di ALBERTO BRUZZONE
Lui è ancora il più amato di Bogliasco. Entrato in politica nel 1997 nel ruolo di consigliere comunale di minoranza, è stato poi sindaco per dieci anni, dal 2006 al 2016, quindi consigliere di maggioranza sino a poche settimane fa e, dai primi di ottobre, è ancora primo cittadino, eletto con 1344 voti, contro i 1069 dello sfidante, Guido Guelfo.
È sempre sulla cresta dell’onda, Luca Pastorino, al terzo mandato da sindaco e, contemporaneamente, al secondo mandato come deputato. Una doppia anima: quella nazionale, che lo tiene assai spesso impegnato a Roma, dov’è anche segretario alla Presidenza della Camera; e quella ligure, a fare gli interessi di quella cittadina nella quale ha sempre vissuto e nella quale, prima ancora di dedicarsi alla politica, è stato segretario della Croce Verde, fondatore di altre associazioni giovanili, calciatore per la locale squadra di pallone e chi più ne ha più ne metta. Un personaggio pubblico a tutti gli effetti, questo ragazzo classe 1971. Soprattutto, un personaggio impegnato. Impegnato e fortemente appassionato.
Sindaco, contento per la rielezione?
“Direi che è andata molto bene. Ho staccato di undici punti percentuali il mio avversario, che comunque era molto strutturato e aveva fatto una buona campagna elettorale. Per due volte era venuto il sindaco di Genova, Marco Bucci, a sostenere la candidatura di Guelfo, lui poteva contare sui vari partiti del centrodestra in appoggio ma, come già dimostrato altre volte, l’elezione del sindaco spesso è lontana dai partiti tradizionali e più legata alla persona. Quindi sì, sono particolarmente contento per questa rielezione perché significa che le persone mi vogliono bene”.
Terzo mandato da sindaco, dopo il periodo tra il 2006 e il 2016, e dopo gli ultimi cinque anni da consigliere comunale di maggioranza, con diverse deleghe. Mai pensato di lasciare il testimone?
“In realtà ci ho pensato, soprattutto quando il mio predecessore, il sindaco Gianluigi Brisca, mi ha detto che non aveva intenzione di ricandidarsi. Ma poi non è facile trovare persone che siano disposte a fare il sindaco nel 2021. A dire il vero, non è stato semplice nemmeno andare a comporre la lista di persone in mio appoggio. Ad ogni modo, chiaramente l’obiettivo adesso è quello di far maturare qualcuno che possa prendersi in mano il futuro di Bogliasco negli anni venturi”.
Ma perché non è facile trovar persone? È perché il sindaco ha troppe responsabilità?
“Chiaramente questo non aiuta. Il tema della responsabilità è pesante e certamente spaventa, anche se le persone esterne non ne sono troppo consapevoli. Pure i problemi penali possono diventare parecchi, per un amministratore pubblico. Il lato positivo è che è in discussione in Parlamento il riordino degli enti locali, anche a livello di responsabilità, con una suddivisione più equa tra la parte tecnica e quella politica. L’altro aspetto è poi quello economico: se si tratta di una persona pensionata, allora il gettone è pieno. Ma se parliamo di un lavoratore, allora la paga è del 50%. Uno prima di diventare sindaco, specialmente se ha famiglia e figli, deve farsi ben bene due conti, parlando di comuni della dimensione di Bogliasco”.
Come si svolge la sua giornata? Deputato e sindaco contemporaneamente: come riesce a conciliare tutto?
“In questo ultimo periodo, ho cercato di stare di più a Bogliasco, anche perché è possibile organizzare gli impegni romani attraverso le teleconferenze. Ho fatto così i collegamenti della Commissione Finanze in piattaforma. La prossima settimana, invece, dovrò stare di più a Roma, perché sono di turno all’Ufficio di Presidenza. Ma posso contare a Bogliasco su ottimi colleghi. Si può fare il sindaco anche a distanza e lo si può fare ugualmente bene. In generale, però, cercherò di essere il più presente possibile, anche se i trasporti non agevolano. C’erano cinque aerei giornalieri per Roma, sono stati ridotti a due, e anche i treni non sono comodi. Il mio impegno per Bogliasco non verrà mai meno, e sarò sempre un sindaco a tempo pieno”.
Che cos’è piaciuto, secondo lei, del suo programma?
“È piaciuto il fatto che è un programma partecipato, che abbiamo portato avanti attraverso questionari con tutta la popolazione. È anche un programma ambizioso, costruito insieme a una squadra quasi tutta nuova e assolutamente entusiasta. La vera sfida sarà quella. Ci sono due assessori già esperti e due nuovi, mentre i consiglieri di maggioranza, a ciascuno dei quali ho dato una delega, sono tutti nuovi a parte uno solo. Cercheremo di fare il miglior lavoro possibile. I temi? Il programma pone grande attenzione ai bisogni delle persone e al sociale, quindi alla manutenzione e alla pulizia delle strade, alla cura del litorale, alla tutela del territorio e delle sue fragilità, all’accessibilità. Sogno poi un’offerta che sia il più smart e organizzata possibile dal punto di vista turistico. E poi, ho un grande desiderio”.
Quale?
“Quello di far entrare Bogliasco all’interno del circuito dei Borghi più belli d’Italia. Si tratta di un iter piuttosto lungo, ma contiamo di portare avanti la pratica”.
Dovrà insegnare il mestiere ai colleghi?
“Sono molto bravi da soli e stanno iniziando a capire come funziona una macchina amministrativa e come funziona un comune. Io certamente sono a disposizione con l’esperienza che ho, visto che sono venticinque anni che ho un incarico pubblico a Bogliasco”.
A livello nazionale come sta andando? Siete senza partito da oltre tre anni…
“Sono stato tra i fondatori di Leu, ora stiamo lavorando per portare avanti un nuovo progetto. Si chiamerà Italia Verde e Giusta e sarà incentrato sull’ambiente e sull’economia circolare. Uno dei temi più importanti, al giorno d’oggi, è certamente quello della riconversione ecologica dell’economia. Ce ne stiamo occupando anche attraverso un filo diretto con il sindaco di Milano, Beppe Sala. Ci pare che, su questo fronte, ci siano assolutamente spazi per creare qualcosa di nuovo”.
Il prossimo anno si voterà a Genova. Il centrosinistra ha mostrato una buona riscossa, alle ultime elezioni amministrative. C’è spazio per un sindaco diverso da Bucci, secondo lei?
“In tutte le competizioni, anche in quelle che sembrano più scontate, c’è sempre spazio per un’alternativa. Quindi, io credo di sì, che ci sia il margine per un candidato di centrosinistra anche a Genova, come successo a Savona. Ma serve tanta umiltà e soprattutto bisogna partire adesso, non bisogna aspettare altro tempo. Partire con la coalizione e con il nome del candidato e poi idee chiare. Il modello di Russo a Savona è da seguire. Sì, anche Genova è diventata una città contendibile, molto più di qualche mese fa”.