di DANILO SANGUINETI
Chi ha visto il film premio Oscar ‘Figli di un Dio Minore’, ricorderà il rapporto simbiotico tra la ragazza sordomuta e l’acqua. Una persona splendida che rivela tutto il suo potenziale solo quando si tuffa in piscina e nuota: nel silenzio e nella differente percezione che si provano immersi nel liquido dal quale veniamo tutti pareggia i conti con il mondo spesso insofferente o lento nel comprendere chi è ‘diverso’. Il mare e l’acqua sono per molti tipi fuori dal comune, una specie di grande madre nella quale rifugiarsi. Un riparo e un’occasione per annullare le differenze e le diffidenze, addirittura integrarsi meglio nella realtà di gruppo, di ambiente, di città.
La storia di Syria Miro, 15enne dotatissima per il nuoto, è importante, anzi esemplare, al di là dei risultati e dei successi che potrà ottenere, perché la ragazza chiavarese che deve fare i conti nella vita di tutti i giorni con i disturbi dello spettro autistico ha trovato in uno dei due sport basilari – dopo l’atletica c’è il nuoto, uniche discipline che tutti ma proprio tutti possono praticare – una ragione per migliorare la sua interazione con la realtà che la circonda, una base dalla quale scordare gli ostacoli che trovi nella vita di tutti i giorni.
Syria Miro quando nuota non è uguale agli altri, è meglio: perché ha con l’acqua un rapporto totale, ci sta con il corpo e anche con l’anima. La Chiavari Nuoto da sempre molto attiva sul fronte sociale avvierà in collaborazione con il Cip Liguria (il Comitato Italiano Paralimpico) un “progetto di avviamento allo sport” che coinvolgerà Syria, atleta del club che risulta in possesso di tutti i requisiti necessari per un promettente percorso. Nel suo pregresso ci sono molte delle ragioni del perché è diventata una apripista e un alfiere dell’inclusione.
In realtà Syria non ne avrebbe nemmeno estremo bisogno, perché ha saputo percorrere la sua strada anche… all’asciutto. Il merito è anche dell’affetto che la circonda; vive nel centro storico di Chiavari, con i propri genitori, Roberto e Alice, entrambi nella Polizia di Stato. È stata seguita da specialisti sin dai primi sintomi della malattia.
L’atteggiamento della famiglia è stato decisivo: hanno voluto rompere il muro del silenzio, andando oltre il comprensibile riserbo per sensibilizzare più gente possibile sull’autismo, una patologia ancora poco conosciuta, che può essere attenuata con le cure e soprattutto il contributo di coloro che si rapportano con il soggetto in questione. Roberto e Alice si sono imposti sin da quando venne diagnosticato di andare oltre lo sconforto, capire e far capire che chi è malato può comunque avere una vita piena.
Syria è l’esempio lampante della validità di questo approccio. Ogni giorno lascia la sua abitazione e va ad allenarsi nella piscina Mario Ravera incontrando e relazionandosi con decine di persone, salutando e venendo salutata, riservando a tutti una parola o un sorriso che mettono di buonumore. È talmente integrata che partecipa e dà una mano non solo negli allenamenti ma anche nell’organizzare le attività ludiche del centro estivo. Prezioso anche il rapporto con i suoi tecnici e con i dirigenti della sua società, la Chiavari Nuoto. A tutti livelli. Dal presidente Danilo Ghio a tutti i collaboratori e i tecnici, la sua spontaneità ha creato legami solidi con il direttore di impianto, Stefano Giacometti, che ha redatto il progetto che è avviato, con la responsabile del settore nuoto Valentina Villani che lo coordinerà, così come con tutti gli istruttori e i compagni presenti a bordo vasca.
Inutile dire quanto questo faccia bene a papà Roberto e mamma Alice, che si è dedicata completamente alla figlia, mettendo da parte le ambizioni professionali. La signora Miro, nata Bancalari, era una nuotatrice agonista, ha portato la figlia in piscina a sei anni. E Syria ne ha seguito le orme, segno che il Dna non mente. Il padre Roberto sottolinea. “Non è stato facile per comprensibili motivi ma sentivamo che dovevano far conoscere la storia di nostra figlia perché si avesse più conoscenza dei suoi problemi, che sono quelli di tanti ragazzi e ragazzi con disturbi dello spettro autistico. La loro esistenza non è facile ma non è neppure impossibile e, cosa decisiva, può migliorare di molto se vengono aiutati e soprattutto ‘capiti’. Per questo Alice ed io ci teniamo a ringraziare le dottoresse Alessia La Barbera e Giulia Alberti che con professionalità e lungimiranza, unitamente alla pediatra Laura Grasso, hanno guidato e segnato i progressi e il futuro di Syria”.
Il progetto in avvio con il Cip Ligure coinvolge un allenatore di grande esperienza con un importante curriculum sul fronte agonistico quale Stefano Pacini. Il direttore della piscina Stefano Giacometti in uno dei tanti incontri di condivisione con Roberto e Alice oltre a dichiararsi soddisfatto ha detto loro: “È bene ricordare che questi progetti consentiranno a tanti ragazzi di crearsi un futuro sportivo e proprio per questo andrebbero vissuti come un’opportunità da parte delle società sportive che ancora troppo spesso puntano su tutt’altro; i recenti giochi paralimpici lo hanno dimostrato una volta di più. Le iniziative in questo senso sono in crescita, ma occorre sostenerle e svilupparle anziché delegare soluzioni alle sole politiche sociali”.
Parole da scrivere nella pietra. Parole che diventano concrete alla visione di Syria che scivola leggera nella vasca. L’acqua non fa resistenza, Syria si illumina. E c’è un intero universo di bellezza nella sua bracciata sicura.