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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Operazione ad altissima tecnologia all’ospedale di Lavagna: è una delle prime volte al mondo

Sono stati coinvolti la pneumologa Emanuela Barisione del San Martino, il gastroenterologo Andrea Parodi e il cardiologo Guido Parodi, entrambi in forza all’Asl 4
L'ospedale di Lavagna, quartier generale della Asl 4
L'ospedale di Lavagna, quartier generale della Asl 4
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di ALBERTO BRUZZONE

Tecnologia, approccio multidisciplinare, piena collaborazione tra reparti, esperienza, dotazioni all’avanguardia, preparazione e passione. È con questi ingredienti che l’Asl 4 Chiavarese è riuscita a mettere a segno, nei giorni scorsi, un intervento chirurgico ad altissima specializzazione, un’operazione che vanta pochissimi casi nella letteratura medico-scientifica e che proietta l’ospedale di Lavagna in ambito internazionale. 

Il caso è stato trattato lo scorso 26 ottobre, presso la sala operatoria del Polo Ospedaliero Asl 4 di Lavagna: qui è stato effettuato un innovativo intervento mini-invasivo di chiusura di fistola tracheo-esofagea in un giovane paziente.

Il successo dell’intervento è stato ottenuto grazie all’approccio di un’equipe multidisciplinare alla procedura: sono stati infatti coinvolti la pneumologa Emanuela Barisione (direttore della UOC Pneumologia interventistica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino), il gastroenterologo Andrea Parodi e il cardiologo Guido Parodi, responsabili delle rispettive strutture dell’Asl 4. 

“Attraverso un approccio combinato e simultaneo sotto controllo endoscopico, broncoscopico e radioscopico – spiega la nota dell’ospedale di Lavagna – è stato impiantato un dispositivo cardiologico normalmente utilizzato per la chiusura della pervietà del forame ovale, che ha permesso di ottenere la completa obliterazione della fistola tracheo-esofagea”.

Andrea Parodi, stimato gastroenterologo in forza all’azienda sanitaria, racconta: “L’intervento è decisamente il successo di un approccio di tipo multifunzionale. Abbiamo cercato soluzioni mini-invasive, ottenendo la stessa efficacia terapeutica ma, al tempo stesso, evitando interventi maggiori. La tecnologia consente di ottenere molto in questo senso, anche se lascia sempre aperta la porta a interventi di tipo più tradizionale. Il paziente, che ha una lunga storia clinica, sta bene e l’operazione condotta dal nostro staff è perfettamente riuscita”.

Andrea Parodi ha collaborato per quanto di sua competenza, mentre la pneumologa Emanuela Barisione conosceva il paziente per il fatto di averlo in cura da parecchio tempo. Il resto lo ha fatto l’altro Parodi, ovvero il cardiologo Guido, che ha messo a punto il dispositivo cardiologico per il suo differente utilizzo. “Abbiamo discusso insieme i vari passaggi, come spesso si fa in questi casi – prosegue Andrea Parodi – e poi abbiamo studiato i ‘case report’ di situazioni analoghe. Anche noi, adesso, scriveremo un ‘case report’, per dare un contributo in più alla comunità scientifica”. 

L’utilizzo dell’endoscopia si è rivelato fondamentale: “Prima l’endoscopia – ricorda Andrea Parodi – era uno strumento quasi esclusivamente diagnostico, mentre ora ci sono tutti gli altri utilizzi. Certo, non tutto si può fare in endoscopia ma l’importanza di una chirurgia meno invasiva è sotto gli occhi di tutti, anche per quanto riguarda poi i tempi di ripresa e di guarigione”. Ecco allora che Lavagna e l’Asl 4 finiscono citate a livello di medicina mondiale: un patrimonio che va preservato, promosso e difeso, oltre che incoraggiato dal punto di vista della ricerca e dei fondi. Per tante situazioni di cervelli e competenze in fuga, ecco un esempio finalmente ‘glocal’: come quelli che tanto piacciono a ‘Piazza Levante’. Ecco perché lo abbiamo raccontato.

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