di DANILO SANGUINETI
Coniugare il diavolo e l’acqua santa è possibile. Le aziende che ogni mattina si alzano, corrono e pensano a fare profitto ed i filantropi che vogliono ad ogni costo proteggere il Pianeta: mondi che appaiono distanti, eppure non che possono essere contingenti, avvicinarsi senza entrare in collisione, se a studiare la congiunzione “astrale” – sommare alle giuste necessità della scienza e delle tecniche le preoccupazioni non più contestabili sul preservare un mondo che sta soffrendo – sono persone preparate.
Contemperare le esigenze della crescita felice con quelle di un sempre più pressante intervento sul clima è meta non da poco che sviluppatori di idee intelligenti come il fondatore, Luca Tixi, ed i suoi collaboratori in OutBe puntano a realizzare. Ambiziosi certamente, visionari forse, ma non utopici. Partono avvantaggiati perché propongono quello che gli americani con la solita efficace sintesi chiamano Team Building: in estrema sintesi prendere un gruppo di persone collegate da rapporti lavorativi di diversa natura e farne una squadra. Semplice a dirsi, complicato a farsi. Per chi non è addentro alle diavolerie anglosassoni il team building è un insieme di attività e strategie progettate per migliorare la coesione e la collaborazione all’interno di un gruppo di lavoro. L’obiettivo è creare un ambiente, di lavoro, ma non solo, più armonioso e produttivo, rafforzando le relazioni tra i membri del team e migliorando la comunicazione e la fiducia reciproca.
Gli aspetti chiave del team building sono quattro. Le “Attività di Gruppo” che possono includere giochi, esercizi di problem-solving, attività all’aperto e workshop. L’idea è di far lavorare insieme i membri del team in contesti diversi da quelli lavorativi quotidiani, per migliorare la loro capacità di collaborare e comunicare. “Formazione e Sviluppo”: sessioni utilizzate per sviluppare competenze specifiche, come la leadership, la gestione del tempo o la risoluzione dei conflitti. Queste sessioni aiutano i membri del team a crescere professionalmente e a lavorare meglio insieme. “Eventi Sociali”: cene, feste aziendali o attività ricreative possono aiutare a costruire relazioni più forti tra i membri del team. Questi momenti informali permettono alle persone di conoscersi meglio e di creare legami più solidi. “Progetti Collaborativi” lavorare insieme su progetti specifici può aiutare a rafforzare il senso di appartenenza e di responsabilità condivisa. Questi progetti possono essere legati al lavoro quotidiano o essere iniziative speciali pensate per migliorare l’ambiente di lavoro.
È chiaro da questo elenco che il traguardo, non facile e non sempre raggiunto, è quello di creare un ambiente di lavoro positivo e produttivo, dove i membri del team si sentono valorizzati e motivati a dare il meglio di sé.
In tutto questo si inserisce la brillante idea di Luca Tixi, Ceo e cofondatore della startup, nata due anni e mezzo fa circa da una costola di Outdoor Portofino, società per le escursioni nell’area protetta del Monte. A raccontarne la genesi è Carola Dufour, communication manager della azienda, fidata portavoce dell’impegnatissimo presidente. “Luca ci pensava già da un po’, aveva notato come portando in giro nell’area protetta gruppi di persone provenienti dalla stessa località si innestassero grazie all’attività e ai posti speciali delle dinamiche collettive positive. Si pensò di proporlo alle aziende che pensano in modo proattivo”.

Sempre per chi non è aduso al business english ed ai suoi aziendali calchi italici, proattivo è un aggettivo che indica coloro che operano con anticipazione e pianificazione delle azioni future. Outbe fa questo solo che invece che portare “gli aziendali” in disumane stanze o al cospetto di robot, come si usa a fare nei paesi orientali, forniscono lo stesso servizio in un ambiente paradisiaco, tra i gioielli l’area protetta di Portofino.
Carola conferma: “Forniamo in buona sostanza programmi outdoor con un impatto ambientale e sociale positivo per aziende proattive. Sono tutti programmi di sostenibilità per promuovere la salute e il benessere, per noi e per il pianeta Terra. Perché prima di tutto viene la consapevolezza che anche noi siamo Natura”. Il percorso preparato per le ditte che richiedono un servizio ad OutBe è quanto meno poliedrico. “Coinvolgiamo i team di lavoro in attività d’impatto per aumentare la motivazione e il benessere. E nello stesso tempo proponiamo loro programmi di sostenibilità ambientale e sociale a supporto dei SDGs dell’Agenda 2030. Infine misuriamo l’impatto sociale e ambientale delle attività sostenute dall’azienda”. I programmi si svolgono all’aria aperta. “Vogliamo far capire ad una azienda, a qualsiasi azienda che può avere un impatto positivo sulle persone e sul pianeta”. Si parte dalle Learning Challenge, missioni indipendenti, ma con uno scopo aziendale comune: vivere e conoscere la Natura per proteggerla sempre di più. “Le sfide possono essere fatte ovunque, nel parco, nella foresta, sulla spiaggia, sulla costa e persino in mare!
La Learning Challenge fornisce gli strumenti per realizzare azioni all’aperto benefiche per l’ambiente in modo indipendente e allo stesso tempo per competere con altri verso una missione comune. Poi ci sono momenti di “E-learning” con video divertenti e interattivi sul benessere all’aria aperta, sull’ecologia marina e terrestre, sulla citizen science, sui protocolli di monitoraggio. La challenge vera e propria prevede la scelta del tema, tra biodiversità e inquinamento da plastica, la durata e il premio, e poi lancia la sfida di sostenibilità. Infine si stilano i Report. “Utilizzando i sondaggi e i dati raccolti durante le attività, monitoriamo l’impatto sui partecipanti e sull’ambiente attraverso un rapporto”.
L’obiettivo, ma a questo punto sarebbe giusto definirlo, il goal è lo “sviluppo di competenze specialistiche in modo semplice e applicato. Ciò consente al personale di acquisire una comprensione più approfondita dei temi della sostenibilità, in modo da creare una vera e propria cultura aziendale. I dipendenti si sentono motivati e partecipano attivamente alla messa in pratica delle nuove conoscenze. Questo stimola il loro coinvolgimento nell’azienda, creando un senso di appartenenza e aumentando la soddisfazione”.
Attivando una learning challenge, l’azienda diventa un modello di responsabilità sociale e ambientale, posizionandosi in modo distintivo sul mercato e distinguendosi dalla concorrenza. Team Building, Supprt, Walkshop, Welfare aziendale, Retreat aziendale: tutte pratiche di alta ingegneria proattiva, tutti praticabili nei luoghi di Outbe, guidati dai ragazzi (tutti Under 40) della società di Tixi. Che dopo un periodo, logico, iniziale nella quale ha lottato per farsi conoscere, ha fatto centro e viene contattata anche da nomi importantissimi e settimana dopo settimana ha la sua agenda sempre piena di impegni. “Siamo in 15 tra dirigenti, dipendenti e collaboratori, e siamo in campo 24 ore su 24 sette giorni la settimana. Pochi giorni fa abbiamo ospitato una squadra di Deloitte”. Che per chi `addentro alle cose finanziarie equivale alla Maradona delle aziende di consulenza e revisione dei conti. “Direi che il nostro progetto ha spiegato le vele, tanto è vero che dal prossimo anno cambieremo nome, saremo Wild Step e abbiamo in progetto nuove ed entusiasmanti proposte”
I ragazzi di OutBe tengono fede al loro nome. Stanno fuori, nella Natura, ma non “sono fuori”, anzi hanno i piedi ben piantati per terra. Hanno compreso che in un mondo di monadi informatiche chi ridà fiato alla buona vecchia interazione tra persone vince.
Il vecchio Aristotele ha dannatamente ragione: l’uomo è un animale sociale. L’accento di quell”e'” vale solo se interagisce.