di ALBERTO BRUZZONE
Parco di Portofino, riparte l’iter per il passaggio da regionale a nazionale. Lo conferma l’assessore regionale all’Ambiente Stefano Mai, che proprio ieri ha ricevuto la nuova convocazione da parte del Ministero dell’Ambiente, dopo che il precedente vertice fissato per metà settembre era stato rinviato.
La nuova data è quella del 7 novembre. Alle ore 15 a Roma, presso la sede del dicastero e alla presenza della funzionaria Maria Carmela Giarratano, direttore generale per la protezione della natura e del mare, si vedranno rappresentanti della Regione Liguria, sindaci dei comuni del Levante interessati e associazioni coinvolte.
“Si parlerà – afferma Stefano Mai – sia dei confini che dei regolamenti. Ho garantito personalmente che saremmo arrivati al Ministero con una posizione unitaria, che noi liguri avremmo fatto fronte comune, anche per frenare certe ipotesi iperboliche e fantascientifiche come quelle che ho sentito nei mesi scorsi. Nel frattempo, ho chiesto che Ispra, ovvero l’Istituto Superiore per la Protezione e per la Ricerca Ambientale, facesse le sue valutazioni e i suoi studi a proposito del futuro parco nazionale, in modo da potercele presentare nel corso della riunione”.
Uno degli obiettivi primari è quello di “arrivare a una perimetrazione condivisa, sia noi liguri che l’Ispra. Ascolteremo le proposte in merito”. Mai è molto soddisfatto del percorso sin qui svolto, nonostante il rinvio di un paio di mesi: “Il Parco di Portofino è già un’eccellenza a livello mondiale. Il borgo ha una visibilità enorme. Ma questo riconoscimento è giusto e sacrosanto, anche perché ci darà ulteriore prestigio, oltre a maggiori risorse economiche”.
La Regione stanzia per il parco seicentomila euro, mentre il Ministero dovrebbe arrivare sino a un milione. “Ottime risorse per poter avviare un percorso veramente importante. Vogliamo essere attori con una voce in capitolo, su tutta questa vertenza. Per il momento, abbiamo incontrato piena collaborazione da parte del Ministero”.
Resta il nodo delle aree contigue, ma l’assessore chiarisce: “Non sono parco. Erano nate come una sorta di ‘rimborso’ per i territori, dove potevano cacciare solo i residenti del comune sulle quali incidevano. Ora sono diventate difficili da gestire e lo stesso Parco Regionale di Portofino ci ha chiesto di sospenderne l’efficacia. I confini sono una questione molto sentita che vogliamo condividere con il Ministero, sentendo ovviamente le ragioni dei vari comuni. Nulla è ancora stabilito. A me interessa che, oltre al discorso del perimetro, venga affrontato pure quello dei regolamenti. Vanno definite per bene, infatti, le varie attività che si possono intraprendere in un parco. Non si può ragionare solamente in una logica di restrizioni. E’ giusto proteggere e tutelare un territorio e il suo ecosistema, ma il parco dev’essere anche un premio, un fiore all’occhiello per le persone che ci vivono”.
In attesa che l’iter possa riprendere, della questione parla anche Massimo Maugeri, tra gli attivisti più impegnati di Legambiente nel Tigullio. L’ambientalista chiavarese pone una questione: “L’altro parco in via di promozione da regionale a nazionale insieme a quello di Portofino, ovvero quello del Matese, sta andando avanti speditamente. Come mai uno sì e l’altro no? Come mai abbiamo rallentato? Sarebbe bello avere delle spiegazioni”.
Maugeri parla sempre molto chiaro e diretto, senza troppi giri di parole. Persona schietta, sincera ed estremamente pratica: “Abbiamo perso mesi a discutere se chiudere i parchi di Monte Marcello e dell’Aveto. A parlare dell’allargamento alla Collina delle Grazie. A preoccuparsi, qualcuno in particolare, delle sorti dei cacciatori. A non avere le idee chiare sui confini. Legambiente ha sempre sostenuto che andassero allargati, includendo anche le aree contigue, per creare occasioni di maggior turismo e lavoro. E anche per poter creare più progetti ed avere la possibilità di rilanciare, attraverso gli specifici bandi europei, il territorio nel suo complesso. Il Tigullio va visto come sistema, non come piccoli comuni intenti a farsi gli affari loro. Purtroppo, ci sono ancora due scuole di pensiero: quella che vede nei parchi una grande occasione per l’economia e lo sviluppo e quella che li considera una cosa obsoleta, da cancellare, in quanto perfettamente inutile”.
Eppure, secondo Maugeri, “i numeri stanno dalla nostra parte, perché dove si è creato un parco nazionale, le cifre sono aumentate. Alla voce presenze, introiti, lavoro, occasioni per l’economia e lo sviluppo. Il Parco di Portofino a livello nazionale può davvero essere la decisiva occasione per tutto il territorio. Se non ci siamo noi di Legambiente a tenere alto l’interesse sull’argomento, tutto rischia di scemare”. E così Maugeri rilancia l’idea di “un convegno alla Società Economica di Chiavari, a cui partecipino tutti i portatori d’interesse intorno al parco. Mi vorrei confrontare sui numeri. Serve qualcuno che faccia da traino. Il Comune di Chiavari, purtroppo, non svolge più il suo ruolo di capofila del Tigullio. L’amministrazione dice di non voler cementificare la Collina delle Grazie. Benissimo, una cosa giustissima. Ma allora dicano chiaramente se vogliono entrare nel Parco di Portofino, se vogliono fare sistema”. Sul fronte confini il dibattito rischia di essere ancora molto lungo.