di ALBERTO BRUZZONE
Sui confini del futuro Parco nazionale di Portofino c’è da registrare un importante passo nei giorni scorsi. Se si tratti di un passo in avanti o di un passo all’indietro, questo dipende dai punti di vista, perché la discussione tra chi vorrebbe i confini allargati dell’area e chi invece punta a una soluzione molto meno estesa è sempre viva e sempre animata.
Martedì pomeriggio la Regione Liguria ha varato la propria proposta, che ora passerà al vaglio sia degli enti locali che del Ministero. Come spiegato più volte, anche direttamente dal presidente della Regione, Giovanni Toti, l’intenzione è quella di unire l’attuale parco regionale e l’Area Marina Protetta, creando un grande parco con un sistema di terra e mare. È un parco nazionale, spiega la Regione, “che aumenta del 50% la sua superficie terrestre e raddoppia la superficie marina rispetto all’attuale regionale. È questa la proposta uscita dalla riunione in Regione con i sindaci degli undici comuni del comprensorio”, alla presenza del presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, del vicepresidente, Alessandro Piana, e del direttore generale di Anci Liguria, Pierluigi Vinai.
Dopo il ricorso al Tar del Lazio da parte di alcune associazioni che aveva determinato la perimetrazione provvisoria decretata dal Ministero della Transizione Ecologica, Regione Liguria ha voluto riunire i comuni per trovare un punto di condivisione sulle esigenze di valorizzazione dell’area, focalizzando l’attenzione sul promontorio di Portofino. “Al centro della nostra proposta abbiamo messo l’ipotesi avanzata dal WWF e dalla sua presidente Donatella Bianchi circa la creazione di un parco compatto che comprenda la porzione terrestre e marina del promontorio – ha spiegato il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti – Portofino resta il punto di riferimento di notorietà mondiale che potrà avere un valore di volano per tutti i comuni aderenti. A questo punto un secondo round sarà previsto con la definizione delle regole di salvaguardia e della governance, che verrà concordato con il Ministero”.
Secondo Alessandro Piana, “Portofino è area protetta dal 1935. Stiamo continuando su questo percorso di tutela e valorizzazione. Ora la parola è passata agli enti locali, espressione delle volontà e delle esigenze del territorio e dei cittadini. A questo punto il prossimo passaggio sulla definizione delle clausole di salvaguardia e della governance sarà fondamentale per definire, in accordo con il Ministero, un assetto stabile del parco nazionale”.
Il direttore generale di Anci Liguria, Pierluigi Vinai, osserva: “Abbiamo fatto un lavoro di accompagnamento durato tutta l’estate per costruire un parco che soddisfacesse le necessità dei comuni. Crediamo di averlo fatto, avendo trovato una soluzione di mediazione”.
Ma come saranno questi confini? In sostanza, non cambierà molto: resteranno inclusi Portofino, Camogli e Santa Margherita e tutta la porzione dell’area marina, che è già di rilievo nazionale da parecchi anni. Ma il compromesso non soddisfa, anzi delude fortemente, tutti coloro che puntavano a un parco dalle dimensioni più ampie, e che adesso considerano questo iter un’occasione fondamentalmente persa.
Il Partito Democratico, con il consigliere regionale Luca Garibaldi, sostiene: “La proposta di Toti di mantenere i confini del Parco di Portofino ai soli tre comuni iniziali è una retromarcia inaccettabile. Parlare di ampliamento e di conquista, solo perché è stata inserita l’area marina protetta, è un’illusione e fumo negli occhi, mentre molti comuni, che sarebbero voluti rientrare nell’area protetta del Parco, sono stati sbattuti fuori. Non si può accettare che la volontà dei territori, di chi vuole investire sullo sviluppo sostenibile del Tigullio e della Liguria, venga zittita per ragioni di equilibri di maggioranza: cacciare fuori i comuni da un parco è una decisione senza precedenti, che cancella occasioni di sviluppo del territorio. Metteremo in campo tutte le iniziative possibili per contrastare questa decisione”.
Critica anche Linea Condivisa, con il consigliere regionale Gianni Pastorino: “Con un lungo e complesso lavoro di ascolto, si era arrivati a costruire un progetto che prevedeva l’inserimento di almeno dieci comuni all’interno del Parco Nazionale di Portofino e il Ministro della Transizione ecologica e dell’ambiente Roberto Cingolani aveva approvato questa strategia. Ora il presidente Toti chiude il progetto coinvolgendo solo tre comuni, una decisione inaccettabile e senza precedenti, che serve solo a salvaguardare gli interessi di pochi a discapito della comunità e dell’occasione di sviluppo di territori che, ora come ora, attraversano un momento di crisi. Penso, tra i tanti esempi, alla Val Fontanabuona”.
E il Movimento 5 Stelle, sezione di Chiavari, aggiunge: “Ci siamo alzati consapevoli che il percorso che stava portando la Liguria e il nostro territorio ad avere un Parco Nazionale esteso ha preso la strada sbagliata e probabilmente senza via d’uscita. Tutte le forze contrarie, di cui una è seduta sulla poltrona più alta della regione, il presidente Toti, hanno segnato forse il punto del ko. Chiavari e Rapallo rimarranno fuori, così come la Collina delle Grazie”. E si chiede al Comune di Chiavari un maggiore impegno in tal senso.
Selena Candia della Lista Sansa attacca: “Solo una Giunta miope può farsi sfuggire questa occasione. In Europa ormai lo hanno capito da tempo che bisogna andare in questa direzione, ma qui Toti preferisce seguire la volontà anacronistica della Lega andando contro anche a quei comuni che in questi mesi hanno lavorato per entrare nel parco”.
E il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Fabio Tosi, non usa mezzi termini: “Toti ha siglato un accordo al ribasso per l’istituzione del Parco di Portofino, decretando di fatto confini pari a un francobollo o poco più. Sono rimasti tagliati fuori i territori di Rapallo, Chiavari, Zoagli e Coreglia, che già avevano, nei propri consigli comunali, manifestato la volontà di far parte del parco nazionale. Si perde così un’occasione unica di rilancio turistico ed economico del comprensorio, di destagionalizzazione dei flussi turistici, di protezione ambientale, di sviluppo delle attività green. Hanno vinto i cacciatori e i cementificatori, hanno perso i nostri giovani, che vedono tramontare in tal modo l’opportunità concreta verso una transizione ecologica reale e verso uno sviluppo occupazionale”.
Come andrà a finire adesso? La palla torna al ministro Cingolani. Accetterà la proposta della Regione o terrà il punto sulla sua precedente perimetrazione? Intanto il tempo passa e una bella occasione di sviluppo per il territorio ligure ancora non viene capita.