di ALBERTO BRUZZONE
Quante volte può capitare a una persona di dover restare a casa per prendersi cura dei propri figli, o dei genitori anziani, o di ragazzi diversamente abili. E quante volte questa scelta, spesso obbligata, viene presa con un filo di ansia e di preoccupazione, nel timore che l’azienda presso la quale si lavora possa creare dei problemi.
Succede assai spesso, e queste sono purtroppo anche cronache che si raccontano e si leggono di frequente. Ma ci sono aziende virtuose dove, invece, può anche accadere il percorso inverso: dove cioè il dipendente che resta a casa può arrivare persino a rappresentare una risorsa, perché è in grado di sviluppare quelle esperienze e quelle capacità che, poi, può ottimizzare proprio sul posto di lavoro, migliorando pure la sua rendita dal punto di vista professionale.
Le chiamano ‘soft skills’, ovvero le cosiddette ‘competenze trasversali’: qualità come la precisione, la resistenza allo stress, la capacità di risolvere problemi, la calma, l’equilibrio, la pazienza, la creatività, che si possono sviluppare appunto in determinati contesti familiari e poi essere sfruttate ancor meglio in ufficio.
Di questo valore aggiunto è fermamente convinta Duferco Energia, l’azienda che fa parte del Gruppo Duferco, ha sede operativa a Genova e rappresenta oggi uno dei primi dieci operatori del mercato energetico italiano. Secondo l’azienda, infatti, che conta circa trecento dipendenti, “dedicare tempo ed energie a una persona cara, un figlio o un genitore, può diventare un’esperienza preziosa, un’opportunità di crescita da riportare nel contesto lavorativo e nella vita di tutti i giorni. Ed è con questa convinzione che abbiamo deciso di proseguire il percorso formativo dedicato ai nostri lavoratori, confermando il nostro impegno nella creazione di un modello di sviluppo sostenibile e di una cultura aziendale inclusiva e paritaria”.
L’anno scorso, Duferco Energia si è legata alla promettente startup Life Based Value, con il percorso dedicato soprattutto a chi rimane a casa per accudire e crescere i figli piccoli, in particolare le donne che partoriscono e chiedono poi il congedo di maternità. Poi, in questa seconda edizione, si è pensato di allargare il discorso anche a quei dipendenti che accudiscono persone anziane o persone con problemi di disabilità. Le ‘soft skills’ vengono potenziate attraverso un apposito master: “Si tratta – prosegue Duferco Energia – di un vero e proprio corso online che offriamo ai nostri collaboratori, con l’obiettivo di implementare le competenze professionali prendendo spunto da esperienze private, come diventare genitore o assistere un familiare anziano. Diviso in moduli settimanali di micro-learning, il master ha l’obiettivo di portare sul lavoro ciò che si apprende nella vita quotidiana ed è composto da contenuti multimediali e interattivi per riflettere, interrogarsi, narrare, fare esercizio e sperimentare le competenze soft”.
Alessandro Roggerini, direttore delle Risorse Umane di Duferco Energia, osserva: “Abbiamo lanciato il primo master dedicato ai dipendenti con figli da 0 a 3 anni lo scorso anno, ottenendo un ottimo risultato in termini di partecipazione. Quest’anno abbiamo arricchito l’offerta con il modulo Care, dedicato a chi si prende cura di una persona cara, un familiare o un genitore che ha bisogno di supporto. L’obiettivo è quello di creare un modello di welfare aziendale che valorizzi sempre di più la sinergia vita-lavoro, evidenziandone i benefici e lo sviluppo di competenze”.
Interessante anche il rapporto con Life Based Value, realtà che, come tantissime startup, nasce a seguito di un’esperienza di vita vissuta. Quella, in particolare, della fondatrice, Riccarda Zezza. Nel 2012, dopo la sua seconda maternità, Riccarda torna nella sua azienda, e non ha più il suo ruolo di manager. “Fu un ritorno amaro – racconta – proprio mentre scoprivo in me competenze nuove e ribollivo di progettualità. La maternità, che mi aveva scatenato quel tripudio di energie, per la mia azienda era un problema. Eppure quelle che avevo maturato a casa con la mia bambina appena nata erano esattamente le competenze soft che l’azienda cercava ed era disposta a pagare parecchio”.
È così che Riccarda si mette a studiare e impara che le sue intuizioni di neomamma sono corroborate dalla scienza, che lo dice chiaro: il potenziale di apprendimento dei neogenitori è altissimo; passare dal ruolo familiare di mamma a quello di professionista, e viceversa, moltiplica competenze ed energie senza sottrarre nulla. Questa scoperta esalta la donna, che si dimette per continuare la sua ricerca e creare un metodo di apprendimento che inneschi questo potenziale: è il Life Based Learning di Maam, basato sull’idea che “la vita è un master”.
Nel 2014, Riccarda Zezza racconta in un libro, scritto con Andrea Vitullo e pubblicato da Rizzoli, i primi frutti della ricerca e dei master in azienda. E questo volume, intitolato ‘Maam – La maternità è un master che rende più forti uomini e donne’, diventa ben presto un best seller da migliaia di copie. Ecco così che il progetto è pronto a partire e a prendere campo.
Dal 2015, anno in cui nasce Life Based Value, solo in Italia le aziende interessate sono decine, che vuol dire migliaia di neogenitori. Intanto, il metodo del Life Based Learning di Maam fa il giro del mondo, insieme alla sua ideatrice: riscuote interesse e successo, perché in nessun paese esiste qualcosa di simile, mentre la sfida di mettere insieme vita e lavoro è universale.
Ashoka, la più grande rete internazionale di imprenditori sociali innovativi, certifica l’impatto sociale di Maam e Life Based Value diventa partner etico per il mondo corporate. Ma per portare il master anche all’estero, l’azienda ha bisogno di risorse: gli investitori ci credono e, nel 2018-2019, Impact Ventures, Opes-Lcef Foundation, Mpa Education e l’Angel Investor Fausta Pavesio (nominata nel 2018 Best Woman Business Angel of the Year) investono un milione e mezzo di euro nella startup. I dipendenti passano da 5 a 26.
È così, anche sulla scorta del sempre più importante successo, che, nel 2019, si passa dalla maternità al settore della cura, in un mondo del lavoro dove il caregiving è una dimensione che le aziende non possono più ignorare. Dopo due anni di ricerca, è nato quindi il master Care, che va ad arricchire l’insieme di soluzioni per le aziende che vogliono migliorare il loro vantaggio competitivo grazie alle transizioni della vita dei loro dipendenti.
La filosofia di Riccarda Zezza è chiarissima: “Le aziende devono poter contare sul benessere dei propri dipendenti, perché ne guadagnano in produttività, in innovazione. Se le persone stanno bene, se vedono la coerenza con chi sono, se hanno la possibilità di portare la propria autenticità in azienda, lavorano meglio e producono di più. E non c’è alternativa: siamo arrivati al punto che le aziende devono urgentemente occuparsi anche di questi temi”.
Benessere sociale uguale benessere lavorativo: sempre più imprenditori lo capiscono. Duferco Energia è tra quelle realtà. L’anno scorso, il master ha toccato il dieci per cento dei dipendenti, circa trenta persone. Sono numeri importanti: la crescita umana e professionale passa da questa strada.