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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Parco di Portofino, la storia infinita dei confini: l’8 aprile scadono i termini della sentenza del Tar

La Regione Liguria avrebbe dovuto applicare le indicazioni dei giudici, ma non si è mosso nulla. La deputata Valentina Ghio: “Presenterò l’ennesima interrogazione al ministro dell’Ambiente”
Il parco di Portofino al centro di una lunga vertenza per diventare nazionale
Il parco di Portofino al centro di una lunga vertenza per diventare nazionale
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di ALBERTO BRUZZONE

“Si continua a perdere tempo”. In questa frase, pronunciata dalla deputata del Partito Democratico Valentina Ghio, sta la precisa sintesi della quasi decennale vertenza legata al passaggio del Parco di Portofino da regionale a nazionale. Sarebbe stata una grandissima occasione per tutto il territorio, ma continua a essere osteggiata da veti incrociati, meline, interessi contrapposti, in una guerra di corsi e ricorsi, di carte bollate e di sentenze che ormai ha assunto i contorni della confusione totale. 

Oggi, in base all’ultima sentenza del Tar Liguria, pubblicata lo scorso autunno, il Parco di Portofino è a undici comuni, ma non ha le tutele del parco nazionale, e neppure i suoi organi di controllo. Un pasticcio, l’ennesimo, a cui la Regione Liguria sarebbe chiamata a far fronte. Sarebbe, perché di fatto non si è mosso nulla e i termini indicati dai giudici amministrativi “scadono il prossimo 8 aprile”, come ricorda la stessa Valentina Ghio. 

“Questo è un tema – aggiunge – che avrebbe dovuto affrontare la Regione Liguria, ma non è stato fatto niente. Si poteva e si doveva raggiungere un accordo con il Ministero dell’Ambiente, per superare lo stallo di tutti questi anni, ma ancora una volta si è perso tempo. Già a dicembre avevo chiesto aggiornamenti al ministro Pichetto Fratin, ora mi auguro che ci sia una presa di consapevolezza da parte di tutti e che nella discussione vengano coinvolti enti locali e associazioni del territorio. La mia opinione è che si stia perdendo una grande opportunità, anche in termini di tutela della fauna e di tutela ambientale, con tutte le risorse di cui si potrebbero disporre”. 

In Regione, non pare essere cambiata la linea rispetto alla Giunta Toti: i confini devono rimanere a tre comuni (CamogliSanta Margherita e Portofino) e il parco nazionale si può fare includendo l’Area Marina Protetta. “Ma se non succede nulla di qui all’8 aprile – prosegue Valentina Ghio – allora dovrà essere il Ministero a intervenire, arrivando a una decisione. Non è mai emersa nessuna idea alternativa e sono convinta che non si stia facendo l’interesse del territorio. A fine mese tornerò con l’ennesima interrogazione al ministro dell’Ambiente, anche per non lasciare che la sentenza del Tar sia l’unica strada. Bisogna riaprire il dialogo e bisogna trovare soluzioni condivise”. 

Lo scorso ottobre il Tar Liguria ha accolto, seppur parzialmente, il ricorso di un gruppo di comuni (Avegno, Tribogna, Cicagna, Recco, Rapallo, Santa Margherita Ligure, Portofino) e di Regione Liguria annullando in parte il decreto ministeriale del 2021, con cui l’allora ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani sanciva la perimetrazione ampia con i territori di undici comuni. La perimetrazione non viene cancellata dalla sentenza.

Fra i motivi accolti il principale riguarda la composizione del Comitato di gestione provvisoria del Parco. I Comuni rifiutarono di parteciparvi poiché erano contrari all’estensione, il Ministero nominò formalmente come legali rappresentanti gli stessi sindaci dei Comuni contrari, i quali non si presentarono alle riunioni. Secondo il Tar, il Ministero dell’Ambiente, per garantire il loro diritto e rispettare il principio di collegialità dell’organo, avrebbe dovuto nominare come legale rappresentante il prefetto di Genova.

Tra le altre ragioni che hanno portato all’accoglimento i termini brevi concessi alla Regione per manifestare il suo parere e la scarsa attenzione prestata alle perplessità e critiche dei Comuni contrari. Ora, scrive il Tar, “ferma la delimitazione provvisoria dei confini del parco nazionale, la definizione delle zone interne e della relativa disciplina interinale di salvaguardia non può prescindere dal dialogo con gli enti locali, come prescritto”.

Di qui l’invito formale: “Resta salva la facoltà del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di non dare ulteriore corso alla fase provvisoria e di procedere all’istituzione definitiva del parco nazionale di Portofino d’intesa con la Regione Liguria, eventualmente stabilendo, previa adeguata consultazione della stessa Regione e dei Comuni interessati, misure di salvaguardia efficaci sino all’entrata in vigore del piano per il parco”. Ma il percorso condiviso non è mai stato avviato. 

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