di ALBERTO BRUZZONE
“Si continua a perdere tempo”. In questa frase, pronunciata dalla deputata del Partito Democratico Valentina Ghio, sta la precisa sintesi della quasi decennale vertenza legata al passaggio del Parco di Portofino da regionale a nazionale. Sarebbe stata una grandissima occasione per tutto il territorio, ma continua a essere osteggiata da veti incrociati, meline, interessi contrapposti, in una guerra di corsi e ricorsi, di carte bollate e di sentenze che ormai ha assunto i contorni della confusione totale.
Oggi, in base all’ultima sentenza del Tar Liguria, pubblicata lo scorso autunno, il Parco di Portofino è a undici comuni, ma non ha le tutele del parco nazionale, e neppure i suoi organi di controllo. Un pasticcio, l’ennesimo, a cui la Regione Liguria sarebbe chiamata a far fronte. Sarebbe, perché di fatto non si è mosso nulla e i termini indicati dai giudici amministrativi “scadono il prossimo 8 aprile”, come ricorda la stessa Valentina Ghio.
“Questo è un tema – aggiunge – che avrebbe dovuto affrontare la Regione Liguria, ma non è stato fatto niente. Si poteva e si doveva raggiungere un accordo con il Ministero dell’Ambiente, per superare lo stallo di tutti questi anni, ma ancora una volta si è perso tempo. Già a dicembre avevo chiesto aggiornamenti al ministro Pichetto Fratin, ora mi auguro che ci sia una presa di consapevolezza da parte di tutti e che nella discussione vengano coinvolti enti locali e associazioni del territorio. La mia opinione è che si stia perdendo una grande opportunità, anche in termini di tutela della fauna e di tutela ambientale, con tutte le risorse di cui si potrebbero disporre”.
In Regione, non pare essere cambiata la linea rispetto alla Giunta Toti: i confini devono rimanere a tre comuni (Camogli, Santa Margherita e Portofino) e il parco nazionale si può fare includendo l’Area Marina Protetta. “Ma se non succede nulla di qui all’8 aprile – prosegue Valentina Ghio – allora dovrà essere il Ministero a intervenire, arrivando a una decisione. Non è mai emersa nessuna idea alternativa e sono convinta che non si stia facendo l’interesse del territorio. A fine mese tornerò con l’ennesima interrogazione al ministro dell’Ambiente, anche per non lasciare che la sentenza del Tar sia l’unica strada. Bisogna riaprire il dialogo e bisogna trovare soluzioni condivise”.
Lo scorso ottobre il Tar Liguria ha accolto, seppur parzialmente, il ricorso di un gruppo di comuni (Avegno, Tribogna, Cicagna, Recco, Rapallo, Santa Margherita Ligure, Portofino) e di Regione Liguria annullando in parte il decreto ministeriale del 2021, con cui l’allora ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani sanciva la perimetrazione ampia con i territori di undici comuni. La perimetrazione non viene cancellata dalla sentenza.
Fra i motivi accolti il principale riguarda la composizione del Comitato di gestione provvisoria del Parco. I Comuni rifiutarono di parteciparvi poiché erano contrari all’estensione, il Ministero nominò formalmente come legali rappresentanti gli stessi sindaci dei Comuni contrari, i quali non si presentarono alle riunioni. Secondo il Tar, il Ministero dell’Ambiente, per garantire il loro diritto e rispettare il principio di collegialità dell’organo, avrebbe dovuto nominare come legale rappresentante il prefetto di Genova.
Tra le altre ragioni che hanno portato all’accoglimento i termini brevi concessi alla Regione per manifestare il suo parere e la scarsa attenzione prestata alle perplessità e critiche dei Comuni contrari. Ora, scrive il Tar, “ferma la delimitazione provvisoria dei confini del parco nazionale, la definizione delle zone interne e della relativa disciplina interinale di salvaguardia non può prescindere dal dialogo con gli enti locali, come prescritto”.
Di qui l’invito formale: “Resta salva la facoltà del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di non dare ulteriore corso alla fase provvisoria e di procedere all’istituzione definitiva del parco nazionale di Portofino d’intesa con la Regione Liguria, eventualmente stabilendo, previa adeguata consultazione della stessa Regione e dei Comuni interessati, misure di salvaguardia efficaci sino all’entrata in vigore del piano per il parco”. Ma il percorso condiviso non è mai stato avviato.