Andavi a giocare alla Secca. Ed era subito corrida.
Sapori di un calcio d’antan, il vero dilettantismo che imponeva di combattere su terreni dal fondo impervio, dalle misure probabili, veri fortini dove la squadra di casa raramente perdeva. Uno di questi era appunto ‘La Secca’, lo stadio del Moneglia Calcio, poco più di uno spiazzo con pali e linee molto provvisorie sull’orlo del mare che d’estate diventava un parcheggio d’auto. Dimenticatevi l’erba, scordatevi il sintetico, persino la sabbia era un lusso nel campo situato tra le gallerie della vecchia Aurelia, un posto dove era difficile arrivare e a volte persino scappare.
Il romanticismo nel calcio di oggi è però un lusso che in pochi si possono permettere. Ne è consapevole il presidente del ACD Moneglia Calcio, Alfio Guazzoni, dirigente da 41 anni (e per questo premiato dalla LND un anno fa), presidente da 15 anni, quando ha ‘ereditato’ il ruolo di cardine del calcio locale da un altro ‘presidentissimo’ quale fu Sergio Zappettini.
Con pochissimi aiuti esterni e la tanta buona volontà della manciata di dirigenti che lo affiancano ha riportato la squadra in Prima Categoria e ce la sta tenendo, nonostante debba battersi nel girone D quello dove le levantine sono ‘circondate’ da spezzine inferocite…
“Ci siamo abituati” sorride Guazzoni. “Come siamo abituati a lavorare e giocare su un campo che è impossibile. Alla ‘Secca’ non si può fare calcio, inutile girarci attorno. Il vantaggio di conoscerlo più degli ospiti è poca cosa e in alcune giornate con il tempo impossibile e il fondo… altrettanto è ridotto a zero”.
La strada più semplice per porre rimedio a questa situazione non è percorribile. Ancora Guazzoni: “Metterci l’erba è con estrema evidenza impossibile. Pensare al sintetico è fuori discussione: nessuna ditta potrebbe garantire la durata di un’opera costosa e che necessita di una certa manutenzione su un campo a picco sul mare. Il salino influirebbe sulla tenuta del manto artificiale, le onde e le possibili mareggiate rischierebbero di erodere gli strati inferiori della posa. Insomma ce lo dobbiamo tenere così”.
Il che rende impossibile pensare in grande, fare progetti nel tempo. “Per esempio siamo costretti a rinunciare al settore giovanile. Se stentano i grandi a correre e calciare sulle pietre, figuriamoci i piccoli”.
L’altra società calcistica della città, il Monilia, ci sta provando ma deve ricorrere al campetto a sette giocatori sito all’interno del territorio comunale. Guazzoni alza le spalle: “Opera meritoria, liberi i nostri cugini di regolarsi diversamente. Noi abbiamo fatto una scelta diversa: sapendo che senza campo a undici puoi costruirti una discreta base con i Piccoli Amici e forse arrivare ai Pulcini, dopo però saresti costretto a chiedere asilo ad altre strutture, in altri paesi”.
A questo proposito c’è la confinante Deiva Marina che ha nel ‘Fratelli Cevenini’ un campo in sintetico perfettamente funzionante. Chissà che il Moneglia non sia costretto a chiedere asilo proprio i vicini per la prossima stagione.
Ci si prepara al prossimo campionato
Il torneo di Prima Categoria, girone D, vedrà ancora una volta il Moneglia ai nastri di partenza: “Ogni stagione è sempre più dura. Fossimo anche costretti a giocare sempre in trasferta sarebbe una ulteriore complicazione. Stiamo ragionando. Certo è che in Federazione dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza: le tasse di iscrizione non calano mentre diminuiscono le concorrenti”.
Notizie poco rassicuranti. “Abbiamo appena appreso che nella stagione 2018-19 il girone D di Prima Categoria avrà al via 14 formazione, 2 in meno del numero stabilito dai regolamenti. E’ la conferma di una crisi che appare irreversibile: d’altronde il girone spezzino di Seconda ha solo 9 squadre, e nessuno ha accettato il ripescaggio. Due squadre in meno significa quattro partite in meno, ci viene tolto un mese di gare. Inizieremo a settembre, finiremo appena dopo Pasqua. In Federcalcio qualche domanda dovrebbero farsela”.
Guazzoni mastica amaro ma reagisce: ha deciso di cambiare strada anche con il tecnico, la salvezza sofferta nel torneo precedente lo ha convinto a chiamare un ‘big’ della zona, Natalino Bottaro, tecnico che ha fatto bene in diversi club e diverse categorie, benissimo al RivaSamba portandolo dalla Prima all’Eccellenza. “A Natalino non chiederemo mirabilie, solo che metta insieme una squadra che si tolga qualche soddisfazione, mettendosi in salvo per tempo. Stiamo prendendo diversi giovani, stiamo cercando qualche piccolo sponsor che ci consenta una o due ‘pazzie’. L’idea è una squadra da battaglia come piace a me e al mister”.
Almeno in questo facendo salva la tradizione che vuole quelli di Moneglia vincenti spesso, pugnaci sempre.
(d.s.)