di ALBERTO BRUZZONE
Non se ne esce. Non se ne esce e si va avanti a colpi di carte bollate. A colpi di scontri giudiziari tra i pro e i contro. Peccato, perché una splendida occasione come la trasformazione del Parco di Portofino da regionale a nazionale avrebbe meritato miglior destino. E invece si prosegue nell’ormai lunghissima disputa relativa ai confini.
L’ultimo punto di questa infinita partita è stato messo a segno dagli ambientalisti, in particolare dall’associazione Amici del Monte di Portofino, che nei giorni scorsi ha ottenuto, attraverso una sentenza favorevole al Consiglio di Stato, la sospensione dell’efficacia della sentenza del Tar ligure, che aveva accolto invece la linea della Regione Liguria e di alcuni comuni contrari all’ampliamento per la creazione del Parco Nazionale di Portofino. In attesa dell’udienza al Consiglio di Stato nel merito, si torna all’area più ampia, come aveva stabilito il Ministero della Transizione Ecologica. Attualmente sono ancora in vigore i confini del parco regionale. I confini allargati sono contestati da nove degli undici comuni interessati, che sono Avegno, Cicagna, Chiavari, Portofino, Rapallo, Recco, Santa Margherita, Tribogna e Zoagli. Gli unici favorevoli sono Camogli e Coreglia.
Sono tre le proposte avanzate per riperimetrare i confini del Parco di Portofino, che con 1056 ettari oggi comprende solo Camogli, Portofino e Santa Margherita, per trasformarlo in nazionale. Il ministro Roberto Cingolani vuole inserire undici comuni arrivando a 5.363 ettari; Anci Liguria sette comuni (Camogli, Portofino, Santa Margherita, Zoagli, Rapallo, Chiavari e Coreglia) e l’Area Marina Protetta per 2.940 ettari; la Regione punta sui tre comuni attuali e l’inserimento dell’Area Marina Protetta su 1.700 ettari. Questa proposta è stata bocciata recentemente dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), anche se il parere non è vincolante.
Rispetto alla questione, la Regione Liguria ha fornito la sua versione: “La quarta sezione del Consiglio di Stato non ha accolto la richiesta di sospensione della sentenza che aveva accolto il ricorso presentato da Regione Liguria contro la perimetrazione provvisoria del Parco Nazionale di Portofino, ma si è limitata ad accogliere la richiesta cautelare esclusivamente nella parte in cui si chiedeva la fissazione del merito dell’appello. Regione Liguria sottolinea come i ricorsi al Tar presentati contro il decreto ministeriale che ha istituito il Parco Nazionale sono stati nel complesso otto, tutti accolti, fatto che ha avuto come conseguenza l’annullamento del decreto”.
Ma la Regione “ribadisce il principio secondo cui un parco nazionale non possa nascere con una norma legislativa o una sentenza del giudice amministrativo, ma debba fondarsi sulle decisioni delle amministrazioni locali e di quella regionale, che si esprimono con gli atti dei loro organi rappresentativi. Regione Liguria, in attesa di una pronuncia definitiva del Consiglio di Stato, continuerà a sostenere nelle sedi opportune una visione di parco nazionale che sia frutto di un percorso di condivisione con gli enti locali”.
E così si è riacceso, per l’ennesima volta, il dibattito politico: “Il Partito Democratico già ad agosto aveva giudicato insufficiente l’ipotesi di determinare i confini del Parco Nazionale di Portofino allargando i confini utilizzando il mare, cioè fondendo Parco Regionale attuale di Portofino e Area Marina Protetta di Portofino, che peraltro è già nazionale – sostiene il senatore dem Vito Vattuone, insieme al segretario della Federazione Pd Tigullio, Alessio Chiappe, e al consigliere di Città Metropolitana, Elio Cuneo – Tale idea, pur valida perché puntava a unire terra e mare in un unico sistema, ha il forte limite di non modificare l’estensione territoriale, non cogliendo così l’occasione di mettere in rete le bellezze e le eccellenze del nostro territorio”.
Secondo Vattuone, Chiappe e Cuneo, “la decisione di Toti, comunicata, peraltro, al tavolo dei sindaci senza lasciare alcun spazio a un confronto e una discussione vera, di avanzare una proposta limitata al territorio di soli tre comuni è lesiva prima di tutto della volontà già espressa da almeno altri quattro comuni – Chiavari, Zoagli, Coreglia Ligure e Rapallo – di entrare a far parte del Parco Nazionale; alcuni di questi comuni nei mesi scorsi, anche grazie al lavoro eccellente svolto da Anci, hanno provveduto anche a indicare espressamente le aree da inserire nella perimetrazione. Quello che è accaduto martedì evidenzia che ormai l’unico obiettivo del presidente Toti è quello di compiacere gli alleati leghisti che minacciano di far cadere la sua amministrazione in Regione. Non si può accettare che la volontà dei territori, di chi vuole investire sullo sviluppo sostenibile del territorio e della Liguria, venga gettata via per ragioni di equilibri di maggioranza cancellando una formidabile occasione di sviluppo del territorio”.
Sempre tra i dem, il parere di Luca Garibaldi, consigliere regionale del Pd: “Al di là della battaglia nelle aule dei tribunali, con cui la Regione mi pare voglia rallentare l’attuazione del Parco, occorre ritornare al dialogo e alla costruzione di una proposta seria e condivisa. Non la proposta di parco ‘fotocopia’ rispetto a quello regionale, come Toti e la Lega sostengono, ma una proposta che parta dai comuni che già da tempo sono d’accordo a farne parte, e che vengono tenuti fuori contro la loro volontà”. Ma la strada verso un’intesa pare ancora lunghissima.