di ALBERTO BRUZZONE
Lo slogan, indovinato, era ‘Buona. Locale. Plurale’. L’intento, altrettanto indovinato e soprattutto molto nobile e sacrosanto, era promuovere e conservare sempre più un’eccellenza del nostro territorio: l’olio d’oliva extravergine delle riviere liguri.
Così, lo scorso week end, Apol, ovvero l’Associazione dei Produttori Olivicoli della Liguria, ha organizzato la kermesse denominata ‘Dall’olivo alla tavola’, tre giornate di degustazione di olio e di olive a filiera corta che ha interessato la zona del Levante genovese, insieme ad altri eventi diffusi su tutto il territorio regionale, a cura della Filiera degli Olivicoltori Liguri Associati.
È proprio la filiera a essere ‘Buona. Locale. Plurale’: perché è di indubbia qualità, perché è prettamente ligure e senza contaminazioni di sorta e perché unisce, in un’unica grande ‘famiglia’, olivicoltori, ristoratori e distributori radicati nelle nostre zone.
“Abbiamo organizzato questa iniziativa – raccontano i produttori liguri – avendo in testa un duplice obiettivo: da una parte quello di valorizzare i risultati del progetto di cooperazione di filiera corta, partecipato dalle aziende locali, guidato da Apol e svolto con il contributo del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Liguria; e dall’altra unire in una catena virtuosa e consapevole olivicoltori ‘eroici’, ristoratori di altissima qualità e preparazione culturale, negozianti attenti e sensibili e consumatori etici e consapevoli”.
Per aiutare a scoprire qualcosa di più del ‘mondo segreto’ dell’olio extra vergine e delle olive del territorio, gli organizzatori di ‘Dall’olivo alla tavola’ sono riusciti a coinvolgere in un evento diffuso aziende agricole, produttori ‘eroici’, esercenti di attività commerciali, ristoratori, amministrazioni pubbliche e istituzioni di rappresentanza e assistenza. I destinatari ultimi di queste attività insieme promozionali e culturali sono stati sia i consumatori sia i giornalisti, i blogger, i food influencer e gli stakeholders del mondo Ho.Re.Ca. (ovvero il settore hotellerie-restaurant-café).
I primi, grazie a ‘Dall’olivo alla tavola’, hanno potuto vivere un’esperienza conoscitiva e sensoriale nei ristoranti con cene a tema (sono stati realizzati, ad esempio, dei menu con abbinamenti fra cucina locale e olive e oli autoctoni) e nei negozi con degustazione di olive e olio a scaffale, dove si sono potuti assaggiare e poi acquistare i prodotti raccolti sotto il nuovo logo collettivo di olio e olive ‘ÖIE’, concepito dalla filiera degli Olivicoltori Liguri Associati. Agli ‘addetti ai lavori’, invece, è stato rivolto un tour guidato che prevedeva una serie di incontri con gli olivicoltori della filiera corta e con i produttori ‘eroici’, alcune visite ai frantoi, delle conferenze con storytelling dei protagonisti, dei laboratori professionali di assaggio e di cultura dell’olio e delle olive, e dei lunch-degustazione.
Molti i relatori, gli ospiti e le realtà coinvolte: dal Frantoio Lucchi & Guastalli di Santo Stefano Magra (La Spezia) all’Azienda Solari Massimo a Chiavari; dal Consorzio di tutela Olio Dop Riviera Ligure e Regione Liguria ai Comuni di La Spezia, Leivi e Sestri Levante e ad altre istituzioni; dalle aziende agricole d’area genovese e spezzina alle Coldiretti territoriali; dal Ristorante La Brinca di Ne al Ristorante Da Naclerio a Sarzana.
Con manifestazioni come ‘Dall’olivo alla tavola’, spiegano i produttori, “continuiamo a inseguire il nostro obiettivo, che è quello di supportare e valorizzare la filiera corta, in particolare con una gestione in forma associata di servizi per adattarsi alle esigenze del mercato. Con il progetto di cooperazione ‘La filiera degli olivicoltori liguri associati’, uniamo imprenditori agricoli e operatori del settore per dare forza a una produzione olivicola territoriale. Sviluppiamo il progetto con tante attività di supporto, tra cui la formazione tecnica ai soci, dalla cura del suolo alle migliori tecniche di potatura, concimazione e raccolta, e i corsi di formazione ufficiali per assaggiatori di olio e olive da tavola”.
La strada intrapresa è chiara: “Vogliamo crescere per sostenere i soci con una commercializzazione equa delle olive e dell’olio a chilometro zero, mettendo in luce ogni passaggio essenziale che rende i prodotti finiti così buoni: per il palato, per il territorio, per le persone che ci lavorano. Supportiamo e diffondiamo il valore della certificazione Dop Riviera Ligure per l’olio ma non ci basta: attuiamo la rintracciabilità Iso 22005:08, che garantisce una filiera trasparente e controllata, che coadiuva i valori di etica, presidio del territorio, del paesaggio, della salute”.
Intanto, nei giorni scorsi, il Consorzio di Tutela dell’olio Dop Riviera Ligure ha approvato il Patto di Filiera mantenendo la tabella dei prezzi minimi delle olive in relazione alla loro resa in olio, prendendo come riferimento euro 1,60 al kg per una resa del 20%. I prezzi minimi avranno validità biennale, rimanendo così bloccato per questa campagna 2021/22 ma pure per la prossima 2022/2023.
“Con questa decisione vogliamo dare un segnale di fiducia al mondo produttivo in questa annata che presenta diverse criticità – commenta Carlo Siffredi, presidente del Consorzio – Vogliamo sostenere le imprese in tutte le azioni possibili volte allo sviluppo delle quantità e qualità delle olive prodotte”.
Per raggiungere gli obiettivi di una crescita sostenibile per le imprese e il territorio, salvaguardando e incrementando la produzione, c’è però bisogno di allargare il perimetro di azione del patto, superando quello attuale che coinvolge solo gli operatori della filiera produttiva. “Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela chiede con forza alle istituzioni un supporto di assistenza tecnica per le aziende olivicole affinché, grazie alla collaborazione tra Consorzio, associazioni di categoria, istituzioni, centri di ricerca e università, si possa concertare un percorso coordinato tra tutti gli attori per una serie di interventi specifici – prosegue Carlo Siffredi – In particolare, occorre ampliare il monitoraggio della produzione negli oliveti liguri con un approfondimento costante dei fenomeni in corso; sostenere la sperimentazione di opzioni di difesa fitosanitaria della produzione olivicola con la conseguente diffusione dei risultati; programmare interventi tecnico-finanziari a supporto di questa fondamentale filiera produttiva per la Liguria; costruire uno sviluppo sostenibile della produzione olivicola ligure che funzioni per consumatori, produttori e ambiente”. L’olio ligure è eccellente, ma non rimane eccellente se non ci si muove, tutti insieme, nella stessa direzione.