di DANILO SANGUINETI
Da Sestri a Recco il calcio delle seconde e terze linee, quello delle categorie inferiori, langue. Nel Golfo Paradiso hanno dovuto unire le forze altrimenti sarebbero spariti uno dopo l’altro club dal passato lungo e spesso glorioso.
A Chiavari la visibilità della Virtus Entella fagocita anche senza volerlo i club minori. A Lavagna dietro la Lavagnese c’è quasi il vuoto, a Rapallo persino il club eponimo vive giorni neri. Se c’è un posto dove il calcio dei dilettanti conserva ancora una sua valenza e riesce, sia pure a fatica, difendendo con le unghie con i denti gli antichi valori e le tradizioni è sicuramente Sestri Levante. La storia dell’Aurora Riva, una delle società più antiche in un panorama che muta con una rapidità stordente, è paradigmatica di come viene interpretato il calcio nella Bimare.
Per lo Sporting Club Aurora, società di Sestri Levante, avente diritto ad iscriversi alla Prima Categoria la decisione, resa pubblica, un mese fa dello storico dirigente Carlo Olivieri di lasciare la società, era apparsa un colpo mortale alle sue possibilità di andare avanti. Le voci relative alla possibilità che l’Aurora cessasse del tutto la propria attività si erano moltiplicate. Poi i dirigenti rimasti hanno deciso altrimenti. Si sono fatti ispirare proprio dalla tenacia testarda di ‘Carletto’, un dirigente di vecchio stampo, che ha saputo tenere duro a dispetto di qualsiasi evento avverso.
È stato tutto nel club che aveva fondato assieme ad altri 48 anni fa: allenatore, direttore sportivo, presidente, semplice accompagnatore. Dopo mezzo secolo di sacrifici ha detto basta, e nessuno onestamente ha potuto obiettare alcunché. I pochi compagni di viaggio che gli erano rimasti si sono guardati negli occhi e dopo un paio di riunioni per verificare se c’erano le energie e la volontà di andare avanti hanno dato il via libera.
È confermata la notizia che la squadra sarà regolarmente iscritta al campionato, non sono stati gettati nella spazzature anni e anni di sacrifici. Quindi all’Andersen saranno ancora due le società che si divideranno il manto in sintetico. Oltre all’Aurora naturalmente il RivaSamba, gestore della struttura. Un club che continua a crescere, svolgendo un grande lavoro soprattutto in campo giovanile. Basti pensare che da qualche mese i colori calafati sono emigrati all’estero e più precisamente in Kuwait.
Grazie al contatto avvenuto tra il direttore generale Simone Ameri e una scuola calcio del posto, è nato uno scambio tecnico/sociale tra le due realtà. Una delegazione di calafati nel mese di dicembre è andata sul posto per conoscere da vicino i ragazzi ed i tecnici che si stanno allenando usando gli stessi colori del Riva, arancio e nero.
Un progetto importante che ha portato i colori arancio neri oltre i confini. Spiega Ameri: “I ragazzi dell’Academy Rivasamba Kuwait, di età compresa tra i dieci e ed i quindici anni, sono arrivati in Italia, sabato 15 luglio, e ripartono venerdì 21 luglio. Durante questa settimana effettuano allenamenti, anche con due sessioni al giorno, con i nostri ragazzi della leva 2011, seguiti dai nostri preparatori. Sotto l’attenta guida del Responsabile del Settore Giovanile David Cesaretti e di alcuni nostri allenatori, i giovani calciatori mediorientali, durante questa settimana di soggiorno in Italia, stanno imparando le basi del calcio giocando e divertendosi sul terreno dell’Andersen”.
Grande complicità e socializzazione tra i ragazzi presenti, nonostante le diverse culture, i giovani calciatori sembrano essere amici da sempre. Innamorati dell’Italia, di Sestri Levante e soprattutto della cucina Italiana, ragazzi e accompagnatori stanno vivendo e condividendo un’esperienza a dir poco entusiasmante.
Mister Cesaretti: “Felicissimo di vivere questa esperienza internazionale con ragazzi stupendi, educati e vogliosi di imparare il gioco del calcio. I nostri tecnici e preparatori si stanno adoperando per insegnare anche ai tecnici locali le basi per far crescere calcisticamente questi ragazzi. A fine anno una nostra delegazione andrà in Kuwait per una settimana a lavorare e continuare questo progetto di insegnamento calcistico fuori dalle nostre mura”. Dalla vecchia Aurora al giovane Riva. Il modo migliore per rimanere fedeli alla tradizione: perpetuarla.