Uno scandalo che grida giustizia. A staccare la spina al tribunale di Chiavari è stato il decreto legislativo 7 settembre 2012, n.155 entrato definitivamente in vigore il 13 settembre 2013. Eppure si trattava di un tribunale ottimale per resa ed efficienza, secondo l’ultima ispezione ministeriale (2013), senza nessun rilievo in applicazione della legge Pinto (che obbliga lo Stato a rispondere economicamente delle lungaggini processuali).
Il nuovo edificio poteva contare su spazi di oltre 9 mila metri quadri e aveva un carcere adiacente (con conseguente annullamento dei costi per le traduzioni dei detenuti).
È costato complessivamente la bellezza di 13,3 milioni di euro di cui 8,7 finanziati dallo Stato e 4,6 dal Comune di Chiavari. Palazzo Bianco ha finanziato la sua realizzazione attingendo ben 2,8 milioni da oneri di urbanizzazioni e cassa, mentre per i restanti 1,8 milioni ha acceso, nel 2009, un mutuo ventennale con la Cassa depositi e prestiti. Ogni mese paga una cifra attorno ai 90 mila euro. Inoltre ha messo anche a disposizione gratuitamente l’area sulla quale l’edificio è costruito. La struttura è stata, addirittura, oggetto di un investimento da 200mila euro per il cablaggio a pochi giorni dalla chiusura.
Le fatture parlano chiaro.
Il progetto – anch’esso finanziato dal Comune – era stato approvato dai vertici della magistratura, dall’Ordine degli avvocati e dal Provveditorato alle opere pubbliche ed era stato dimensionato per il corretto svolgimento di tutte le attività giudiziarie del nostro comprensorio. A seguito di quest’opera, lo Stato non doveva più corrispondere onerosi canoni di affitto per gli spazi occupati dal vecchio palazzo di Giustizia.
Sino alla realizzazione del nuovo tribunale i costi per gli affitti si aggiravano a 468.087,15 euro per il 2010 e 479.321,24 euro per il 2011. A queste cifre andavano sommate altre voci di spesa (telefono, riscaldamento, energia elettrica, pulizia, custodia, vigilanza, manutenzioni) per un totale pari a 313.106,54 euro per il 2010 e a 476.283,15 euro per il 2011.
Trasferendo l’attività nel nuovo palazzo di giustizia, i costi d’affitto sarebbero stati azzerati, rimanendo solo voci di spesa pari a 235.000 euro (ulteriormente abbattibili in termini di risparmio energetico poiché l’immobile si trova in classe A, ma anche di custodia e vigilanza poiché l’immobile è dotato di un controllo elettronico degli accessi).
Una risorsa da sessanta milioni all’anno
Gabriele Trossarello, avvocato e presidente del Comitato per la salvezza del Tribunale, snocciola i numeri con chiarezza: “Il tribunale di Chiavari era una risorsa economica che valeva quasi 60 milioni di euro l’anno, tenuto conto dei dipendenti, avvocati, clienti e tutto ciò che girava intorno ad esso in un comprensorio di oltre 150mila abitanti. Con 13 giudici copriva circa 30 Comuni. Per non parlare dei disagi che la decisione ha provocato in termini di servizi. Chi accedeva al Tribunale di Chiavari sapeva di poter avere una risposta in primo grado che si aggirava attorno all’anno, mentre a Genova oggi occorre più del doppio. Funzionava bene e si doveva ampliarne le competenze per evitare quest’assurda chiusura”.
Secondo dati pubblicati dal Ministero di Grazia e Giustizia, il Tribunale chiavarese aveva tempi di risoluzione delle cause talmente celeri da essere inserito tra i dieci migliori in Italia. In particolare, i tempi di smaltimento dei processi erano eccellenti con 512 giorni per il primo grado civile, mentre il numero delle sentenze penali emesse era superiore di un terzo alla media degli altri uffici (tra cui anche quello accorpante), così come il numero degli affari civili complessivi pro capite per magistrato, a fronte di pendenze residue irrisorie.
Oggi invece grava ulteriormente sul tribunale di Genova (già oberato di carichi in quanto città metropolitana priva di un tribunale di sostegno), provocando un evidente decremento di efficienza.
“Pensiamo cosa vuol dire oggi per un cittadino di Borzonasca, Castiglione o Santo Strefano d’Aveto, doversi recare a Genova magari solo per una testimonianza – continua Trossarello – o per una qualsiasi causa civile o penale”.
Ultimo dato, la chiusura del Tribunale chiavarese ha cancellato in un solo colpo l’intero risparmio previsto dalla riforma: circa 17 milioni di euro su tutto il territorio nazionale.
Oggi all’interno del nuovo Tribunale hanno la ‘residenza’ la Guardia di Finanza, il Giudice di Pace, l’Agenzia delle Entrate e la Conservatoria dei registri Immobiliari e da qualche settimana lo sportello di prossimità. Il Comune di Chiavari incassa 155 mila euro all’anno.
“Lo sportello di prossimità rappresenta solo il due o tre per cento del lavoro di un tribunale – sottolinea Trossarello – e mi ha stupito molto vedere all’inaugurazione il ministro alla giustizia Andrea Orlando, dopo che nel programma per la giustizia del Pd nel 2013 aveva scritto che il tribunale di Chiavari doveva essere salvato, ripetendolo a più riprese. Il buon gusto e l’etichetta avrebbero suggerito maggior cautela e rispetto per un territorio che è stato tradito soprattutto dalla politica”.
Nel palazzo restano vuoti moltissimi metri quadrati (anche perché è sfumato il trasloco degli uffici dell’Inps) anche per scelta del Tribunale di Genova che potrebbe sfruttare questi spazi per allargarsi, ma in piazza Portoria sarebbero in pochi ad accettare un trasferimento nel Tigullio.
MATTEO GERBONI