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Giovedì, 1 giugno 2023 - Numero 272

Non è una regione per i parchi: la Giunta Toti avvia un percorso per accentrare competenze e ruoli, impoverendo gli enti territoriali

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di ALBERTO BRUZZONE

Mentre l’iter per la trasformazione del Parco di Portofino da regionale a nazionale è sempre fermo al palo, e si rischia quindi di gettare alle ortiche un’occasione enorme per tutta la Liguria, sia in termini di tutela che di risorse e di indotto (solo per citare gli aspetti principali), alla fine del 2020 si è aperto l’ennesimo fronte di scontro tra le associazioni ambientaliste operanti sul territorio, una parte delle opposizioni in Consiglio Regionale e la Giunta guidata dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

Il motivo è un emendamento che è stato inserito all’interno della Legge di Bilancio e che punta a ridisegnare la geografia, ma soprattutto la governance, dei parchi liguri, il tutto nella direzione di una sempre maggiore centralizzazione e di un progressivo svuotamento dei singoli enti, sia in termini di competenze che di poteri.

È l’ennesimo settore nel quale il governo regionale punta a delegare sempre meno e ad avocare a sé sempre di più, ma è anche l’ennesimo segnale di quanto le politiche ambientali di questo ciclo amministrativo non siano considerate come prioritarie, a detta della maggior parte delle associazioni e non solo.

Come mai, infatti, si sta perdendo l’occasione di trasformare in nazionale il Parco di Portofino? Come mai la contesa sui confini dell’area da proteggere e tutelare non si è mai conclusa? Come mai non si è mai arrivati a una soluzione? Quali interessi in ballo ci sono nel non voler in nessun modo far progredire questa situazione?

Noi di ‘Piazza Levante’ abbiamo trattato più e più volte il tema Portofino, dando spazio a tutte le voci. Poi, dalle elezioni regionali in poi, tutto pare finito nel dimenticatoio. La competenza sui parchi è passata di mano: dall’assessore regionale, in quota Lega, Stefano Mai, all’assessore, sempre in quota Lega, Alessandro Piana. Ora, ecco un nuovo campanello d’allarme.

La situazione
Nell’emendamento alla Legge di Bilancio, si dice che c’è l’intenzione di istituire “un organismo monocratico unico di valutazione delle performance a partire dal 1° gennaio 2022 e di costituire un omogeneo e unitario assetto organizzativo performante e armonizzare tutte le funzioni amministrative, finanziarie, ambientali, di vigilanza, fruizionistiche e tecniche ai fini del loro potenziamento e coordinare tutte le funzioni di interesse collettivo affidate alle aree protette”.

È sempre la stessa storia: si parla di ‘razionalizzazione’ e di ‘ottimizzazione’, e intanto si aprono crepe, si modificano gli assetti, s’indeboliscono i territori, si rischia che vengano tagliate le risorse.

In tutto il mondo le questioni ambientali stanno diventando dirompenti e prioritarie, in Liguria non danno affatto questa impressione.

L’assessore Alessandro Piana si difende: “Da nessuna parte dell’emendamento si parla di un ente parco unico. Al contrario, noi vogliamo ridare forza ai parchi, liberando risorse aggiuntive attraverso una riorganizzazione del personale”.

Ma Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Club Alpino Italiano e Lipu sono già partite all’attacco. In una lettera congiunta, le varie associazioni denunciano “un blitz senza la minima discussione e senza alcuna condivisione con le Commissioni Consiliari”.

La reazione di Massimo Caleo
Nel mondo politico, la voce più importante è quella del senatore Massimo Caleo. Non solo perché Caleo, spezzino di origini e quindi piuttosto preparato a livello territoriale, è il responsabile nazionale parchi del Partito Democratico, ma soprattutto perché è stato proprio lui ad aver avviato l’iter per la trasformazione del Parco di Portofino da regionale a nazionale.

Secondo il parlamentare ‘dem’, “le nuove norme di modifica della legge istitutiva dei parchi regionali liguri hanno preso le sembianze di un colpo di mano. La Giunta Toti le ha approvate con subdoli tecnicismi formali, sotto forma di emendamento in aula nell’ambito della Legge di Stabilità. Nessuno scambio di opinioni, nessun dibattito collegiale, nessun esame approfondito hanno preceduto il provvedimento. Una prassi che non ha proprio niente a che fare con la leale collaborazione istituzionale e politica. Siamo così di fronte all’ennesimo tentativo del centrodestra di annullare la forza e la creatività dei territori protetti liguri. Sono in pieno accordo con le associazioni ambientaliste e ribadisco da parte mia la contrarietà al depotenziamento degli enti parco consegnando tutto il governo delle aree protette all’amministrazione regionale, sottraendolo alla gestione e al controllo del territorio”.

Caleo attacca: “Come se non fosse bastata la legge ‘taglia parchi’ dell’aprile 2019, Toti e la sua Giunta non possono sottrarre personale qualificato, togliere autonomia, inventare accorpamenti tra luoghi e dimensioni completamente differenti. La Regione è andata contro ad alcune normative nazionali. Troppo sbrigative le regole riguardanti le modifiche dei confini. Non si capisce bene poi cosa sia quella figura spuria tra il Consiglio del Parco e la Comunità del Parco, intesa come Comunità dei Sindaci. Tutte le modifiche riguardo alla composizione delle Comunità del Parco sono frutto di decisioni poco ragionate”.

Il senatore ricorda: “Tre anni fa festeggiammo, a Camogli, l’approvazione della mia proposta di legge che istituiva il Parco Nazionale di Portofino. Sostenuta da tanti cittadini, associazioni, comuni e mal digerita dall’amministrazione totiana: quest’ultima, seppur invitata, non mandò nessuno a quella festosa iniziativa istituzionale. Lo dico perché quello fu il prologo di ciò che sarebbe diventata l’azione dell’amministrazione regionale in questi tre anni: ostacolare il progetto, senza se e senza ma. Ora mi domando, ma come si può perdere tanto tempo per offrire al territorio una straordinaria opportunità di sviluppo, per tutto l’anno e non solo per tre mesi d’estate? Personalmente mi batterò, come sempre ho fatto, per evitare la sterilizzazione degli enti parco e contro la maldestra volontà di questo centrodestra di buttare alle ortiche ciò che si è costruito in questi trent’anni”.

Il parere di Luca Garibaldi
D’accordo con Caleo, anche il consigliere regionale del Pd, Luca Garibaldi: “Il piano voluto dalla Regione è un pasticcio e un pericolo. Un pasticcio perché s’inventano strutture nuove per fare compiti già in carico ad altri soggetti previsti, con una confusione su ‘chi fa cosa’ che renderà ancor più farraginosa la governance dei parchi, e solo una finzione scritta sulla carta la partecipazione dei territori. Un pericolo perché con alcune misure – controllo delle performance unitario, razionalizzazione delle spese del personale, centralizzazione del ruolo della Regione – si pongono le basi per lo svuotamento del sistema dei Parchi liguri, già commissariati per più della metà, e si vede alla fine di questo percorso la possibilità di istituire un Parco Unico Ligure, cancellando le differenze e le peculiarità dei territori. Un disegno, quello della destra in Regione, da contrastare in tutti i modi”.

Gianni Pastorino: invertiti i rapporti
Impegno nel fermare il percorso anche da parte del consigliere Gianni Pastorino di Linea Condivisa: “S’inverte il rapporto tra Parchi e Regione: d’ora in poi le direttive che arrivano dalla Giunta saranno per i direttori dei parchi vincolanti. Non è più il territorio dal basso a decidere e proporre azioni positive, ma è la Regione che guardando solo alla performance impone la propria volontà. Dove aveva fallito con la legge ‘taglia parchi’, il centrodestra cerca di limitare i confini delle aree protette nominando un organismo che ha il solo scopo di ridefinire i confini dei parchi. Una politica seria dovrebbe rimettere al centro la tutela ambientale per il benessere di tutte e tutti. La destra, invece, attacca i parchi pensando solo ai propri interessi economici ed elettorali”.

I Verdi preparano il ricorso
Infine, il parere dei Verdi con Angelo Bonelli, coordinatore nazionale, e con Danilo Bruno, responsabile parchi di Europa Verde Liguria: “Con l’articolo 14 Bis alla Legge di Stabilità 2021, il presidente Toti potrà modificare i confini dei parchi in soli quindici giorni e con il silenzio assenso: una norma di una vergogna inaudita che esprime la volontà di tagliare i parchi della Liguria per togliere le tutele e aprire alla cementificazione. Era il 15 marzo del 2019 quando Toti su Facebook, per salutare i giovani dei Fridays for Future, scriveva: ‘La Liguria che vogliamo guarda all’ambiente’. Dopo alcune settimane fece approvare una legge che riduceva di 540 ettari il territorio dei più grandi parchi naturali regionali, il parco delle Alpi liguri, quello dell’Aveto e quello dell’Antola e revocava la classificazione di area protetta regionale a quarantadue territori nel Savonese, per un totale di oltre ventiduemila ettari”.

Ma come si può fermare tutto questo? Sono proprio i Verdi a tracciare la strada: “Abbiamo già pronto il ricorso, elaborato dal nostro ufficio legale, che invieremo al governo nazionale quando la Legge di Stabilità sarà pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione per chiedere di sollevare la legittimità costituzionale ai sensi dell’art.117 della Costituzione: impediremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione l’assalto ai parchi della Liguria da parte di Toti”.

E non sarebbe neanche la prima volta che la Regione va a sbattere contro la Corte Costituzionale. Qualche altro episodio? Alcune normative sulla caccia. Per caso è tutto correlato?

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