di DANILO SANGUINETI
Essere pronti a un campionato maggiore e avere il trattamento di uno minore. Il torneo di A2 maschile di pallanuoto partirà? E se sì, potrà terminare? Due domande che potrebbero avere risposte differenti, forse opposte. Interrogativi che rimbalzano nella testa dei dirigenti del Lavagna 90 che è iscritto e fieramente determinato a fare la sua parte, a patto che da Roma – sia lato Governo del paese, sia lato governo della Fin – compiano qualche passo per alleviare la situazione economica in primis e il sentiment che volge al pessimismo storico di coloro i quali hanno messo da parte ragionevolezza ed evidenza, e continuano ad amare e spendersi (oltre che a spendere) per la pallanuoto.
Lo stato dell’arte è drammatico: dal 26 ottobre la piscina del Parco Lavagna, principale fonte di sostentamento della Asd, ha dovuto sospendere i corsi e il nuoto libero. Ossia la stragrande maggioranza degli introiti. Come potrà il Lavagna far fronte a uscite che restano invariate – pagare utenze energetiche, costi pulizia e manutenzione vasca, stipendi dei collaboratori, impiegati e istruttori – se oltre a queste entrate pure sponsor e contributi dei privati sono ridotti al lumicino?
Giuliano Cella, braccio destro del presidente Ezio Firenze, settorista per la pallanuoto, allarga la braccia. “Confermo. Abbiamo sospeso a ottobre la libera balneazione, i corsi nuoto, i corsi fitness e le lezioni individuali. Il presidente, gli allenatori e tutti i collaboratori stanno cercando anche il minimo spiraglio che permetta di proseguire almeno con le attività agonistiche. Stiamo organizzando attività alternative per i nostri clienti, che saranno tempestivamente contattati, e garantiamo a tutti che le quote appena pagate per ogni tipo di attività non andranno in nessun modo perdute”.
Una posizione che fa onore a una società dilettantistica sì ma in grado di insegnare ai ‘clubboni’ professionistici che cosa siano onestà e rispetto dei propri sostenitori. Fate un confronto con le società di serie A e capirete…
Cella ribalta i termini della questione. “Noi dobbiamo essere grati ai frequentatori del nostro impianto. Quando arrivò il lockdown, avevamo centinaia di abbonamenti per il nuoto, la pallanuoto, i corsi fitness, le lezioni private. Noi ci siamo offerti di ripagare le lezioni e le ore delle quali non avevano potuto usufruire o, in alternativa, venire in estate (abbiamo tenuto aperto senza soluzione di continuità da maggio a oggi) e completare i loro corsi e sfruttare le ore che mancavano agli abbonamenti. Ebbene, tutti a parte due o tre persone che non potevano per ragioni di lavoro o di spostamento, hanno accettato di far slittare alla stagione estiva le loro ore. È stata la dimostrazione che hanno capito come fossimo nell’angolo e che con questo ‘sacrificio’ ci permettevano di tirare avanti”.
La seconda mossa vincente è stata quella di ospitare i campus estivi per bambini. “È stato un successo travolgente. Molte famiglie avevano bisogno di una struttura e un’organizzazione che tenesse d’occhio i loro figli, dovevano lavorare o fare le cose che nel lockdown avevano tralasciato, noi siamo stati una risposta ai loro bisogni. Grazie alla piscina rimasta aperta, al parco circostante, alle spiagge distanti pochi metri dalla piscina, abbiamo tenuto centinaia di bambini e ragazzi impegnati mattina e pomeriggio per cinque giorni la settimana durante l’intera estate”.
Il Lavagna 90 ha quindi superato senza troppi danni il primo salto nel cerchio di fuoco. Purtroppo è arrivato il secondo balzo nell’ignoto. “La pazienza, gli sforzi fatti insieme, l’accettazione delle regole e delle difficoltà non hanno portato ai risultati sperati. Resta che grazie alla collaborazione e la solidarietà di tutti, staff, atleti, famiglie, clienti abbiamo dimostrato che la nostra piscina può essere operativa in un ambiente pulito, sano e in linea con la sicurezza in ambito prevenzione del Covid-19. Le misure di sicurezza prese in questa fase sono rigorose. Sono severe: pensate ai nostri atleti, grandi e piccoli, che vengono in piscina in tuta, si cambiano sugli spalti, non usano gli spogliatoi, vengono tutti i vestiti in sacchi, a fine gara si asciugano e corrono a casa. Eppure non c’è uno che si lamenti, tutti si impegnano quanto prima, anzi più di prima”. Sperando che stavolta serva a qualcosa.
Il torneo di pallanuoto A2 maschile, top dell’avventura per i lavagnesi, doveva partire a fine mese, è stato rinviato. “La voce ufficiosa è che dovremmo partire a gennaio, appena finite le vacanze natalizie. Sappiamo che le squadre saranno suddivise in 4 gironi, due al Nord e due al Sud. Il nostro, composto da 6 delle aventi diritto, dovrebbe essere formato da 5 liguri e l’Ancona”.
Dai corridoi Fin arriva il sussurro che i marchigiani saranno spostati al Sud per rilevare una società che sta per dare forfait e che al Nord verrà ripescato il Sori in modo da formare un Sub-girone tutto ligure. “Sarebbe una notizia magnifica. Solo derby, quindi più sugo nella corsa alla qualificazione alle finali. E, cosa che non possiamo sottovalutare, abbattimento dei costi di trasferta”.
Vero, anche perché le regole sanitarie invece costringeranno ad altri sacrifici. È stato deciso che si effettuerà un tampone antigenico rapido o molecolare per tutto il gruppo squadra (13 giocatori più 5 membri dello staff) da effettuare 72 ore prima di ogni incontro. L’obbligo vige per i 4 campionati maggiori, A1 e A2 maschile e femminile. “Sì, lo abbiamo saputo, qui però la Fin ci viene incontro: contribuirà con 20 euro per ogni tampone, fino a un massimo di 720 euro a partita”.
La procedura sarà complessa. “Pur di tornare in acqua siamo pronti a sobbarcarceli”. Sono pallanuotisti, la perseveranza è la loro compagna di viaggio.
Il protocollo Fin
Nel caso che un componente della squadra dovesse risultare positivo per Covid-19 al tampone, l’autorità sanitaria competente dovrà essere tempestivamente informata dalla società e la persona positiva sarà isolata dal gruppo e seguirà il percorso previsto dalle autorità competenti. Tutti gli altri componenti della squadra, in funzione dei contatti avuti o meno con la persona positiva, seguiranno le indicazioni fornite dalle autorità stesse alle quali la società darà massima collaborazione informando in anticipo dei protocolli di sicurezza adottati nell’impianto.
È obbligatoria la sottoscrizione della ‘dichiarazione di responsabilità’ da parte del presidente delle società partecipanti all’incontro, a garanzia del rispetto delle procedure previste, la quale dovrà essere consegnata al Delegato/Commissario federale e da esso verificata prima dell’ingresso delle squadre nell’impianto.
A questo scopo, il Delegato/Commissario federale sarà presente presso l’impianto a partire da due ore prima dell’orario della partita e la società organizzatrice dovrà garantire l’assistenza logistica per consentire il corretto espletamento della predetta verifica. Alla ‘dichiarazione di responsabilità’ del presidente della società devono essere obbligatoriamente allegati tutti i referti del laboratorio riguardanti i risultati negativi dei tamponi e le autodichiarazioni (anch’esse in allegato) di ciascun giocatore/giocatrice e ciascun componente dello staff.
Nel caso di mancata produzione della ‘dichiarazione di responsabilità’ del presidente, l’incontro non potrà essere disputato. Nel caso di mancata produzione dell’autodichiarazione e/o del referto dell’esito del tampone, al singolo interessato inadempiente non sarà consentito l’ingresso all’impianto e la conseguente partecipazione all’incontro. Nel predetto caso di annullamento della partita è prevista l’assegnazione della sanzione della sconfitta a tavolino con il punteggio di 0-5 e l’applicazione della multa di 500 euro, salvo diversa valutazione da parte del Giudice Sportivo Nazionale.
Oltre alla stretta osservanza e applicazione delle misure di sicurezza previste per la prevenzione del rischio di contagio emanate dalle autorità competenti e dalla Federazione Italiana Nuoto, si raccomanda di evitare incontri di allenamento con altre squadre, anche della stessa società (per esempio con quelle delle categorie giovanili). In particolar modo, la massima attenzione deve essere osservata nelle ore antecedenti l’incontro, dopo l’effettuazione del tampone, mantenendo isolati il più possibile i componenti del gruppo squadra.
Inoltre, allo scopo di limitare il più possibile i contatti fra i giocatori, anche durante gli allenamenti, è opportuno considerare un programma di lavoro che privilegi il più possibile le attività di preparazione individuali allo scopo di ridurre i contatti stretti all’interno della squadra. Ciò vale, in particolare, nelle 48 ore precedenti il tampone, in modo da facilitare la valutazione di eventuali contatti ad alto rischio da parte delle autorità sanitarie competenti.
Qualora si verificassero casi di positività o quarantena determinanti l’indisponibilità di giocatori di una società sino a un massimo di tre, la partita si disputerà regolarmente. Se il numero dei giocatori indisponibili fosse superiore a tre, la partita sarà rinviata e le società interessate si accorderanno con la Federazione Italiana Nuoto per la data del recupero. La quarantena, per considerarsi conclusa, deve terminare almeno tre giorni prima della data dell’incontro.