di ALBERTO BRUZZONE
Mille kit per i test sierologici relativi al Coronavirus sono in arrivo presso gli studi dei medici di famiglia convenzionati con l’Asl 4. A metterli a disposizione sono il Cam, ovvero il Comitato Assistenza Malati del Tigullio, e l’Entella nel Cuore onlus, l’associazione che si occupa di tutte le iniziative solidali che ruotano intorno al mondo della Virtus Entella.
Nelle scorse settimane, sin da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria, il gruppo guidato da Giancarlo Mordini ha stretto una fattiva e proficua collaborazione con la realtà presieduta da Sabina Croce: sono stati raccolti oltre 180mila euro, sono stati acquistati sei respiratori per il reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Sestri Levante, sono state messe a disposizione migliaia di mascherine, è stata ordinata un’apparecchiatura per la diagnosi ‘veloce’ di Covid-19 su tamponi e, infine, sono arrivati questi test, che si preannunciano molto importanti per avere una prima mappatura del virus e di quanto abbia inciso sulla popolazione, in particolare nel rilevamento di tutte quelle persone che vi sono entrate in contatto, anche senza particolari sintomi, o con sintomi molto leggeri.
“Sono arrivati mille test – afferma Sabina Croce – e li stiamo consegnando ai medici di famiglia, attraverso i loro rappresentanti. Saranno loro a decidere i soggetti da sottoporre alle indagini. Abbiamo pensato di coinvolgere i medici di base perché sono il primo fronte sul territorio e perché conoscono meglio di chiunque altro le situazioni dei loro rispettivi pazienti e le relative malattie, sia croniche che non croniche. Credo che questi test potranno essere molto utili per capire e individuare eventuali cluster di infezione, specialmente all’interno delle famiglie”.
Sabina Croce si dice “particolarmente contenta di aver coinvolto i medici di famiglia, perché saranno fondamentali per gestire la situazione anche in tempi futuri, quando si passerà dalla fase di emergenza a quella di convivenza vigile con il virus”.
I test sierologici sono in attesa di una certificazione ufficiale da parte del Ministero della Salute, quindi viene precisato che non sono infallibili al cento per cento, ma sono comunque preziosi per fornire un quadro generale: una sorta di indagine ad ampio spettro sulla popolazione. Funzionano a livello ambulatoriale: al paziente viene prelevata una goccia di sangue, questa viene messa a contatto con un reagente e, a quel punto, nel giro di un quarto d’ora, si ottiene l’esito. Che può essere di tre tipi: negativo (ovvero non si è mai entrati in contatto con il virus e non si sono quindi mai sviluppati anticorpi); positivo e con anticorpi recenti, indicativo di probabile infezione in corso; positivo e con anticorpi indicativi di un’infezione pregressa. Il test sierologico, in pratica, consente di individuare se, all’interno dell’organismo, sono stati prodotti o meno gli anticorpi contro il Coronavirus.
Antonio Zampogna (nella foto a sinistra), medico di base attivo a Chiavari, è il segretario provinciale della Fimmg (Federazione Italiana Medici di Famiglia) e il segretario provinciale della Simg (Società Italiana di Medicina Generale). È lui a raccontare come verranno utilizzati i test sierologici: “Intanto – spiega – devo dire che sono molto contento perché ha aderito più del 50 per cento dei medici di famiglia dell’Asl 4, quindi stiamo parlando di cinquantadue colleghi. I kit li abbiamo ricevuti e consegnati. Siamo indirizzati a rivolgerli a quei pazienti asintomatici o a quelli che hanno avuto i sintomi del virus, in forma leggera, e che comunque sono guariti da almeno due settimane. Inoltre, sottoporremo al test i pazienti cronici, ovvero quelli con malattie di lungo corso, come cardiopatie, diabete e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Gli esami serviranno per capire se c’è il Covid-19 in atto, se è stato contratto o meno, in base al titolo anticorpale di ciascuno. È un’ottima iniziativa e ci fa piacere esser stati coinvolti da Cam ed Entella nel Cuore”.
In questo particolare momento, con il virus ancora molto in circolazione, gli studi restano aperti, ma si riceve solo e soltanto su appuntamento: “Abbiamo adottato tutte le misure di sicurezza e di distanziamento sociale. Gli accessi sono regolamentati, anche attraverso sistemi telematici di prenotazione. I protocolli sono molto rigidi, com’è giusto che sia”.
Zampogna lancia però un appello: “Per fare al meglio il nostro lavoro, ora ma anche nei prossimi mesi e in futuro, anche durante la cosiddetta Fase 2, abbiamo un gran bisogno di dispositivi per la protezione individuale, soprattutto mascherine. Diverse aziende ci hanno fatto donazioni, mille mascherine sono arrivate anche da Virtus Entella e Lega Serie B, c’è stata molta sensibilità sul territorio, ma il bisogno ci sarà a lungo, anche perché noi dobbiamo poter ricevere e, nel caso, andare anche a fare le visite presso i domicili alle persone impossibilitate a recarsi negli studi. Dobbiamo poter lavorare in completa sicurezza”.
Il pensiero di Zampogna non può non andare ai tanti colleghi che non ce l’hanno fatta: “Tra loro, ci sono anche parecchi medici di famiglia. Per fortuna non nel nostro territorio di competenza, però ci sono, e sono molti. La cosa ci addolora moltissimo. Per quanto ci riguarda, ci sono medici dell’Asl 4 che hanno contratto il virus e hanno ancora la malattia in corso, per fortuna stanno guarendo. Però, lo ripeto, è fondamentale che i medici siano protetti e stiano bene. Non soltanto per noi, quanto soprattutto per i nostri pazienti. Uno viene dal dottore per stare meglio, non possiamo permetterci di diventare veicolo di contagio”.
Più la popolazione sarà ‘mappata’, prima si riuscirà a uscire dall’emergenza. Il ruolo dei medici di famiglia è di primissimo piano.