di DANILO SANGUINETI
Le tribolazioni infinite delle squadre di pallanuoto meriterebbero una sezione a parte nella enciclopedia universale degli sport minori. Maltrattati per tre anni e mezzo su quattro, ottengono un briciolo di attenzione solo quando c’è da fare ‘massa olimpica’. Con la crisi generale causata dalla pandemia che si è incistata su quella endemica della disciplina acquatica meno considerata – e contemporaneamente la meno pagata tra le collettive – le cose sono andate di male in peggio. Se non bastassero le difficoltà dovute a gestire impianti sempre più malandati e quindi meno remunerativi, si aggiunge anche la incredibile miopia della loro federazione, quella Federazione Italiana Nuoto che è nella bufera per una guerra sorda ma feroce con gli altri grandi enti, Coni e Federnuoto mondiale. L’ultimo e più eclatante caso scoppiato in questi giorni – ed emerso grazie alla costante vigilanza del sito “Waterpoloitaly.com” e del suo gestore Francesco Grillone – riguarda quattro società liguri di antico blasone, due delle quali portacolori del Tigullio, Chiavari e Rapallo Nuoto.
Appena conosciuti i gironi del campionato di serie B maschile al quale sono iscritte, le due del Tigullio più Lerici Sport e US Locatelli Genova hanno inviato un appello al sapore di ultimatum al presidente Paolo Barelli e al consiglio federale affinché modifichino i calendari della serie B maschile. Il quartetto ligure è stato inserito nel Girone 2, dove militano cinque squadre del Centro Italia: quattro laziali, anzi romane, CC Lazio WP, Libertas Roma Eur Pallanuoto, Villa York Sporting Club Roma, Roma Waterpolo, l’umbra Libertas RN Perugia, la toscana Circolo Nautico Marina di Carrara. Andando contro le consuetudini che volevano le liguri nel raggruppamento con piemontesi e lombarde, ossia contro avversarie raggiungibili con trasferte brevi, da effettuare in giornata. Invece doversi recare nel Centro Italia per cinque volte a testa significa un viaggio con pernottamento o con disagi e costi economici insopportabili per club che hanno i bilanci spietatamente in rosso.
Come si deduce dalla lettera che le quattro hanno spedito agli alti papaveri romani: “Vogliamo sottoporre le nostre problematiche e perplessità nonché una richiesta di supporto a quella che consideriamo la ‘nostra Federazione’. Purtroppo le nostre società stanno riscontrando enormi difficoltà. L’emergenza pandemica, che non è ancora terminata, ma anzi in questo momento è in fase di recrudescenza, ci sta portando sull’orlo di un baratro che difficilmente saremo in grado di superare. La formulazione proposta, prevede per le squadre liguri ben cinque trasferte (di cui quattro a Roma e una a Perugia) che incidono pesantemente sia sul piano economico (viaggi, pasti ed eventuali pernottamenti a seconda dell’orario di disponibilità) che sul piano della programmazione ravvicinata (quasi in sovrapposizione) con le partite dei campionati giovanili. Le nostre società impiegano infatti sia giovani in modalità di doppio tesseramento da società di categorie superiori, che si troverebbero il giorno successivo (domenica) a dover essere disponibili per il campionato Under 18/20, che lo stesso allenatore sia per le squadre del campionato di serie B che per la under 18/20. La richiesta ad atleti e tecnici, che sono rientrati nella notte (o nelle prime ore del mattino), di disputare più partite di campionato nel giro di poche ore dal ritorno da una trasferta nel Lazio e addirittura spostarsi nuovamente in trasferta in altra regione è estrema e quindi del tutto impraticabile. Viviamo tra l’altro appieno le criticità della rete autostradale ligure e toscana, nelle quali, come noto, molti chilometri sono a tratta unica, che provocano ulteriore disagio e perdita di tempo. Si tenga altresì presente che trasferte così lunghe ci costringono ad utilizzare mezzi di trasporto pubblico esponendo i nostri atleti e tecnici a un maggiore rischio di contagio da Covid-19. Inoltre, alla luce delle recenti disposizioni circa il ‘super green pass’ e allo stato di incertezza che possano subentrare nuove e più stringenti disposizioni, segnaliamo fin da subito che alcuni degli atleti/tecnici potrebbero trovarsi nell’impossibilità a raggiungere i campi di gara nel Lazio e in Umbria perché appunto sprovvisti del ‘super green pass’”.
Difficile obiettare qualcosa a una disamina così precisa e stringente. E subito dopo una richiesta e un avvertimento. “Siamo pertanto a richiedere di formulare un campionato che preveda una gestione logistica più consona all’attuale situazione pandemica nonché meno onerosa, tenendo appunto conto di dividere ciascuno degli attuali gironi in due sottogironi limitando così gli spostamenti. Nel caso in cui tale modalità proposta sia stata da voi già presa in esame con esito negativo siamo a richiedere di conoscerne le motivazioni. Se non dovessimo vedere accolta la nostra richiesta, saremo costretti a valutare seriamente di non partecipare ad alcune gare del campionato o addirittura a ritirare le nostre squadre di pallanuoto iscritte al campionato di serie B maschile. Infine, considerato lo straordinario periodo che stiamo vivendo e che permane lo stato pandemico di emergenza e quindi di forza maggiore, ci riserviamo nostro malgrado di avviare azioni a tutela delle nostre società per i danni patiti o patiendi a causa della impossibilità a partecipare all’intero campionato o ad alcune delle gare. Restando in attesa di un vostro riscontro e disponibili a un incontro in video conferenza, porgiamo cordiali saluti”.
Firmato dal presidente della Chiavari Nuoto Danilo Ghio, da quello del Rapallo Alessandro Martini, da quello del Lerici Alessandro Sammartano e da quella della Locatelli Maria Franca Carozzo. Il 3 dicembre la Fin ha pubblicato i calendari che prevedono l’inizio della regular season il prossimo 15 gennaio. Una risposta indiretta quanto dura. Ossia andiamo avanti per la nostra strada e vediamo chi ha il coraggio di ammutinarsi. Il rischio di andare al muro contro muro c’è. E di farsi molto male. Le società liguri sono allo stremo perché oltre ai problemi generali sono alle prese con i guai diffusi e persistenti dei loro impianti: piscina ‘Ravera’ a Chiavari, ‘Baldini’ a Camogli, ‘Comunale’ a Sori, Punta S. Anna a Recco. Vasche moderne (le prime tre hanno meno di vent’anni) eppure già ‘terremotate’. Chi è senza peccato scagli la prima calottina.