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Giovedì 23 ottobre 2025 - Numero 397

Miniera di Gambatesa, ancora una fumata nera. La riapertura slitta ed è avvolta nel mistero

La procedura di gara per affidare la gestione è stata curata dalla Stazione Appaltante Unica Regionale per conto dell’Ente Parco e la commissione non si è ancora pronunciata sull’unica offerta arrivata
La Miniera di Gambatesa rimane ancora chiusa senza alcuna prospettiva di ripartenza
La Miniera di Gambatesa rimane ancora chiusa senza alcuna prospettiva di ripartenza
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di ALESSANDRA FONTANA

Un silenzio assordante quello che avvolge la Miniera di Gambatesa in Val Graveglia, gli anni passano ma i cancelli del sito turistico rimangono ancora tragicamente chiusi. La procedura di gara per affidare la gestione è stata curata dalla Stazione Appaltante Unica Regionale per conto dell’Ente Parco e la commissione non si è ancora pronunciata sull’unica offerta arrivata.

“Entro il 2022 la riapertura della Miniera di Gambatesa”. Era questa la promessa dell’assessore regionale Alessandro Piana e la speranza di tutti gli abitanti della Val Graveglia, ma le condizioni per far sì che il sogno diventasse una realtà, non ci sono state. La miniera chiusa dal 2020 prima per l’emergenza covid, poi per i lavori, non riaprirà – con tutta probabilità – prima del 2024, sempre ammesso che la commissione della SUAR approvi l’unica offerta pervenuta a settembre 2022 fatta da Luigi Pessagno.

“Stiamo aspettando che si pronuncino”, conferma la presidentessa del Parco dell’AvetoTatiana Ostiensi, costretta ad aspettare la decisione dei membri. E nel frattempo? Nel frattempo rimane tutto congelato. La Miniera di Gambatesa è una vera e propria ricchezza per l’entroterra dal punto di vista turistico, si trova a quota 550 metri in uno splendido anfiteatro di montagne nell’area del Parco dell’Aveto. Il sito oggi conta un reticolo di gallerie di quasi 25 chilometri complessivi, suddivisi in sette livelli principali e numerosi sottolivelli, tra loro comunicanti per mezzo di rimonte e discenderie, pozzi e fornelli. Una tappa d’obbligo per le famiglie che visitano il nostro entroterra.

La miniera nel 2001 è diventata un museo e da allora, come già ricordato, ha affrontato diverse difficoltà, fino ad arrivare alle ultime: il museo, che è di proprietà del Parco dell’Aveto, era gestito dalla Ski Mine di Bergamo e prima dell’inizio della pandemia le visite e gli eventi hanno invaso Gambatesa.

Centinaia di famiglie hanno fatto il giro sul trenino e osservato le viscere della terra con il tradizionale caschetto giallo in testa, almeno fino a quando, a seguito delle restrizioni, il sito ha dovuto fare i conti con lunghi periodi di chiusura che hanno costretto il gestore comprensibilmente a gettare la spugna prima del tempo. I mesi di chiusura sono stati sfruttati per effettuare altri lavori ma le settimane sono diventate mesi e poi anni.

Sul tema sono intervenuti diversi consiglieri regionali, tra cui Luca Garibaldi del Partito Democratico che a luglio aveva tuonato: “Con queste premesse, si potrà riaprire la Miniera non prima dei primi mesi del 2024, con un conseguente danno turistico ed economico all’entroterra”. Il danno turistico è infatti incalcolabile. Sempre nei mesi scorsi il Comune di Ne ha ottenuto un finanziamento 159.500 euro da parte della Città Metropolitana per un progetto che comprende la sistemazione del sentiero che partendo da Gambatesa continua nell’abitato di Botasi e da lì risale fino al museo minerario di Reppia. La Val Graveglia continua ad investire nelle sue ricchezze sperando che la situazione della miniera si sblocchi definitivamente, nel frattempo non resta che aspettare.

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