(r.p.l.) Il calcio assomiglia un po’ alla vita. Contrariamente al basket o alla pallavolo, dove fare canestro o un punto è la norma, la stragrande maggioranza delle azioni non porta a un gol. L’esito dello scontro si decide su un punteggio veramente esiguo. Il che, a sua volta, significa che non sempre vince il più forte, perché il risultato di una partita può essere deciso più dal caso che dalla prestazione.
È una sera di maggio, l’anno il 1986, quando Helmuth Duckadam, portiere della Steaua Bucarest, nella finale dell’allora Coppa dei Campioni, para 4 di rigori di fila al Barcellona. La probabilità di questo evento? Una su mille, circa.
Il calcio ci piace perché è uno sport dove, da spettatori, possiamo liberare la nostra irrazionalità. Possiamo a buon diritto sperare che la nostra squadra vinca la partita, anche quando sulla carta è più debole di quella avversaria.
A mettere ordine nell’apoteosi dell’irrazionalità, è il linguaggio inequivocabile dei numeri. Oggi, accanto alle statistiche più semplici di ogni giocatore – gol segnati, minuti di imbattibilità, presenze – disponiamo di una valanga di dati, come i chilometri percorsi, il numero di tocchi di palla o la percentuale di passaggi riusciti. Una mole di informazioni che, grazie agli algoritmi, consentono di prevedere la performance, il rendimento sul campo e la crescita dei singoli calciatori, ma anche di confrontare tra loro allenatori, squadre e campionati internazionali.
Ecco nascere nuove figure professionali, ormai imprescindibili per un club professionistico, come quella del Football Data Analyst: un esperto in grado di raccogliere, organizzare e gestire tutti questi dati a disposizione.
A partire da storie di gol impossibili, calciomercati disastrosi e partite fuori dall’ordinario, Marco Malvaldi, scrittore e autore della serie del BarLume, e Paolo Cintia, tra i docenti del corso in FDA di Wylab in partenza a dicembre, nel loro libro ‘Rigore di testa’ (Giunti Editore) ci raccontano la scienza dei dati applicata allo sport più amato del mondo, spiegano con ironia usi e abusi del calcolo delle probabilità, svelano le variabili che si nascondono dietro a ogni azione. E ci mostrano che forse anche il libro del calcio, come quello della natura, è scritto in caratteri matematici.
Malvaldi e Cintia, in un perfetto mix di aneddotica e matematica applicata ‘for dummies’, delineano l’importanza per il calcio di una statistica che contestualizzi le informazioni e che sia quindi liberata dal mero collezionismo di dati, sottolineando il passaggio decisivo dalla data collection alla data analysis.
Il libro ‘Rigore di testa’ verrà presentato questa sera, giovedì 10 novembre, a Wylab alle ore 21. Prima, alle ore 18, organizzato da ‘Piazza Levante’, sempre Malvaldi presenterà il suo ultimo romanzo, ‘Chi si ferma è perduto’, che è edito da Sellerio e scritto dall’autore insieme alla moglie, Samantha Bruzzone.