di ALBERTO BRUZZONE
“Noi del cosiddetto terzo polo siamo l’unica possibilità reale perché Giorgia Meloni non diventi presidente del Consiglio, perché con un nostro buon risultato non avrà la certezza della maggioranza al Senato. E allora potrà farsi strada il nostro grande sogno, che è quello di riportare Mario Draghi a Palazzo Chigi”.
Quando manca esattamente un mese alla data del voto (si andrà alle urne per le elezioni Politiche il prossimo 25 settembre), la deputata uscente di Italia Viva, nonché presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, la ligure Raffaella Paita, traccia la linea per le prossime settimane di campagna elettorale e spiega in questa intervista a ‘Piazza Levante’ quale vorrebbe che fosse lo scenario dopo il verdetto delle urne. Candidata al Senato sia in Liguria che nel Lazio nel plurinominale (come prima in Liguria e come seconda nel Lazio dietro a Carlo Calenda), Raffaella Paita si gioca tutte le chance di essere rieletta, “anzitutto sul territorio dove sono più conosciuta, ovvero la Liguria, ma non mancherò di darmi da fare anche nel Lazio”.
Il suo impegno per la Liguria in questi cinque anni è stato evidente…
“Ci siamo impegnati con costanza e con dedizione per la Liguria, anche perché la regione ne aveva un estremo bisogno per tutto il gap infrastrutturale che storicamente sconta rispetto ad altre zone italiane. Abbiamo ottenuto risultati che definirei molto apprezzabili: ad esempio, sono stati sbloccati tutti i progetti dell’Aurelia bis nel Ponente, abbiamo dato un aiuto alle funivie nel momento di gravissima crisi, abbiamo dato il via al nuovo progetto della diga foranea di Genova, inserendola anche tra le opere del Pnrr, abbiamo impostato il lavoro per il raddoppio ferroviario. Inoltre, ci siamo occupati del progetto dello sky tram in Valbisagno, del collegamento tra gli Erzelli e l’aeroporto di Genova, abbiamo sbloccato l’Aurelia bis a La Spezia, siamo giunti al progetto esecutivo del tunnel della Val Fontanabuona. Parliamo di cifre molto importanti per la Liguria e io sono veramente onorata di aver partecipato a questi percorsi. Adesso dico che sarebbe bello poter continuare questo lavoro”.
Quali obiettivi si pone?
“Sicuramente bisogna andare avanti nel lavoro di sbloccare le infrastrutture. Penso al completamento dell’alta velocità tra Torino, Milano e Genova e penso anche alla Gronda, oltre che a una nuova autostrada tra Serravalle e Milano”.
La gara per la nuova diga foranea del porto di Genova è andata deserta, questo non la preoccupa?
“Servivano più risorse, e allora sono andata personalmente al Ministero per far sì che venissero inserite più risorse. Adesso i soldi ci sono, non si possono più accampare scuse. La diga foranea è un discorso fondamentale per consentire al porto di esprimersi al meglio delle sue potenzialità, così si potranno creare altri posti di lavoro, così si potrà sempre di più uscire da quella perversa logica statalizzata del reddito di cittadinanza”.
All’interno dell’amministrazione Bucci ci sono moltissimi esponenti di Italia Viva, oltre che molti simpatizzanti di Azione. Vi aspettate un bel risultato?
“Non ho mai tirato Bucci per la giacca e non intendo farlo adesso. Noi abbiamo sostenuto la sua candidatura come esponente civico, ma non siamo di centrodestra. Però siamo anche alternativi a un Partito Democratico che continua a dimostrare assoluta incapacità di scelta. Abbiamo rafforzato la componente civica di Bucci. Ora alcuni esponenti della sua amministrazione sono effettivamente in lista, come l’assessore Mauro Avvenente e il consigliere delegato Davide Falteri”.
A dire il vero, il Partito Democratico ha scelto. Ha scelto di stare con Fratoianni e Bonelli, di fatto lasciando saltare l’accordo con Calenda.
“È quella logica che da anni porta il centrosinistra a perdere. La nostra unione, quella tra Italia Viva e Azione, è vera. Renzi ha fatto un gesto di generosità, facendo un passo indietro in favore di Calenda. Ma parliamo di due personalità che hanno lavorato insieme molto bene, quando Renzi era premier e Calenda era ministro. È proprio lì che si è cominciato a fare delle cose utili per la Liguria. Noi siamo il riferimento dei moderati che non vogliono una destra così sbilanciata su Meloni e Salvini e che non vogliono un Partito Democratico che andava a braccetto con il Movimento 5 Stelle. Ma, soprattutto, siamo il riferimento di quelle persone che non volevano la caduta del Governo Draghi, noi siamo stati leali sino alla fine. È assurdo adesso tornare ad allearsi con chi per tante volte ha votato contro all’esecutivo”.
Speravate nell’appoggio anche di Toti e degli altri centristi?
“Anche Toti ha detto che la destra è stata responsabile della caduta di Draghi, mi ha stupito e colpito vederlo tornare a casa di quelli che lo hanno fatto dimettere. Non c’è spazio per i moderati nel centrodestra della Meloni, è evidente: i voti che Toti chiede, li porta a casa della Meloni”.
L’emergenza gas è una delle priorità.
“Occorre mettere un tetto al prezzo del gas e, così facendo, fermare gli aumenti delle bollette. Ci sono strumenti per diventare autonomi a livello di approvvigionamento del gas. Penso ai rigassificatori in Emilia Romagna e a Piombino. Peccato che a Piombino contro il rigassificatore ci siano proprio Lega, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle e Pd. Vanno fatte scelte responsabili per salvare imprese, posti di lavoro e singoli cittadini”.
Quando la vedremo in Liguria?
“Saremo il 3 settembre a Savona e il 6 settembre a Chiavari per la presentazione dei nostri candidati. Voglio spendere una parola, oltre che per i già citati Avvenente e Falteri, anche per Silvia Garibaldi, che è una persona di grandissima esperienza, per il professor Carella, illustre ematologo, per Manuela Arata, ideatrice del Festival della Scienza, e per Cosimo Maria Ferri, mio compagno di tantissime battaglie”.