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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Parcheggi a Marina Chiavari: storia di una ‘rivoluzione’ mancata

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(r.p.l.) La montagna ha partorito il topolino. La ‘rivoluzione’ dei parcheggi a Chiavari, com’è stata presentata dall’attuale amministrazione e da alcuni media, è completamente monca. Il sindaco Marco Di Capua parla con convinzione di “promesse elettorali mantenute” ma, a tutti gli effetti, l’affermazione non è veritiera. Non lo è nella forma, men che meno nella sostanza.
I chiavaresi, che pure avevano riposto enorme fiducia nelle parole degli attuali componenti della giunta, si sono dovuti ricredere.

Nel passaggio da Acpoa a Marina Chiavari della sosta a pagamento, un percorso accidentato e costellato da numerose polemiche ed errori da parte di Palazzo Bianco, è stato regolamentato in via definitiva il frazionamento della sosta (che già esisteva in precedenza), pur con brutte sorprese che spiegheremo più avanti, ma non vi è traccia alcuna della seconda e della terza parte dell’impegno preso da Di Capua con i cittadini: i parcheggi riservati ai portatori di handicap e, soprattutto, le agevolazioni per i residenti, quali abbonamenti o tariffe in convenzione.

Era quest’ultimo il provvedimento più atteso dai chiavaresi, mentre il frazionamento era stato caldeggiato a gran voce dai commercianti. Ma tra programma elettorale di Avanti Chiavari e reale applicazione, evidentemente, non c’è coincidenza.
Il sindaco Di Capua, nel sorprendente silenzio sull’argomento da parte del quotidiano locale, che ha ‘dimenticato’ di scrivere la notizia delle mancate agevolazioni, si è giustificato così sulla pagina Facebook di Avanti Chiavari. Come dire: persino l’informazione interna dell’house organ dell’amministrazione è stata più neutra rispetto a quella che dovrebbe garantire e tutelare tutta la cittadinanza.

“Dopo un anno e mezzo di gestione diretta della sosta – si legge sui social di Avanti Chiavari – l’amministrazione valuterà gli incassi e l’andamento della gestione, quindi si provvederà a ragionare sulle agevolazioni per i residenti”. Una frase che ha fatto esplodere le proteste, sia qui che sulla pagina Facebook del Comune di Chiavari. La maggioranza ha provato a uscirne così: “Per le agevolazioni ai residenti è necessario avere un quadro economico preciso. Il nostro programma le prevede, ma siamo solo al primo anno e dobbiamo avere un periodo di riferimento essendo una gestione completamente nuova”.

La domanda sorge spontanea. Ma perché questa situazione non è stata resa nota subito? Che si sarebbe dovuto aspettare un anno e mezzo? Se questo tempo si somma all’anno e mezzo già trascorso di amministrazione Di Capua, si arriva in un baleno a tre anni.

Tre anni da una promessa elettorale. Che, nella primavera del 2017, era annunciata come manovra unica, non con i distinguo di oggi. Basta prendere un articolo a caso dell’epoca. Giugno 2017, a pochi giorni dal ballottaggio. Di Capua: “Studieremo un progetto di viabilità d’insieme, rivedremo la circolazione valorizzando il collegamento con la passeggiata. Valuteremo la gestione diretta comunale o un nuovo bando per i parcheggi, prevedendo il frazionamento della tariffa, la gratuità per gli invalidi e le tariffe agevolate per i residenti”.
Sono presentate come tre misure dentro lo stesso ‘nuovo bando’, quindi facenti parte del medesimo pacchetto. Come mai dopo sono state scorporate? Quale brutta sorpresa ha trovato la maggioranza nel suo percorso? Come si prevede che saranno i conti tra un anno e mezzo?

Su questo si gioca la partita, perché la presa in carico della sosta a pagamento da parte di Marina Chiavari ha presupposti completamente diversi rispetto al passato. Apcoa, secondo un contratto stretto ai tempi dell’amministrazione Agostino proprio da quel Segalerba che oggi è presidente del Consiglio Comunale, garantiva a Palazzo Bianco, in base al criterio ‘vuoto per pieno’, un’entrata fissa al Comune di Chiavari, indipendentemente dal numero di utenti e di soste nelle aree blu. Significa che esisteva un canone prestabilito, un’entrata sicura, oltre al normale flusso di cassa.

Con il passaggio a Marina Chiavari e la gestione ‘comunale’ (la società, che si occupa anche del porto turistico, è infatti partecipata al 100% da Palazzo Bianco), invece, questo importo fisso non esiste più. Come dire: il rischio d’impresa è solo e soltanto di Marina Chiavari, quindi di riflesso del Comune. Che cosa accadrebbe sul bilancio in caso di calo delle soste? Se la gestione andasse male? Niente tariffe per residenti? I conti reggono solo sulle entrate dai parcometri, oltre che sulle multe, che dal 17 settembre si pagano piene (non esistono più le ‘penaline’ in caso di eventuali ritardi, altra brutta sorpresa). Ed è chiaro che il futuro è tutto un’enorme incognita. Una bella sfida.

Quanto agli stalli per i portatori di handicap, anche qui Di Capua ha risposto: “Chiavari ha un numero di posti per disabili più alto rispetto a dove non pagano. Per ora continueranno a pagare in riga blu. Per il futuro, sono orientato a renderli gratis”. Domani. Oggi no, non è ancora il momento.
E’ ufficiale. Il pacchetto di promesse elettorali è stato bellamente scorporato, senza alcun tipo di preavviso.

Il sindaco Marco Di Capua, il presidente di Marina Chiavari Pierluigi Piombo e il comandante della Polizia Municipale Federico Luigi Defranchi Bisso alla presentazione della nuova gestione dei parcheggi a pagamento

Tornando poi al primo impegno, quello della sosta frazionata, è stato ‘venduto’ come grande novità. Ma anche qui vanno fatte precisazioni. Nel parcheggio adiacente alla stazione ferroviaria, la sosta frazionata era operativa già da tempo. Stesso discorso per tutto il resto della città, utilizzando l’applicazione Easy Park per smartphone, ai tempi gratuita. Si pagava l’effettiva durata della sosta e niente più. L’unica novità, rispetto a questo vecchio corso, è quella di poter pagare in maniera frazionata anche grazie ai nuovi parcometri, che danno il resto e accettano bancomat e carte di credito. Che questo sia un salto di qualità (costato quasi mezzo milione di euro, come da documento che pubblichiamo in calce), non esiste alcun dubbio.

Le perplessità sono arrivate quando, da martedì (lunedì infatti c’è stata la gratuità per tutti, per problemi tecnici), si è iniziato – o continuato – a pagare la sosta con il telefonino. Marina Chiavari e Palazzo Bianco avevano annunciato, in sede di presentazione della ‘rivoluzione’, che l’app Easy Park, in quanto collegata al vecchio gestore, sarebbe diventata a pagamento, con commissione di 0,35 euro a sosta, assicurando comunque, anche qui, “eventuali sconti per residenti e commercianti rispetto al canone”. Tutto, come sempre, ancora sulla carta e nelle belle intenzioni.
Di nuovo c’è anche l’app D-Pass della Ditech Mobility, la ditta che si è aggiudicata la gara dei nuovi parcometri. Questa, invece, è gratuita e disponibile sia per Android che per iOS.
Il bello, anzi il brutto, è che nessuna delle due è completa quanto la situazione precedente. Perché entrambe sono peggiorative. Le abbiamo messe a confronto.

  • Easy Park: è diventata a pagamento. Il canone è di 0,39 euro a sosta, non già di 0,35 come annunciato dall’amministrazione. Si può sostare anche per cinque minuti, pagando l’esatto corrispondente, ma ad ogni cifra va aggiunto il canone di 0,39 euro, in quanto l’applicazione non è più legata all’attuale gestore. Un’ora di parcheggio: 1,50 più 0,39. Totale 1,89. Più del 20% di aumento.
  • D-Pass: non ci sono costi aggiuntivi. Ma la sosta minima è venti minuti, con un importo minimo di 0,50 euro. Anche se ci si ferma tre o cinque minuti. Impossibile frazionare per meno di venti minuti.

Tanta carne al fuoco, insomma. E tutt’altro che gustosa. Meglio riassumere.
Sosta frazionata, ma con l’importo minimo di mezzo euro, le multe piene in caso di sforamento e il canone di 0,39 euro per l’utilizzo dell’app non più convenzionata.
Nessuna agevolazione per i residenti.
Nessuna gratuità per i portatori di handicap.

Per essere una ‘rivoluzione’, beh, sembra fatta con le pistole di plastica.

IL BANDO PER L’ACQUISTO DEI NUOVI PARCOMETRI CON L’IMPORTO DI OLTRE 400MILA EURO

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