di ALBERTO BRUZZONE
Come molte altre manifestazioni di questo periodo, anche il Festival delle Geografie di Levanto edizione 2020 sarà in ‘streaming edition’, ovvero interamente online. È la scelta che hanno fatto la maggior parte delle rassegne previste in Liguria in questi mesi: invece di essere annullate, sono stati scelti altri canali, anche con una precisa intenzione, ovvero quella di fornire dei contenuti e degli spunti alternativi rispetto a ciò di cui si è parlato praticamente a livello monotematico nelle ultime settimane, il Coronavirus.
Il Festival delle Geografie 2020 è curato, come sempre, dall’Associazione di Promozione Sociale Officine del Levante e si svolgerà in questo week end: venerdì 29, sabato 30 e domenica 31 maggio. Per seguire gli appuntamenti, che si dipanano tra conferenze, letture, testimonianze e musica, sarà sufficiente collegarsi alla pagina Facebook ufficiale della kermesse, all’indirizzo https://www.facebook.com/festivaldellegeografie/.
In fondo a questo articolo, parliamo del programma e dello spirito dell’iniziativa. Tra i suoi ospiti più prestigiosi, ci sarà il professor Mario Tozzi, che venerdì, alle 17,30, affronterà l’argomento ‘Effetti del clima sulla geografia’.
Tozzi è uno dei più noti divulgatori scientifici italiani, anche grazie a programmi televisivi come ‘Gaia – Il Pianeta che vive’, ‘Atlantide – Storie di uomini e di mondi’, ‘Fuori luogo’ e ‘Sapiens – Un solo pianeta’. Inoltre, ha scritto diversi libri, lavorato su RadioRai e collabora con il quotidiano ‘La Stampa’, dopo aver fornito i suoi contributi pure a riviste come ‘National Geographic’, ‘Vanity Fair’, ‘Newton’ e ‘Natura’. A livello accademico, è attualmente primo ricercatore presso l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche e si occupa dell’evoluzione geologica del Mediterraneo centro-orientale.
Professor Tozzi, su cosa verterà il suo intervento?
“Parlerò di come cambia, è cambiato e ancora cambierà il nostro ecosistema a seguito delle variazioni climatiche. Il tutto sempre dal punto di vista scientifico. Nel mondo, nei prossimi decenni, avremo fasce di desertificazione sempre più ampie, così come si sposteranno sempre di più verso il nord le fasce tropicali. Finiremo per spostare tutte le coltivazioni: non mi sorprenderebbe se il Brunello di Montalcino iniziasse a essere prodotto a Goteborg o a Stoccolma e la Falanghina iniziasse a essere prodotta in Germania. Per le coltivazioni occorrerà sempre più acqua, visto che il clima sarà sempre più asciutto: l’agricoltura diventerà sempre più intensiva e i terreni saranno sfruttati maggiormente per produrre il cibo necessario”.
Secondo lei tutti questi sono processi ormai irreversibili?
“Direi purtroppo di sì, perché i rischi sono stati mostrati più e più volte, ma non si è mai affrontato seriamente il problema dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento del pianeta. Ci sono state un sacco di ‘ultime chiamate’, ma non hanno sortito alcun tipo di effetto concreto. L’uomo, per gran parte, ha tirato avanti per la sua strada, fregandosene delle conseguenze. Non c’è ancora molto margine per sperare che accada qualcosa in senso positivo, ma personalmente sono piuttosto scettico”.
Eppure, durante il lockdown, abbiamo visto gli effetti concreti di una minore attività antropica sul pianeta.
“Certo, abbiamo visto i grafici che mostravano un minore inquinamento atmosferico, abbiamo visto molti altri segnali positivi. Ma ora sembra proprio che tutto ricomincerà daccapo senza troppe differenze. Il biossido di azoto è un ‘mostro’ invisibile che ogni anno uccide migliaia di persone: parliamo di circa ottantamila vittime, il doppio di quelle che in Italia ha fatto il Coronavirus. Ma di questi morti non parla quasi mai nessuno”.
Da moltissimi anni lei è noto come divulgatore scientifico: quanto è importante saper comunicare bene queste tematiche ambientali?
“Io ritengo che sia importantissimo, perché più le cose vengono spiegate, più c’è la speranza che entrino nella testa delle persone, anche sotto forma di buone pratiche. Non bisogna fermarsi mai, nel parlare di ambiente. È l’unica forma di difesa che abbiamo”.
In Liguria tiene banco, da moltissimi mesi, la questione dei confini del futuro Parco nazionale di Portofino. Lei che idea si è fatto?
“Io sto in tutto e per tutto con chi vuole allargare i confini. È una grandissima occasione per tutto il territorio. Ma è scontato che ci siano i contrari: perché più un territorio è posto sotto tutela, meno saranno forti le ragioni del profitto per una piccola parte. Solo che non si è ancora capito che, al contrario, quanto più la natura sarà valorizzata, tanto più potranno andare a star bene in molti. I vincoli ambientali sono una grandissima opportunità in termini di richiamo turistico e, di conseguenza, di indotto. La miopia dal punto di vista locale va invece combattuta a ogni livello. I parchi nazionali sono soggetti a leggi nazionali e quindi è chiaro che le regioni perdano un po’ della loro giurisdizione. Questo ovviamente non fa piacere, ma è in virtù di un bene superiore. Io per molti anni, dal 2006 al 2011, ho presieduto l’Ente Parco nazionale Arcipelago Toscano. L’altra cosa che ritengo fondamentale è che chi guida i parchi nazionali venga da fuori e non abbia alcun legame con quel territorio, né alcun interesse particolare”.
La ‘lobby’ dei cacciatori sembra dettare legge a tutte le latitudini.
“È vero ed è incredibile e vergognoso. Come sia possibile che meno dell’1% possa condizionare tutto il resto. In Italia si caccia solamente in deroga. La potenza di questa ‘lobby’ è davvero un fatto scandaloso, una delle tante contraddizioni italiane. Io sarò per tutta la vita a favore dei parchi nazionali, il più ampi possibile”.
IL FESTIVAL DELLE GEOGRAFIE EDIZIONE 2020
“Dopo la chiusura di tutto, abbiamo sentito il bisogno, anzi la sete, di cultura”, dicono gli organizzatori, ovvero l’Associazione di Promozione Sociale Officine del Levante.
Il Festival delle Geografie rappresenta una delle vocazioni per un comune come Levanto, ove nel Settecento ha operato il grande cartografo Matteo Vinzoni, cui le prime tre edizioni del Festival hanno dedicato un’opera musicale, una mostra, un fumetto e l’edizione di un libro prezioso, e ove viveva il geografo Massimo Quaini, che ha suggerito di mettere questo Festival in connessione con ‘La Storia in Piazza’ di Palazzo Ducale.
Senza lamenti, ma con l’ottimismo della ragione, il Festival si veste di web fashion con la grande disponibilità dei relatori di grande qualità che, come l’anno scorso, portano acqua al mulino di un nuovo approccio sostenibile e responsabile dei turismi, oggi più che mai opportuni, se non necessari. Officine del Levante, supportata da Regione Liguria, regala questo Festival a Levanto, come viatico per una ripresa necessaria e complessa.
La quarta edizione del Festival delle Geografie sarà quindi la prima a svolgersi on line, dalla pagina Facebook, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza conseguenti all’emergenza Covid-19. Un web-Festival delle Geografie che, pur nella consapevolezza che non sarà lo stesso di sempre, rappresenta un segnale importante per la riapertura della stagione degli eventi culturali.
Tutto si svolgerà rispettando le regole e contribuendo a evitare il contagio e l’assembramento. Sarà diverso ma efficace, fatto con serietà ed entusiasmo e sorretto da una buona tecnica. Mancherà solo l’attrattiva di promozione turistica dei luoghi, ma la cultura e la riflessione utile ci saranno tutte e per intero.
Lo svolgimento fisico sarà nella sala del Consiglio Comunale di Levanto, gentilmente messa a disposizione, con la presenza di un operatore e del moderatore, in collegamento streaming con ciascun relatore, in voce, slides e/o foto, oppure con un video, con slides e/o foto.
Ogni intervento sarà trasmesso in diretta Facebook sulla pagina del Festival delle Geografie, con la possibilità di fare domande e ricevere risposte, registrato e caricato successivamente su YouTube.
“Siamo riusciti a mantenere quasi completamente lo stesso ordine del programma di aprile, grazie alla disponibilità dei relatori, che hanno calibrato i propri interventi alla trasmissione online”. Per ragioni dovute alle incertezze del periodo, le escursioni previste per sabato e domenica mattina non potranno essere svolte.
Il web-Festival delle Geografie ha rinunciato al contributo del Comune di Levanto: un regalo a Levanto ai suoi cittadini da parte di Officine del Levante.
IL PROGRAMMA
Per unire storia e geografia, come il geografo Massimo Quaini aveva auspicato, “abbiamo creato un ponte ideale con ‘La Storia in Piazza’ della Fondazione Palazzo Ducale di Genova, utilizzando, per il secondo anno di seguito, il medesimo tema: nella quarta edizione ‘Raccontiamo’ a Genova la Storia, a Levanto la Geografia. La raccontiamo partendo dalla didattica: nella scuola la materia Geografia è cenerentola, nelle Università in via di estinzione, a parte l’esempio luminoso, coraggioso e di controtendenza di Padova”.
Riccardo Canesi, insegnante, membro dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia e presidente di Sos geografia inaugura il Festival intrattenendo sul tema dell’insegnamento perduto nelle scuole.
E gli ideatori e gestori del Museo di geografia, recentemente inaugurato a Padova, ne illustreranno genesi, preparazione e realizzazione, dando anche una dimostrazione pratica della sperimentata didattica di successo padovano con il Liceo Pacinotti di Levanto.
Federico Massimo Ceschin, segretario generale di ‘Cammini d’Europa’ del Consiglio d’Europa, allargherà gli orizzonti geografici e operativi del tema.
Monika Bulaj, fotografa e viaggiatrice speciale, porterà in geografie lontane con le sue foto e il suo racconto di etnie e confini, dove gli dei si parlano.
“Tornando al nostro territorio, il recente progetto finanziato dall’Unione Europea a valere sul programma ‘Life’ rappresenta un unicum di concretezza e determinazione, di cui ci parlerà Eugenio Bordoni della Fondazione Manarola. Ma la geografia tiene conto anche delle diversità e delle diseguaglianze: con Sabrina Lucatelli, già nella Strategia Nazionale sulle aree interne, iniziata da Fabrizio Barca, si parlerà di ‘Riabilitare l’Italia’”.
Con Paolo Marcesini, invece, ci si addentrerà in un tema fondamentale per la nostra madre terra: economia circolare e sostenibilità. Quindi, con il ‘Meteorologo ignorante’, si farà divulgazione per tutti sul tema che oggi tanta parte del mondo sta imparando a tenere in conto: evitiamo di subirlo senza sapere.
“Nel mondo di oggi, raccontando la geografia, è obbligatorio parlare, purtroppo, di guerra e conflitti: lo facciamo da due punti di vista diversi: con Feferico Donelli, geopolitico sperimentato, avvertito e preparatissimo, in grado di restituirci situazioni complesse nella loro evidenza e semplicità, e con Andrea Silvestri, autore di un originale testo di geopolitica nel fumetto, in continuità con il festival dell’ottobre levantese, Sapori e Storie verticali. E daremo del filo da torcere ai terrapiattisti, con la scienza e la fisica, grazie a Sergio Giudici. Per raccontare la geografia, imprescindibile parlare di clima, con Mario Tozzi, una star di RaiTre e non solo”.
Ancora da RaiTre, e non solo, Emilio Casalini, grande conoscitore delle bellezze italiane e delle buone pratiche che le valorizzano.
Infine, ecco due spettacoli, uno raccontato e uno registrato, in complementarietà con il Levanto Music Festival Amfiteatrof estivo, dimostrazione della volontà di cooperazione con Conservatori e Fondazioni: il ‘Giuoco del Barone’, operina di Valentino Bucchi, su libretto di Alessandro Parronchi, sulla base di un antico gioco toscano; e un intrigante ‘Mandolin journey’, con Fabio Rinaudo e il Carlo Aonzo Trio.