di ALBERTO BRUZZONE
Ci sono voluti più di dieci anni di scontri, dibattiti politici, duelli a carte bollate, ricorsi e controricorsi e, alla fine, la decisione definitiva è arrivata. Il Parco Nazionale di Portofino potrà nascere ma, come sempre indicato dal centrodestra, avrà i confini del 1935 a tre comuni, ovvero Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure. L’unica differenza sarà il fatto che verrà annessa al Parco anche l’Area Marina Protetta di Portofino, che era già classificata di livello nazionale.
La decisione ufficiale sarà comunicata nei prossimi giorni dal Ministero dell’Ambiente e dovrà essere ratificata da una delibera della Giunta Regionale. L’accordo è stato preso dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, dal presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, dal vice presidente Alessandro Piana e dal consigliere delegato Alessio Piana.
Rimangono dei nodi ancora da sciogliere, come la scelta della sede del parco (oggi è Santa Margherita), una sede per i carabinieri forestali, la definizione della governance e delle modalità esecutive dell’ente, con la determinazione delle competenze e dei vari vincoli amministrativi. Nei prossimi giorni la delibera di Giunta sarà presentata al Consiglio regionale. La decisione soddisfa soprattutto la Lega, che di questa vertenza aveva fatto una sua bandiera.
Critica invece l’opposizione di centrosinistra in Regione. A parlare è il capogruppo del Partito Democratico, Armando Sanna: “Dopo sei anni di discussioni sul Parco di Portofino, la Regione ha voluto fare un Parco Nazionale che è la fotocopia di quello regionale. Lo ha fatto senza nessuna discussione pubblica, di nascosto e chiudendo l’intesa su un parco francobollo. Un intero territorio ha così perso un’occasione rispetto alle potenzialità che un vero Parco Nazionale, con confini più estesi, avrebbe potuto portare. Si potevano includere i Comuni che avevano chiesto di farne parte, e invece hanno deciso di non estendere oltre il perimetro. Oggi, per far contenta la Lega, questa giunta battezza il parco nazionale più piccolo di Italia”.
Anche Massimo Maugeri, ambientalista ed esponente del circolo di Legambiente del Tigullio, esprime forti perplessità: “Sono profondamente insoddisfatto, perché quella del parco nazionale era un’occasione enorme per il territorio, e invece così diventa un’occasione persa. Il parco è di fatto peggiorato rispetto a prima. Il sindaco di Portofino deve ora prendersi la responsabilità di aver impedito questo progetto che poteva essere garanzia di speranza per il turismo e per il futuro”.
Maugeri preme per sapere le motivazioni di questa scelta: “Ci dicano se si tratta di un ‘favore’ fatto a quattro cacciatori, oppure se è per la speculazione edilizia. Siano chiari una volta per tutte. Non è il problema di un fiorellino in più o di un fiorellino in meno, questa non è una battaglia ideologica di qualche ambientalista. Qui, dietro a questa scelta, ci sono motivazioni forti. Abbiano almeno il coraggio di dire quali sono”.
Secondo l’esponente di Legambiente, ha poco senso anche l’aver messo insieme il Parco di Portofino con l’Area Marina Protetta: “È stato messo in relazione il cinghiale con il pesce. Ma che senso ha? Il nuovo ente dovrà gestire sia la terra che l’acqua: è una cosa che non si è mai vista prima. È inutile girarci intorno: l’iter del Parco Nazionale di Portofino è nato male ed è finito peggio. È un parco nato senza il territorio, senza il minimo coinvolgimento, senza aver mai ascoltato la comunità del parco stesso. Le istituzioni non le abbiamo mai viste. È un vero peccato”.