di ALBERTO BRUZZONE
“Finalmente corono il mio sogno. Quello di fare una mostra a Chiavari, una delle città alle quali sono maggiormente legato”. A una decina di anni di distanza dalle prime esposizioni, che lo hanno portato anche in una grande metropoli come Milano, Sandro Frera trova ulteriori soddisfazioni e ulteriori motivazioni per la sua attività di pittore.
Da ieri la sua personale, intitolata ‘Dentro’, è allestita presso l’Auditorium dei Filippini di via Raggio, dove resterà visitabile sino al prossimo 15 settembre, con questi orari: tutti i giorni dalle 16 alle 19 e il sabato anche al mattino, dalle 10 alle 12. Organizza l’Associazione culturale Tecnica Mista, che proprio all’Auditorium dei Filippini sta concentrando buona parte della sua attività, sempre di livello, portando in vetrina nel Tigullio il lavoro di tanti artisti del territorio e andando a riempire un vuoto sia contenutistico che di opportunità.
Frera, che nel suo percorso artistico lavora solitamente per cicli, ha riunito in ‘Dentro’ venticinque opere, in rappresentanza di ‘Natura’, del 2018/2019, e di ‘Parole e cose’, del 2020/2021. ‘Dentro’, come dentro alla natura, alla materia, alla pittura. Dentro ai colori e alle cose. Dentro alle parole che sporcano i nostri muri, intasano le nostre giornate e assordano i talk show televisivi. Dentro le colline e le montagne. Dentro le sensazioni e i concetti. In uno spazio pittorico solido, articolato e strutturato (nella foto in alto, una delle opere, ‘Chiavari’).
Così Frera ha concepito la sua personale, così ha sempre cercato di lavorare, in questa grande passione della pittura che lo accompagna sin da quando era bambino. “Nella mia vita lavorativa ho sempre fatto altro – racconta – Per lunghissimi anni sono stato in banca, occupandomi di bilanci, dopo una laurea in Economia alla Bocconi. Praticamente sono sempre stato in mezzo ai numeri. Sarà per questo che, nella vita privata, ho sempre cercato uno ‘sfogo’ a tutto questo, e l’ho trovato appunto della pittura. Ho iniziato da piccolo, ma sino ai quarant’anni non ho mai avuto né il tempo né la volontà di propormi a qualche organizzatore o a qualche gallerista. Da quando sono andato in pensione, invece, ho più occasioni per coltivare questo mio hobby, che mi sta dando grande gioia e mi permette anche di riscuotere buoni consensi e pure diverso interesse da parte dei compratori”.
Frera si definisce “un autodidatta, fatto salvo un corso presso l’Accademia di Salisburgo che avevo seguito all’età di vent’anni. Ho sempre dipinto tantissimo e poi, da una decina di anni, ho iniziato a esporre. C’è stata un’interruzione solamente l’anno scorso, a causa del Covid, ma ora possiamo riprendere e sono davvero felice che tutto possa ricominciare da Chiavari”.
Nel corso della sua produzione, Frera ha utilizzato varie tecniche: dagli acquerelli alle tempere, ai pastelli, “mentre ultimamente mi sono concentrato sull’acrilico, ma non disdegno assolutamente la tecnica mista”. Come il nome dell’associazione con la quale collabora, curando soprattutto la parte dell’immagine e della comunicazione: “La mia pittura rientra nel grande campo dell’astrattismo. Disegnando e dipingendo, tutto si amalgama nel far emergere esattamente la cosa che vediamo come la vediamo, in quel momento, in quell’unità temporale che va dal primo segno all’ultima pennellata. Per questo disegnare e dipingere è vedere”.
A completare la proposta dell’Associazione Tecnica Mista, ecco due momenti di lettura. Nel primo si leggeranno alcuni testi del pittore Mario Rocca dedicati ad alcuni celeberrimi quadri, mentre nel secondo verranno letti alcuni testi e pagine di romanzi nei quali la pittura e i pittori sono parte essenziale del racconto quando non i protagonisti stessi. I testi saranno tratti tra quelli segnalati negli anni per il concorso ‘Prima I Lettori’, pure questo animato da sempre da Sandro Frera. Entrambi gli eventi saranno ospitati presso l’Auditorium dei Filippini di via Raggio, sabato 4 settembre alle ore 18 e sabato 11 settembre alla stessa ora.
Mario Rocca, notissimo e assai stimato pittore chiavarese, scrive di Frera: “Dipinge paesaggi, li trasforma, li crea. Nuove forme dentro la tela sopraggiungono portando linee e colori. Non esiste più il lontano e il vicino, la prospettiva si è azzerata, tutto si allarga in un piano formando tappeti che si snodano davanti ai nostri occhi. Nei suoi lavori non c’è dramma, i contrasti sono assopiti, le linee scorrono morbide, solo il colore si esalta nei toni, ma senza scontro, come in un walzer sotto un cielo estivo. Guardando i quadri di Sandro viene la voglia di stenderli per terra e camminarci sopra. Entrare in essi come si entra in un bosco, sentirsi parte di loro e nello stesso tempo percorrerli cercando il contorno delle forme. Essere illuminati dalla luce dei colori. Frera non porta nei suoi lavori messaggi complicati, astrusi, non racconta storie cruente e drammatiche. Vuole semplicemente trasportarci in una visione che dia serenità nell’istante che si guarda. Cerca un’emozione di pacata tranquillità che troppo spesso la pittura attuale ha abbandonato e dimenticato”.
E Stefano Piantini, per anni in Electa, Mondadori Arte e Skirà, aggiunge: “Sandro, a mio personale parere, pratica l’astrazione attraverso omaggi a grandi artisti del ’900, Dubuffet, i cerchi di Boetti, sino alle campiture della Color Field Painting: anche i suoi paesaggi, visioni zenitali o temi nascosti (che si decrittano come pittura del paesaggio attraverso un elemento di realtà) sono in fondo pittura astratta. Gli ultimi dipinti sulla ‘Parola’ configurano segni che sono una descrizione del Caos in cui viviamo. Le opere materiche incontrano l’Arte Informale, nella configurazione europea, non allineata con gli americani e i giapponesi del Gruppo Gutai, e addolciscono i caratteri, talvolta brutali e sovente drammatici, di una pittura nata sullo straniamento causato dal massacro e dalle distruzioni della Seconda guerra mondiale. Le certezze, nell’arte come nella filosofia (Heidegger, Derrida) e nella scienza, (la Teoria della Relatività, il Principio di Indeterminazione) si fanno provvisorie. Il nostro è il tempo della aporia”.
‘Dentro’ sarà visitabile sino al prossimo 15 settembre: l’ingresso è libero, ma sarà necessario esibire il green pass e attenersi a tutte le disposizioni anti-contagio.