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Giovedì 4 settembre 2025 - Numero 390

Museo Miniera di Gambatesa, ancora incertezze sulla riapertura: è un buco nero da ormai quattro anni 

“Siamo sempre in attesa – dice la presidentessa del Parco Tatiana Ostiensi – è stato nominato un consulte esterno. Vorremmo conoscere l’esito anche per i bandi”
Il Museo Miniera di Gambatesa è diventato un caso, visto che da tempo immemore non viene riaperto
Il Museo Miniera di Gambatesa è diventato un caso, visto che da tempo immemore non viene riaperto
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di ALESSANDRA FONTANA

Gambatesa, ancora incertezze. “Museo chiuso da oltre 1.500 giorni: da mesi si rinvia l’assegnazione della gestione. Una vicenda imbarazzante”. Non usa certo mezzi termini il consigliere regionale del Partito Democratico Luca Garibaldi che, nei giorni scorsi, è tornato all’attacco su una vicenda che assume contorni assurdi. “Siamo sempre in attesa – fa eco la presidentessa del Parco Tatiana Ostiensi – è stato nominato un consulte esterno. Vorremmo conoscere l’esito anche per i bandi… è inutile fare progetti se poi non avremo un gestore”. Il Parco dell’Aveto è proprietario del complesso ma in questo momento ha le mani legate: “Continuiamo a monitorare i progetti per investire ma la verità è che non posso revocare la procedura pubblica, dobbiamo per forza aspettare che si pronuncino”.  Una volta affidata la procedura alla SUAR non resta che aspettare. Ma un tempo così lungo era inimmaginabile anche per i più catastrofisti. A poco e niente sono servite le interrogazioni dei politici in Regione, la situazione è rimasta invariata. Una sola offerta per la gestione della miniera e ancora nessuna risposta. 

“Il Museo Miniera di Gambatesa è un sito di grande importanza: dalla sua riapertura nel 2016 come polo museale, ci si attendeva un definitivo rilancio. Invece, da quattro anni il Museo è chiuso. Da 1500 giorni si susseguono le procedure di assegnazioni, senza esito. Una situazione inaccettabile”, così ribadisce il capogruppo del Partito Democratico in Regione Liguria Luca Garibaldi che ha presentato un’interrogazione sulla riapertura del Museo. 

Garibaldi ricapitola una storia fin troppo nota: “Si è tentato nel 2020 con un primo bando andato deserto e poi nel 2022, con una procedura per l’assegnazione della gestione del complesso in cui l’unico soggetto che si è presentato ha come promotore al marito dell’attuale Assessora alla Cultura del Comune di Ne, sede del museo, in un pasticcio di inopportunità e di mancanza di competenze evidenti. Più volte ho sostenuto in Consiglio Regionale che questa situazione imbarazzante avrebbe comportato ritardi e rinvii. La Giunta ha risposto che in pochi mesi il Museo sarebbe stato riaperto. Prima sostenendo la riapertura a fine 2022, poi più prudenzialmente a fine 2023. Le promesse di riapertura da parte dell’Assessore regionale Piana sono rimaste solo parole al vento. A settembre 2023 sono state aperte le buste dell’offerta, ma sono passati sei mesi e a marzo 2024 non si sa ancora nulla sul futuro del Museo Miniera di Gambatesa. Per quali ragioni? L’offerta non sta in piedi? I dubbi sulle competenze dei soggetti non erano così peregrini o si vuole solo rinviare ancora?”, domanda Garibaldi e se lo domandano anche gli abitanti della vallata che da anni sognano un rilancio turistico in cui Gambatesa sia un fiore all’occhiello. 

“Di fronte a questa situazione, ho presentato un’interrogazione per chiedere chiarezza all’Assessore e per rivendicare giustizia per questa piccola gemma dell’entroterra ligure. È urgente che la Giunta Regionale si occupi di questa vicenda, che presenta contorni imbarazzanti. La Miniera di Gambatesa merita di essere valorizzata e di tornare a essere accessibile al pubblico. Regione Liguria già nel passato aveva fatto una serie di investimenti, anche corposi, accompagnati da legge ad hoc per la riapertura e garantire gli interventi di ripristino e di adeguamento. Come è accettabile che, dopo tutti questi sforzi, la Regione non si ponga il problema di riaprire un Museo nell’entroterra, che attraeva 20mila visitatori l’anno, e preferisca lasciare marcire la situazione?”, conclude Garibaldi. Al di là dell’indignazione non resta che aspettare.

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