di ALBERTO BRUZZONE
Nel giorno in cui scadevano i termini per definirne i confini, come raccontato qualche numero fa da ‘Piazza Levante’ (leggi qui) il destino del Parco nazionale di Portofino è arrivato in Consiglio Regionale con l’interrogazione presentata da Pd e Avs e l’interpellanza a firma di Linea Condivisa.
La sentenza del Tar dello scorso 7 ottobre, lo ricordiamo, da un lato ha confermato la perimetrazione provvisoria del Parco a undici Comuni e, dall’altro, ha annullato gli atti istitutivi nella parte relativa alla gestione provvisoria e alla zonizzazione, evidenziando la necessità di un confronto più ampio con gli enti locali. La sentenza, inoltre, ha stabilito che, in assenza di un’intesa tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Liguria, il percorso per l’istituzione definitiva del Parco dovrà essere ridefinito attraverso adeguate consultazioni con le amministrazioni locali.
Nel rispondere alle opposizioni, il vicepresidente Alessandro Piana ha fatto riferimento alle due possibili strade indicate dal Tar: riavviare la procedura provvisoria, sentendo Regione e Comuni, o procedere direttamente all’istituzione definitiva del Parco, tramite intesa tra Ministero e Regione. Piana ha così annunciato la scelta dell’amministrazione regionale di optare per la seconda ipotesi, coinvolgendo i Comuni di Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure, e ha sollecitato il Ministero dell’Ambiente con due note ufficiali. “Non avendo ricevuto risposta – ha detto Piana – abbiamo richiesto un incontro urgente per avviare la procedura definitiva prevista dalla legge quadro n. 394/1991”.
Un percorso sbagliato, secondo le opposizioni. “La mancata decisione tra le parti politiche – dichiara il capogruppo del Partito Democratico in Regione, Armando Sanna – ha lasciato nell’immobilismo un intero territorio. Il Parco di Portofino è una risorsa preziosa. L’assenza di un assetto di gestione chiaro e condiviso continua a provocare incertezze amministrative. Questo lascia il territorio in una condizione di tutela insufficiente. Da sei anni è tutto fermo. È necessario ripartire al più presto stabilendo i confini del Parco, che non possono essere quelli di un parco francobollo a tre, come proposto nella scorsa legislatura. Si riparta invece dall’ascolto dei territori e si ricominci almeno dall’inclusione dei comuni che avevano chiesto di far parte del Parco ma che la Giunta di destra aveva escluso. Dalla Giunta invece non arriva nessuna risposta e continua lasciare nel limbo chi chiede e merita attenzione e che da anni si è messo in giro per rivalutare il suo territorio”
“La Regione – aggiunge Selena Candia, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in Regione – ha dimostrato ancora una volta di non essere in grado di vedere nei Parchi un’opportunità di rilancio del territorio e dell’economia, come avviene già da diversi anni negli altri paesi europei. Un grande Parco Nazionale non significa solo tutela ambientale ma vuol dire anche opportunità economiche per le nuove generazioni attraverso un turismo e un’agricoltura di qualità all’interno di un’area protetta. I territori vengono ascoltati solo se hanno la stessa visione politica della Giunta Toti prima e Bucci ora. I comuni invece che chiedono con forza di entrare nell’area parco invece restano senza risposte”.
“Incomprensibili le risposte da parte della Giunta sul Parco di Portofino: quando la politica non riesce a rispondere ai problemi lascia spazio alle aule giuridiche. Bastava fare il Parco con i comuni che erano d’accordo a farne parte e non imporre una scelta. Purtroppo una lobby particolare in questa regione penalizza la tutela ambientale e lo sviluppo economico di un territorio, perché in ogni parte del Paese, in cui è stato fatto un Parco nazionale non solo c’è stata tutela del territorio ma anche aumento del Pil”, conclude il capogruppo della Lista Orlando Presidente Gianni Pastorino.