di DANILO SANGUINETI
Andare su YouTube, esaminare con attenzione l’esercizio eseguito da Marta Cantero nel corso dei recenti Mondiali di nuoto sincronizzato per atleti con la Sindrome di Down e subito dopo sentirsi inadeguati: un combinato di forza, agilità, capacità anaerobica, lungo 3 minuti, sulle note di ‘She’, grande ballad di Elvis Costello resa immortale dal film ‘Notting Hill’, che le ha fruttato la medaglia d’oro nel singolo quasi per acclamazione. E che ti pone di fronte a una spiazzante verità: questa campionessa stravolge qualsiasi possibile obiezione.
È impossibile cianciare di svantaggi, penalizzazioni, precauzioni nell’esibire persone diversamente dotate quando ti trovi di fronte a una simile fuoriclasse, una che fa quello che ama e che te lo fa amare, soprattutto un’agonista, perfezionista e spontanea allo stesso tempo: finisce l’esercizio visibilmente sfinita ma fiera, raggiunge le sue allenatrici che stanno aspettando la valutazione della giuria e si pone composta ad attendere il verdetto.
Marta è una tosta, grintosa più di noi, possiede e ha sviluppato abilità che noi ‘terricoli ordinari’ ci sogniamo. Infatti il video dell’esercizio che le ha fruttato la medaglia ha fatto il botto in termini di visualizzazione nel canale YouTube di Stelle dello Sport. Quasi tre milioni di persone raggiunte, 70mila ‘Mi Piace’, 5mila condivisioni per i suoi tre minuti di grazia nelle finali iridate.
Era la gara di Solo Free dei Mondiali Dsiso (Down Syndrome International Swimming Organisation) ospitati per l’edizione 2022 ad Albufeira, Portogallo. I profani non possono cogliere le sottigliezze tecniche eppure avvertono la stessa ammirazione che traspare dai solitamente severi giudici (tre donne) durante l’esercizio e che le frutta una valutazione ‘fuori ranking’: con 42,0668 punti Marta stravince il titolo mondiale davanti all’argentina Ranceze e alla messicana Pacheco. Peccato per il Duo Tech dove in coppia con la partner di sempre, Martina Sassani, arriva ‘solo’ l’argento.
Non siamo comunque all’apogeo di una carriera in costante ascesa da un decennio. A soli 28 anni possiede un palmares chilometrico: oro in duo e in singolo nel 2014 alla rassegna iridata ad Acapulco in Messico, oro sempre in singolo e in coppia ai Trisome Games 2016, oro a squadre e argento nel singolo Free nei Mondiali 2018 in Canada. Per tacere delle numerose vittorie ai Campionati Italiani, gli ultimi due titoli sempre nel singolo e nel duo dodici mesi fa. La numero uno in Italia, una colonna della nazionale Fisdir (Federazione Italiana Sport Disabili Intellettivo Relazionali) e non siamo ancora giunti al traguardo finale. Il prossimo passo, quello che manca, è l’inclusione delle specialità Dsiso nelle Paralimpiadi perché Marta meriterebbe la grande gioia di partecipare a un evento a cinque cerchi. Nel frattempo continua a lavorare nella piscina della Chiavari Nuoto, la sua società, e in quella del centro Federale a Roma nei collegiali della Nazionale. Non molla di un centimetro.
Come racconta, la sua vittoria portoghese la dice lunga sul temperamento: “A fine esercizio sapevo di avere fatto un esercizio spettacolare e bello. Sono contenta, nell’anima, fiera di me”. C’è un però: “L’argento nel Duo. Purtroppo con Martina (Cassani) ci siamo allenate pochissimo. Lei è di Foggia e ci vediamo solo prima delle competizioni nei collegiali, dobbiamo vederci di più”. La sua allenatrice Valentina Sivori con la quale lavora da 4 anni alla piscina Ravera: “Marta non ha mai mollato, solo nel periodo delle chiusure per Covid ha dovuto forzatamente rallentare, ma con la ripartenza ha ripreso a tutta. Anche in estate si è concessa una sola settimana di vacanza”. Altro che farfalla, Marta è una tigre.