di DANILO SANGUINETI
Gabriele Volpi è un uomo di parola. Se promette qualcosa, quel qualcosa arriverà: non importa quanto tempo e fatica e denari debba impiegare, alla fine ha sempre ragione lui.
Così fu con la Pro Recco Pallanuoto così è con lo Spezia Calcio e così sarà con alcune delle avventure mirabolanti che ha in testa e che noi scopriremo con il solito stupore strada facendo.
Il self made man nato a Recco il 29 giugno 1943 che ha iniziato come dipendente della Industrie Meccaniche Liguri, che ha giocato a pallanuoto nella Pro (senza grandi risultati…), che ha costruito un impero nei settori della logistica e dei trasporti in Nigeria e Angola associandosi a un altro ex pallanuotista e presidente del Recco, Gian Angelo Perrucci, ad inizio del nuovo secolo entra nel consiglio direttivo della sua squadra del cuore che era e resterà la Pro Recco del suo amico, quasi un fratello maggiore, Eraldo Pizzo. Prima come semplice dirigente nella cordata dei genovesi capitana da Fabrizio Parodi, poi, dal settembre 2005, come presidente e unico proprietario.
Volpi che con gli altri aveva vinto scudetti e una Champions League schiaccia subito sull’acceleratore. Mette il Caimano Pizzo alla direzione generale, strappa Pino Porzio ai rivali storici del Posillipo, compra i migliori giocatori sulla piazza mondiale.
Lascia negli anni la poltrona di presidente ai figli Simone e Matteo, poi ad Angelino Barreca e nell’estate 2016 trova nell’appena pensionato (dalla vasca) Maurizio Felugo il suo proconsole ideale. Cambia allenatori e diesse con facilità, convince ogni giocatore forte che emerge in ogni angolo del globo a venire a Recco con offerte che non si possono rifiutare. Fa il pieno di trofei e primati, dal 2006 a oggi lo scudetto non esce più dalla sede di Punta S. Anna, non ha questa costanza con le coppe ma insomma: in questi 15 anni la Pro Recco ha vinto 14 campionati, 9 Coppe Italia, 5 Champions League, 5 Supercoppe LEN e 1 Lega Adriatica.
Il suo concetto di investimento nello sport è larghissimo: a Recco tramite la San Rocco Immobiliare sta lavorando al progetto del recupero dell’area dell’ex Iml e della piscina di Punta Sant’Anna, vicino alla quale ha acquistato e rifatto ex novo il ristorante-stabilimento balneare Event Beach. La piscina scoperta di S. Anna stava la scorsa primavera per essere trasformata per ospitare la finale, la pandemia ha fatto sospendere i lavori per realizzare le tribune capaci di ospitare circa 2.600 spettatori. Un allestimento che, contando anche gli spogliatoi, sarebbe costato 1,5 milioni di euro. Da settembre farà ripartire il progetto.
Nel 2012 acquista il 70% del HNK Rijeka, uno dei più importanti club calcistici croati, per 7 milioni di euro attraverso la Stichting Social Sport, trust con sede a Rotterdam che nel suo portafoglio ha appunto anche la Pro Recco e lo Spezia e la cui succursale belga è amministrata in quegli anni anche dall’ex dirigente sportivo Franco Carraro.
Porta il Rijeka ai vertici del calcio croato con la vittoria del campionato nel 2017, della Supercoppa e di 2 Coppe nazionali. Sempre nel 2012 in Nigeria fonda il Football College Abuja, scuola calcio della capitale da cui sono usciti Sadiq Umar e Abdullahi Nura (venduti alla Roma dallo Spezia per 6 milioni di euro), Awua (venduto all’Inter per 2 milioni) e David Okereke (ceduto al Bruges per 8 milioni + 2 di bonus).
Nel 2014 Damir Miskovic, presidente del Rijeka nonché vice presidente della federazione croata e Console della Croazia in Nigeria, per conto di Volpi e tramite la holding Orlean Invest West Africa Limited di cui è direttore esecutivo, firma un accordo con la federcalcio nigeriana per la costruzione di campi di calcio e la fornitura di attrezzature e know-how.
Altra operazione è stata nel luglio 2014 l’acquisizione del giocatore paraguayano Juan Iturbe per 15 milioni di euro dall’Hellas Verona, dove era in prestito, e ceduto alla Roma solo due settimane più tardi per 22 milioni. Cede poi la sua quota del Rijeka nel 2018 al presidente Mišcović e alla società Teanna Limited.
L’estate scorsa l’Arzachena non si iscrive alla Serie C e il titolo sportivo viene rilevato dalla Stichting Social Sport di Volpi. La nuova Asdd Arzachena Academy Costa Smeralda viene ammessa al campionato di serie D grazie al versamento di 350mila euro di iscrizione. È tantissimo eppure c’è di più, il gioiello della corona che è tornato a splendere proprio nella stagione in cui si pensava sarebbe stato venduto.
Nel 2008 diventa proprietario anche dello Spezia Calcio coprendo un buco di 40 milioni di euro. La società appena retrocessa in Prima Divisione non si era iscritta perché soffocata dai debiti. Il 17 luglio 2008, viene cancellata lo Spezia Calcio 1906, nasce l’Associazione Sportiva Dilettantistica Spezia Calcio 2008. Il 4 agosto 2008, la trasforma in Srl, lo Spezia Calcio 2008 e ne diventa presidente.
Ai tifosi promette: “Tra dieci anni saremo in A”. Ce ne mette dodici. In serie D lo Spezia arriva secondo, viene ripescato in Seconda Divisione, la vince, sale Prima Divisione e nel 2012 lo Spezia fa ritorno in Serie B. Volpi spende moltissimo nei primi tre anni ma non va mai oltre i primi turni dei play off.
Realizza al ‘Federghini’ un centro sportivo di avanguardia spendendo una cifra considerevole. Negli ultimi anni delega ad altri la presidenza e pare allontanarsi progressivamente dalla piazza: nello scorso triennio, compreso il campionato appena concluso, non mette mai piede al ‘Picco’.
Si affida a un grande uomo di calcio come Guido Angelozzi che a sua volta scopre un talento in divenire come mister Vincenzo Italiano: contro ogni previsione, dopo una partenza disastro (dopo 7 giornate la squadra era ultima) il team bianconero, costato meno della metà delle annate precedenti, si classifica terzo nella stagione regolare con un bottino di 61 punti, frutto di 54 reti segnate e 40 subite. Nella semifinale dei playoff perde 2-0 sul campo del Chievo Verona, ribalta al Picco la situazione imponendosi 3-1, nella finalissima 0-1 e 1-0 con il Frosinone, va in A grazie al miglior piazzamento nella regular season.
Volpi assiste al match dal suo yacht Boadicea (70 metri di lunghezza) al largo di Capri, un attimo dopo il trionfo fa capire che ha ritrovato entusiasmo e convinzione nell’avventura bianconera. Blocca Italiano che era già d’accordo con il Genoa, mostrando il lato ferreo del suo carattere. Convoca il presidente Stefano Chisoli, il direttore generale Angelozzi, l’allenatore Italiano ed assieme al suo braccio destro Giampiero Fiorani vara un piano per difendere la massima serie.
A questi uomini affida un budget da 25-30 milioni, ossia 4 volte più di quanto aveva speso negli anni di serie B, decide che la squadra giocherà al ‘Dino Manuzzi’ di Cesena per un mese, nel frattempo progetta una ristrutturazione totale dello stadio ‘Picco’ rifacendo area riservata ai media, la sala stampa, Tv compound e mixed zone, oltre al potenziamento dei fari luci e a nuovi servizi igienici; la seconda tranche di lavori da effettuarsi nel 2021 prevede una nuova tribuna e una nuova curva ospiti.
C’è chi pensa che lo Spezia potenziato da Volpi potrebbe non sfigurare nel confronto con Sampdoria e Genoa in un inedito triello ligure in serie A. Soprattutto i presidenti Enrico Preziosi e Massimo Ferrero faranno bene a non snobbare il parvenu Gabriele Volpi. Un aneddoto pallanuotistico potrebbe illuminarsi: si racconta che nel 2005 l’appena nominato presidente Volpi in occasione della final four di Champions League a Napoli chiedesse un colloquio con il presidente del Posillipo, da dieci anni dominatore in Italia e spesso anche all’estero. Gentilmente Volpi chiese al collega se un certo giocatore napoletano fosse disponibile a trasferirsi a Recco. Gli venne sprezzantemente risposto: sì, se si accontenterà del secondo posto. Volpi non fece una piega, ringraziò, rientrò in albergo e immediatamente ordinò di andare a contattare i giocatori più forti dei rivali. Poi, non contento, prese anche i giocatori che il Posillipo puntava sul mercato per sostituire i partenti e se li tenne o li girò ad altre società. Così fece anche nelle stagioni seguenti sino a quando il Posillipo da top club diventò società di seconda fascia, condannata a un anonimo centro classifica.