di ALBERTO BRUZZONE
Lo avevano promesso, in piena emergenza sanitaria, quando Luiso Sturla ha compiuto novant’anni. Lo avevano promesso e hanno saputo mantenere la parola. Così adesso i fondatori dell’Archivio Luiso Sturla, che si sono mossi nel primo lockdown mettendo insieme persone, professionalità e idee per celebrare il grande artista chiavarese, promuovere i suoi lavori, studiarli e catalogarli al meglio, riescono finalmente a organizzare quell’evento pubblico tanto atteso.
Sabato alle 17, al Museo di Palazzo Rocca a Chiavari, viene inaugurata la mostra intitolata ‘Luiso Sturla. Opere nelle collezioni chiavaresi 1950-2020’ che l’associazione Archivio Luiso Sturla promuove insieme al Comune di Chiavari.
L’esposizione, un momento assai importante non solo per la vita culturale cittadina ma un po’ per tutta quella del Tigullio e della Riviera di Levante, raccoglie settant’anni di lavori e resterà allestita a Palazzo Rocca sino al prossimo 30 gennaio, con il seguente orario: dal martedì alla domenica dalle ore 15 alle ore 19, chiusura tutti i lunedì e nei giorni 24, 25 e 31 dicembre 2021 e 1° gennaio 2022.
Filo conduttore della personale è il forte legame tra l’autore, il suo territorio e la comunità chiavarese, uniti nel processo creativo informale che caratterizza la produzione di Sturla. “L’Archivio Sturla – spiega la cofondatrice Rossella Soro – nasce proprio con l’intento di valorizzare il contributo che ha dato l’artista nel secolo passato e in quello in corso nella nostra città. Siamo entusiasti di poter organizzare una mostra pubblica a Palazzo Rocca, dove Sturla espose già nel 1985 le sue opere, tornando dopo anni a stupire i visitatori. Ringraziamo per questo, con grande emozione, non solo il compianto sindaco Marco Di Capua con cui avevamo iniziato il progetto, ma anche tutti gli assessori e collaboratori comunali che con passione hanno lavorato con noi, per poter offrire alla cittadinanza una mostra di alta qualità e a firma chiavarese”.
Secondo Gianluca Ratto e Silvia Stanig, rappresentanti della Giunta Comunale, “abbiamo dato vita a uno splendido percorso artistico-culturale, unico nel suo genere, che siamo felici di sostenere e promuovere: una mostra tutta chiavarese, imperdibile. Sono infatti esposti cinquanta quadri rinvenuti da collezioni private cittadine, che valorizzano al contempo l’artista e il suo percorso”.
Cinque sono i soci fondatori dell’Archivio Luiso Sturla: oltre a Rossella Soro, ecco Enzo Baracchetti, Ivo Perotti, Ilaria Diveroli e Bernardo Lopez, mentre la curatela artistica è stata affidata a Ivo Iori, già docente ordinario presso l’Università di Parma, dopo un’intensa carriera accademica pure in altri atenei italiani, tra cui il Politecnico di Milano.
L’associazione si sarebbe dovuta presentare nel marzo del 2020, allorquando Sturla ha tagliato il traguardo dei suoi novant’anni. Ma, essendo la data in pieno lockdown, tutto è stato rimandato. Niente evento ‘fisico’, eppure l’Archivio Luiso Sturla è andato avanti ugualmente con la campagna di promozione, attraverso un fitto tam tam via web e via mail. “È con grande emozione – scrivevano i cinque fondatori – che desideriamo annunciare la costituzione dell’associazione culturale senza scopo di lucro Archivio Luiso Sturla. Ora che intravvediamo una ‘luce’, dopo la pandemia, abbiamo deciso di renderne pubblica la creazione e iniziare a promuoverne l’attività, per dare un segnale anche a Luiso di vicinanza e di ‘ripartenza’”.
L’Archivio Luiso Sturla “è un’iniziativa in cantiere da tempo, che finalmente diventa realtà ed è esplicitamente rivolta a tutti coloro che nel tempo hanno saputo apprezzare, con competenza e affetto, il valore dell’artista e le qualità dell’uomo, entrambi meritevoli di essere mantenuti all’attenzione della comunità culturale italiana e internazionale. È di questa comunità di persone, amici e collezionisti, che l’associazione ha bisogno per consolidarsi e perseguire i propri scopi. Un sostegno e una partecipazione i più ampi possibili, nelle forme e nei modi che insieme andremo a stabilire, a partire dall’impegno per la realizzazione di un’importante mostra antologica”.
Ed eccola qui, da sabato in poi al Palazzo Rocca di Chiavari, l’importante mostra antologica. Rossella Soro, architetto e specializzata nell’allestimento di mostre, ha lavorato sia per Luiso Sturla che per numerosi altri artisti, in tutta la sua carriera: “Luiso ha apprezzato molto il nostro progetto e lo ha appoggiato sin dall’inizio”.
L’associazione ha lo scopo statutario “di promuovere e diffondere l’informazione più corretta e completa possibile sul lavoro e la figura di Luiso Sturla, sia in vista della catalogazione e conoscenza delle sue opere, con la necessaria attenzione storica e critico-culturale, sia relativamente alla valorizzazione del suo peculiare e importante contributo alla vicenda artistica del XX e XXI secolo, con particolare riferimento alla pittura informale. Intendiamo realizzare un catalogo generale delle opere di Luiso Sturla, che, con ampiezza di documentazione, rappresenterà uno strumento indispensabile per certificare natura, origine, contesto e collocazione dei lavori di Luiso”.
Sturla è nato a Chiavari il 28 marzo del 1930. Dopo il liceo artistico, si è iscritto alla Facoltà di Architettura di Torino, che ha abbandonato dopo due anni per dedicarsi alla pittura. Ha tenuto la sua prima personale nel 1950 a Chiavari, dove nello stesso anno ha aperto il suo primo studio. A lavorato moltissimo sia in Italia che all’estero, ha esposto in centinaia di mostre collettive e personali, ha aperto il suo atelier a Milano, è stato per un anno e mezzo a New York e poi ha deciso di trascorrere la sua vecchiaia laddove tutto era cominciato, ovvero a Chiavari. Qui continua a produrre in maniera ispirata e incessante. Ci sarà ancora moltissimo lavoro, per l’Archivio Luiso Sturla. E meno male.