di DANILO SANGUINETI
Evro Margarita fa un po’ come il Maestro Kesuke Miyagi. Ai suoi seguaci piuttosto che un ormai datato “togli la cera, metti la cera”, spiega come togliere le preoccupazioni e metterci la necessaria energia.
Il fine del maestro 7° Dan (altro che il pur simpatico Pat Morita!) e presidente del CSK 1978 è quello di far crescere sempre di più la comprensione e la pratica del karate. Semmai è nei meandri della politica sportiva che Margarita ha dovuto togliere e mettere parecchio olio in meccanismi assai complicati. Il suo fine ultimo è il fare spazio alla sua federazione, la Fesik, Federazione Educativa Sportiva Italiana Karate e Discipline Associate, federazione sportiva che è riconosciuta dallo stato ma che non riesce a ritagliarsi uno spazio all’interno del Comitato Olimpico, internazionale e no.
Margarita ne è vicepresidente (braccio destro del presidentissimo Sean Henke) ed è intenzionato in un mondo sportivo che esce da due anni di tremende difficoltà e che sarà costretto a rivedere le sue politiche, le sue strutture e finalmente anche i suoi interpreti, a far sì che si arrivi alla ricomposizione dei conflitti pluridecennali.
La sua visione si amplia sino ad abbracciare l’intero nuovo triennio (un anno ‘mangiato’ dalla Pandemia) olimpico che è appena iniziato e che culminerà a Parigi nell’estate 2024. “Come presidente del CSK 1978 e vice presidente della Fesik mi impegnerò a fondo perché sia dedicato all’agonismo e alla promozione del Karate a Lavagna e in tutta la Liguria”.
Intanto c’è stata la sua conferma a livello nazionale. “Ho accettato la proposta di rimanere ancora per un quadriennio nella stanza dei bottoni. C’è una battaglia da affrontare e io per carattere non mi tiro mai indietro se c’è da combattere. Alla scadenza si vedrà che cosa abbiamo ottenuto e si vedrà il da farsi: potrebbe giungere il momento di cedere il testimone ai più giovani”.
Intanto c’è da ripartire. “Penso allo sport come un’enorme nave che per due anni ha avuto la sala macchine allagata. Adesso il principale impegno è a mettere in sesto il motore, accenderlo e vedere cosa succede. Nei mesi scorsi tenere accese le macchine non è stato affatto facile. Penso alla nostra società, a Lavagna e San Salvatore, quanto sia stato impegnativo e allo stesso tempo tranquillizzante riaprire le palestre. Non fermarsi mai del tutto era vitale. Adesso dobbiamo recuperare il tempo perso, fare esami, assegnare titoli e riconoscimenti, tornare a gareggiare, naturalmente”.
Insomma, spazio al Karate. “Una visione a 360 gradi della nostra disciplina prevede che si dia spazio in egual misura agli agonisti come ai praticanti. E in un caso come nell’altro vogliamo dare una particolare attenzione ai più giovani, coloro che più hanno sofferto dalla mancanza di libertà di movimento e pratica, restrizioni dolorose ma necessarie per combattere il Covid 19”.
Ci sono ragazzi promettenti che si sono messi subito in luce nelle prime gare nazionali della stagione agonistica. “Puntiamo su di loro, il tempo e le prove più severe ci faranno capire dove possono arrivare. E nello stesso tempo mi preparo per la ‘madre di tutte le battaglie’”.
La lunga esperienza da dirigente oltre che da insegnante suggerisce a Evro Margarita la massima prudenza. “Procedo con il freno a mano tirato perché so che in questo campo l’impazienza è la peggiore consigliera. Dico solo che è giunto il momento di rendere ufficiale e stabile la nostra posizione. La collaborazione feconda con il CSI e i rapporti corretti con lo Stato sono importanti ma serve anche dell’altro: va posto rimedio a una ingiustizia che ci penalizza rispetto alle federazioni ‘ufficiali’. La nostra ha i migliori tecnici del Karate Tradizionale, da oltre 25 anni, vogliamo un rapporto paritetico con tutti gli altri”.
Margarita rimanda a quanto scritto nel sito ufficiale della Fesik. “Quante organizzazioni si sono costituite in questo ventennio? Quante hanno diffuso grandi proclami per poi dissolversi e scomparire? Molto ci sarebbe da scrivere e ironizzare, ma a noi basta un dato preciso: la Fesik è sempre qui, con le sue società, con i suoi iscritti, qualcuno di più, qualcuno di meno, a seconda degli anni, con un livello tecnico che non ha eguali in Italia: unica a praticare kumite sportivo e tradizionale e kata in più di quattro stili diversi ad alti livelli. Vale la pena ricordare che la Fesik è l’unica federazione italiana, oltre alla Fijlkam, che vanta un riconoscimento da parte dello Stato Italiano, datato Milano il 10 luglio 2003, con atto n°421. La Federazione è disciplinata secondo le norme delle federazioni Coni, organigramma completo, Revisori dei Conti iscritti all’Albo, contabilità perfette”.
In questo momento il riconoscimento garantisce a società, tecnici ed atleti gli stessi diritti riservati alle federazioni aderenti al Coni (ordinanza del TAR, Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio del 9 Giugno 2005, confermata dalla sentenza inappellabile del Consiglio di Stato in data 28 Settembre 2005). Uno stato giuridico che consente di poter partecipare a concorsi per l’assunzione in Polizia, FFGG e CC.
Margarita chiude il cerchio. “Fesik, in quanto affiliata alla WUKO&AD, WUKF, UWK e ETKF, garantisce un prestigioso, reale sbocco internazionale per i suoi atleti. E fa promozione delle Arti Marziali a livello educativo, sportivo, amatoriale e tradizionale”.
È giunto il momento che le venga riconosciuto il suo spazio. “Non vogliamo togliere niente a nessuno, riteniamo solo di avere il diritto a un accordo su piano assolutamente egualitario. E per questo aspettiamo una convocazione del sottosegretario con delega allo Sport del governo Draghi, Valentina Vezzali. Le esporremo i traguardi raggiunti dal movimento e i programmi”. Cosa deve fare di più il maestro Margarita per ottenere un biglietto di ingresso nella casa comune dello sport italiano per la sua Fesik? Rimanere su una gamba per quanto tempo sopra il palo della burocrazia?