di ALBERTO BRUZZONE
L’avvio ufficiale è stato lo scorso 1° luglio e adesso, in cinque mesi, si possono già tracciare i primi bilanci. È da questa data che, a Genova, il servizio di car sharing al 100% elettrico è gestito da Duferco Energia, in collaborazione con il Comune. Questa innovativa modalità di utilizzo delle vetture si chiama ‘Elettra Car Sharing’, è partita con una flotta di ottanta unità che entro la fine dell’anno saranno cento, mentre l’obiettivo è quello di arrivare nel 2025 a trecento, sostituendo completamente la flotta a benzina.
Le formule sono due: quella del ‘free floating’, con i veicoli di colore verde cangiante che non vanno prenotati e che possono essere presi e riconsegnati in qualsiasi punto nel centro di Genova; e quella ‘station based’, con veicoli di colore bianco prenotabili in anticipo fino a quindici minuti prima dell’orario in cui se ne vuole usufruire, da riconsegnare al parcheggio del ritiro al termine del noleggio.
Ebbene, dopo cinque mesi l’‘Elettra Car Sharing’ ha totalizzato queste cifre: sono stati percorsi più di trecentomila chilometri, per circa diecimila corse di oltre quattromila aderenti al servizio e un tasso di crescita di 309 abbonati al mese. Un’auto in car sharing sostituisce dalle 12 alle 14 auto private e conviene a chi percorre meno di diecimila chilometri all’anno.
I numeri sono stati comunicati dall’azienda in occasione dell’edizione 2021 della ‘Genova Smart Week’, che si è conclusa nei giorni scorsi nel capoluogo ligure. Secondo Marco Silvestri, direttore di Genova Car Sharing, “questo servizio è una sorta di auto ‘alla spina’. Il ‘free floating’, che vede una corsa media di venti minuti, costa trenta centesimi al minuto, mentre lo ‘station based’ costa tre euro all’ora, la giornata cinquanta euro. Il vantaggio è che, essendo equiparata al trasporto pubblico, l’auto del car sharing può andare sulle corsie gialle, può sostare gratis nelle Blu Area e Isole Azzurre e può accedere alle Ztl e Zsl”.
L’operazione del Gruppo Duferco, che ha acquisito Genova Car Sharing da Aci Global Servizi, s’inserisce nei piani di sviluppo del Comune di Genova, che così otterrà la certificazione Iso 37101 dedicata alle realtà che incentivano e promuovono la sostenibilità all’interno delle comunità urbane. Duferco Energia, inoltre, ha voluto coinvolgere nel progetto un ecosistema di imprese sostenibili protagoniste nella transizione verso un nuovo modo di vivere la città. ‘Elettra Car Sharing’, infatti, si avvale del supporto di Abb, Rina, Coop Liguria, Crédit Agricole, Piave Motori e Free to X.
E se il car sharing è stato uno dei grandi protagonisti dell’ultima edizione della ‘Genova Smart Week’, altrettanto si può dire per tutto quell’ampio tema dedicato alla cosiddetta ‘micromobilità’, ovvero i monopattini, che sono ormai, a livello nazionale, al centro di nove condivisioni su dieci e di nove noleggi su dieci, mentre i chilometri percorsi sono quattro su dieci.
I dati sono emersi in occasione degli incontri intitolati ‘Mobilità smart: nuovi paradigmi della mobilità individuale in città’. Il tema monopattino è molto caldo, insieme a quelli delle auto elettriche e delle colonnine di ricarica. Ma il monopattino è compatibile o ancora non compatibile con una grande o una media città e con i suoi flussi di traffico?
A cercare di fornire una risposta è stato Giordano Biserni, che è il presidente dell’Asaps, ovvero l’Associazione Amici della Polizia Stradale, che da trent’anni si occupa di fenomeni legati alla sicurezza stradale.
Secondo Biserni, “il monopattino è stato interpretato troppo come un divertimento, e questo non va assolutamente bene”. Nel 2020 c’è stato un incidente mortale sul monopattino e ci sono stati un centinaio di feriti; nel 2021, a ora, ci sono stati tredici incidenti mortali (tra cui quello di febbraio 2021 in via Monticelli a Marassi, dove ha perso la vita la trentacinquenne Federica Picasso) e centotrenta feriti. “Il trend – commenta Biserni – è in aumento e questo è dovuto a vari fattori. Anzitutto, il monopattino ha ruote molto piccole e, per come sono conformate le nostre strade, basta una buca di pochissimi centimetri per cadere e farsi male. In secondo luogo, il monopattino ha un’importante accelerazione partendo da fermo, molto più di una bicicletta. Ma, soprattutto, c’è l’aspetto psicologico: il fatto che l’aspetto ludico e l’aspetto del mezzo alternativo, non inquinante, silenzioso e anche agile sono andati in confusione”.
Il presidente di Asaps ha definito il monopattino “un mezzo di spostamento ansiogeno: nel senso che genera ansia sia per i conducenti degli altri veicoli che per i pedoni. Vanno introdotte delle misure più precise, a proposito della loro circolazione, visto che sono in costante aumento. La prossima estate penso che sarà il banco di prova. Quali misure? Si è parlato di piccola targa e di assicurazione. Poi non si è fatto più nulla, invece su questa strada occorre andare avanti. E poi, la sicurezza: sempre il casco indosso e sempre le due mani sul manubrio”. La rivoluzione verde, insomma, è sempre più in atto, ma ha bisogno che vengano riscritte parecchie regole.