le donne a prediligere tv, social e libri, gli uomini si sono orientati su stampa online e cartacea, arricchendo la fruizione mediatica anche con Internet (blog, forum, fai da te, ecc…). Tv e libri hanno distratto – comprensibilmente – dalle difficoltà dell’isolamento soprattutto gli over 75enni, mentre i più giovani tra i silver hanno fatto maggiormente ricorso ai social network.
Ma rispetto a prima del lockdown la ‘dieta mediatica’ è cambiata? Come accennato, sicuramente i comportamenti si sono accentuati più che modificati: hanno registrato un incremento sensibile di utilizzo mezzi già diffusi, quali la tv (+26%), i libri (+27%) e in particolare i social network (+45%). A differenza dei mesi precedenti all’isolamento è cresciuta la fruizione della stampa online (+37%) e di blog, forum e simili (+21%). Come ci si poteva attendere, ha risentito di un ulteriore calo il consumo della stampa offline (-14%), anche per le evidenti difficoltà di acquisto all’edicola.
Sia per gli acquisti che per la fruizione dei media, comunque, anche questo studio restituisce il quadro di una fetta di popolazione pienamente attiva e vitale. Capace di generare e produrre ricchezza. Altro che ‘improduttiva’.