di ALESSANDRA FONTANA
Chi siamo senza il nostro passato? Impossibile comprendere il presente senza gettare luce sulle proprie radici. È questo lo spirito che ha animato molti degli eventi del 2024 nel nostro entroterra. Non ha fatto eccezione il pranzo organizzato a Borzonasca domenica scorsa. “Tenere vivo il ricordo nelle nuove generazioni, far riemergere le storie di emigrazione delle nostre famiglie, e “sentire” che le emozioni di chi partiva da qui allora sono le stesse di chi parte oggi da altri paesi lontani per venire da noi”.
Il Consorzio Ospitalità Diffusa Valli del Parco ha presentato così la nuova tappa nell’ambito del progetto Mi casa es tu casa. Durante il Pranzo di Natale Anni Argento infatti, Italea Liguria è stata presente per raccogliere le testimonianze di emigrazione e per ricevere oggetti legati a questi ricordi, come vecchie foto, lettere, cartoline per favorire un’importante trasmissione di memoria. “Bellissima giornata con i nostri anziani ed i nostri bambini. Grazie a tutti i volontari che hanno permesso la buona riuscita. In particolar modo alla Croce Verde di Borzonasca, alla Pro loco ed al Comitato Agricasta. Un sentito ringraziamento anche alle maestre della scuola primaria ed al nostro Vicesindaco Ivo Pattaro per il bellissimo intrattenimento finale” ha fatto sapere il Comune di Borzonasca presieduto dal sindaco Giuseppino Maschio.
Questo però non è stato l’unico momento dedicato al progetto Mi casa es tu casa, a Ne è stata installata la Panchina dell’emigrante e la Mappa Ne nel mondo. “Un momento speciale dedicato alla memoria dell’emigrazione che ha segnato la nostra comunità. Grazie alla ricerca storica condotta dagli studenti delle scuole locali, celebriamo le storie di speranza che hanno spinto i nostri migranti a partire, un’esperienza che oggi unisce passato e presente. Maestri e professori hanno condiviso racconti sull’emigrazione, per sensibilizzare i ragazzi su un tema importante: mantenere viva la memoria di queste vicende italiane e promuovere un approccio inclusivo verso i molti alunni di nazionalità straniera” ha sottolineato proprio Italtea Liguria.
Nei giorni scorsi, sempre in Val Graveglia, c’è stata una doppia inaugurazione: “Inaugurata la struttura lignea a copertura del mercatino dei prodotti agricoli della Val Graveglia, finanziata dal GAL VerdeMare Liguria, un importante punto di riferimento per la valorizzazione delle produzioni locali. Taglio del nastro anche per la mostra “Emilia, una di noi”, inserita nel progetto “Mi Casa es Tu Casa – Festival Diffuso delle Radici nelle Terre dei Fieschi” finanziato dal Bando del Ministero degli Affari Esteri per per la realizzazione di attività culturali in favore degli italo-discendenti nel mondo”, ha fatto. sapere con soddisfazione il Parco dell’Aveto che era presente al doppio evento. L’esposizione racconta la storia di una ragazza e della sua famiglia che partendo da Ne nell’entroterra Chiavarese affrontarono alla fine dell’Ottocento il percorso doloroso della migrazione in “America”. Un viaggio nel percorso tragico vissuto da Emilia Prato, che invece della “Fortuna” e del riscatto tanto cercato trovò in quel tragico 25 marzo 1911 la morte orribile nell’incendio della fabbrica tessile Triangle, che ha poi ispirato l’attuale “festa dell’Otto Marzo”.